La 6 Ore di COTA si è dimostrata essere una gran gara, ricca di colpi di scena e di condizioni estreme. Non a caso Fuoco ha definito quest’ultima come “La gara più complessa da quando siamo in questo campionato“. Il bagnato ha aiutato ad appiattire le prestazioni, permettendo alle vetture più stabili di emergere. Porsche può ritenersi soddisfatta dopo aver svolto una gara perssochè perfetta, se non fosse stato per il contatto rimediato a Pier Guidi da parte di Estre.
Nelle LMGT3 la #54 di Vista AF Corse si trovava nella condizione di poter vincere la prima gara stagionale, se non fosse stato per la penalità inflitta a fine gara. Rigon, in grande spolvero sulla 296 LMGT3 nel finale di gara, ha passato la Ford #77, ancora in pista con le gomme da bagnato. Su tutti è stata la McLaren #95 di Leung-Gelael-Sato a imporsi, sfruttando la penalizzazione della #54. A podio anche la #46 di Rossi.
WEC – Lone Star Le Mans, ANALISI Hypercar: Porsche trova nel bagnato una grande prestazione
Se già nella analisi dell’ultima sessione di prove libere la 963 #6 aveva mostrato un buon passo gara, pur sempre in condizioni fresche di pista asciutta, in gara possiamo dire con certezza che la vettura tedesca abbia trovato le sue condizioni migliori di questo fine settimana. La 963 di conferma, perciò, la LMDh più completa, spezzando un digiuno di vittorie iniziato lo settembre per Porsche Penske Motorsport.
Di base le LMH, come di Toyota e Ferrari, hanno quattro ruote motrici grazie ai motori elettrici posizionati sull’asse anteriore, il che di fatto le rende delle AWD nelle curve veloci, garantendo più trazione (solamente sopra ai 190 Km/h) nelle condizioni di poco grip, come quelle di ieri. Questa caratteristica però si esprime maggiormente nelle piste veloci, non come quella texana, composta da sezioni lente e tornantini. La 963 ha sofferto, quest’anno maggiormente, il suo comportamento brusco e sovrasterzante, che si abbina perfettamente allo stile di guida di Estre, come al solito velocissimo in condizioni veramente critiche.
Gli stint finali del francese sarebbero stati di fatto perfetti, se non fosse per il contatto e la conseguente foratura subita da Pier Guidi, di fatto rovinando la gara della #51. Già prima della ripartenza Estre si era affiancato alla 499P ufficiale, ricevendo solamente un warning dalla direzione gara. Il contatto in curva uