Toyota domina la 8 Ore del Bahrain, conquistando così la vittoria all’ultima uscita della GR010 Hybrid nella veste non-evoluta. Ferrari vince il Titolo Costruttori e il Titolo Piloti, consacrando la crescita di un progetto vincente come quello della 499P. Con il podio la #50 chiude terza il Campionato Piloti, rendendo la stagione 2025 statisticamente perfetta per il Cavallino Rampante.
Nelle LMGT3 la Lexus #87 torna a vincere dopo la 6 Ore di San Paolo, confermando le sensazioni avute proprio durante la trasferta brasiliana sulla velocità della vettura nipponica con le nuove Hard. La #92 di Manthey vince il Titolo Piloti e Team di classe, concludendo la gara giusto davanti alla #21 di Vista AF Corse, trascinata ancora una volta dal solito Alessio Rovera.
WEC 2025 – 8 Ore del Bahrain: Toyota micidiale in aria pulita
Analizzando gli stint di gara dei singoli piloti, Nick de Vries, sulla Toyota #7, appare come il più veloce del lotto. L’olandese ha percorso gran parte del suo tempo di guida in aria libera, potendo esprimere al meglio la velocità e la costanza della GR010 Hyrbid. La media totale dei suoi stint è di 1:52.922, migliore persino di quella dei compagni di squadra. Lo stint complessivo migliore di un pilota Toyota successivo è quello di Kobayashi, la cui media è di 1:53.155, seguito a sua volta da Buemi, a +0.008 secondi dal giapponese.
Avendo controllato gran parte della gara i piloti della vettura #7 hanno potuto sfruttare molto bene l’aria pulita, aspetto più importante di quanto si possa pensare con queste vetture. Conway, in macchina nelle ore più calde, ha mantenuto un ritmo più alto, sull’1:53.857, evidenziando la differenza nelle condizioni della pista. L’asfalto, infatti, è passato dall’essere sopra ai 30°C alla partenza ai 25°C della sera, rappresentando un vero e proprio game-changer per i piloti e per il bilanciamento delle vetture.
Simile discorso vale anche per Giovinazzi, protagonista ancora una volta di un’ottima condotta di gara sulla #51. Dopo essersi qualificato in settima posizione, davanti alla Porsche #5, l’italiano ha rimontato fino al terzo posto nelle prime ore di gara, sfruttando la velocità della 499P nelle fasi finali dello stint. Ovviamente, poi, con l’arrivo della sera il degrado gomma si è appiattito, il che ha portato ad un avvicinamento delle prestazioni. Nonostante ciò, Calado ha ottenuto la sesta media migliore del lotto, in 1:53.356, mentre il pugliese si piazza giusto alle spalle di Conway (a parità di condizioni).

Nel corso della gara le squadre hanno adottato diverse soluzioni riguardo le mescole da montare. In Ferrari si optava spesso e volentieri per cambiare le posteriori, messe sotto stress a causa delle numerose accelerazioni da basse velocità e quindi dai carichi longitudinali, mentre altri sceglievano di sostituire le laterali sinistre, tra i due lati quelle messe più alla prova. Come da pronostico, la mescola media ha fatto il suo debutto in gara con l’arrivo della sera, con la dura che però è rimasta su molte vetture anche nelle ore più fresche.
Si conferma, quindi, la tendenza osservata. La Toyota, sfruttando un BoP migliore rispetto al solito, ha capitalizzato la velocità della GR010 sulla pista di Sakhir. Le vetture nipponiche erano simili alle 499P per peso e potenza (-2 Kg e +6 KW rispetto alle rosse) e i punti di forza sono tornati alla luce. Su tutti l’abbondanza del carico a disposizione, che semplifica tutta la fase di gestione. Le 499P restano ottime nella velocità sul dritto, potendo comunque godere di una buona deportanza rispetto a molti rivali.
Sicuramente del carico aggiuntivo farebbe comodo ai tecnici e ai piloti del Cavallino Rampante, come dichiarato dallo stesso Cannizzo. Il lavoro svolto sulla messa a punto nell’inverno scorso ha dato i suoi frutti in pista, permettendo ai meccanici di lavorare su degli assetti inediti e, probabilmente, con maggior potenziale. Sulle 499P non verranno spesi Joker questo inverno come dichiarato da Mauro Barbieri, permettendo ai tecnici di concentrarsi ancora sull’esprimere più performance da un pacchetto definito come complesso dallo stesso Performance, Simulations & Technical Regulations di Ferrari.
WEC 2025 – 8 Ore del Bahrain: cosa ci dice l’analisi degli stint
Andando, invece, a guardare la media totale degli stint di gara delle singole vetture, la #7 appare, ragionevolmente, come la più veloce. Il trio vincente in gara ha girato sulla media di 1:53.311, staccando la vettura #8 di +0.124 secondi. La #50 e la #51, rispettivamente al terzo e al quarto posto finale, sono entrambe sull’1:53.580 (distaccate solamente di un millesimo!), non distanti dalle GR010. C’è anche da dire, però, che la vettura di Buemi-Hirakawa-Hartley è stata condizionata da una strategia non ideale.

La Porsche #6 ha mostrato diversi sprazzi di competitività, con una media pari a 1:53.819 a fine gara. La #5, con il debuttante Heinrich, non si è spostata di molto, in 1:53.861. Proprio Laurin è stato il pilota più veloce dell’equipaggio valutando la somma dei tempi di gara, motivo per cui è ancora più un peccato vedere la 963 abbandonare il Mondiale Endurance. Vicina anche la #12 di Lynn-Stevens-Nato, sesta al traguardo, con una media di 1:53.888. La scarsa raceability delle 963 le ha messe in difesa contro le velocissime Peugeot e Aston Martin, fin troppo avvantaggiate dal BoP.
Questa volta, a differenza del Fuji, la pessima qualifica di Kevin Estre ha complicato di molto la giornata dell’equipaggio #6, creando un gap iniziale con le Toyota e le Ferrari fin troppo ampio. La trovata strategica a metà gara grazie alla neutralizzazione non è bastata: nel mezzo del ciclo delle soste la vettura in lotta per il Titolo Piloti era comunque dietro alle 499P ufficiali, per poi essere persino doppiata da Calado.
Anche Cadillac ha subito una penalizzazione importante dagli organizzatori. Mentre l’equipaggio #12 ha saputo salvare la giornata, non è andata allo stesso modo per il trio Bamber-Bourdais-Button, protagonisti di diversi episodi sfortunati durante la gara e rimasti nel traffico tutte le otto ore. I tecnici Jota hanno comunque saputo ribaltare un weekend iniziato malissimo, con i dati delle FP1 che evidenziavano una partenza davvero difficile. Il potenziale della V-Series.R resta alto e, per essere il primo anno di lavoro col gruppo inglese, si può essere soddisfatti.
Nel male, bene le due Peugeot, che sono riuscite a rimanere nelle zone alte della classifica a lungo. Alla fine, però, il gap prestazionale delle gomme rispetto ai competitor si è sempre più allargato, provocando delle lacune molto visibili nella trazione meccanica in uscita dalle curve lente. Le due 9X8 Evo restano carenti in molti aspetti rispetto ai riferimenti della categoria, con degli obiettivi di certo non centrati. La finestra di funzionamento risulta essere leggermente più ampia rispetto a quella delle 9X8 wingless, ma non abbastanza da permettere delle prestazioni ottimali su tutte le piste del Mondiale. E soprattutto senza un BoP così favorevole.
Alpine fatica su una pista non congeniale alla A424. La LMDh francese, come riportato più volte dai tecnici, esprime ancora troppo poco carico, a causa di un progetto nato male per come si è sviluppato il BoP di Le Mans 2024, da abbinare alle carenze meccaniche. Nel finale, le vetture hanno mostrato un passo migliore, anche se il ritardo accumulato nelle prime ore di gara si è rivelato essere troppo grande. Da segnalare l’ottimo passo di Milesi sulla #35 sull’1:53.412, tra i migliori del lotto.
Aston Martin conferma i passi in avanti nella messa a punto e nella performance delle Valkyrie, che sfruttando un BoP molto generoso arrivano persino a controllare la gara nelle mani di Riberas. Proprio lo spagnolo ha la seconda media migliore della griglia, in 1:53.100, grazie soprattutto alle gomme nuove montate dopo la neutralizzazione (che i rivali non avevano). Sorensen ha spiegato a Sportscar365 la perdita di posizioni delle due vetture, legati alla tyre allocation e alle pressioni delle coperture.

WEC 2025 – 8 Ore del Bahrain: molte novità per il 2026
Il prossimo anno i temi caldi saranno molteplici. Molte squadre saranno impegnate in giornate di test sparse per le piste europee, come BMW, in difficoltà con una M Hybrid V8 che non riesce a gestire bene le gomme e che per l’anno prossimo sarà sostituita dalla versione Evo, già in pista quest’estate. WRT tornerà in pista ad Aragon il 25-26 novembre, mentre a Portimao, dal 26 al 27 sarà la volta di Ferrari. Infine, non mancheranno i soliti test di fine anno in Qatar, con Aston Martin e Toyota presenti il 10 e il 12 dicembre.
Ad inizio dicembre ci sarà Cadillac, con le squadre nordamericane Wayne Taylor Racing e Action Express Racing, quasi sicuramente in azione con la V-Series.R aggiornata. Ricky Taylor, impegnato sulla LMDh americana nell’IMSA, ha parlato di un aggiornamento a 360°, agente su freni e sulla carrozzeria della vettura. “Penso che per il 2026 mostreremo miglioramenti generali sulla vettura. Stiamo lavorando assieme a Dallara su come migliorarla e come introdurre nuovi aggiornamenti di design“, ha dichiarato a Sportscar365 Keely Bosn, direttrice del programma Cadillac.
Toyota non sarà esclusa dal gruppo di costruttori che aggiornerà la propria vettura, con la nuova Evo che arriverà per riempire le carenze della ormai anziana GR010 Hybrid. Bisognerà capire cosa deciderà di fare Peugeot, anche se sembra che siano proiettati verso un ulteriore aggiornamento della vettura, piuttosto che omologarne una nuova. Da aggiungere anche le nuove Michelin, con una struttura e composizione diversa rispetto alle attuali, assieme al debutto di Hyundai con la GMR-001. Infine, anche Alpine sarà presente in Bahrain questo mercoledì per dare a Felix da Costa quanta più esperienza possibile, e questo non esclude il debutto di nuove parti.
Crediti Foto: Toyota, Ferrari, BMW




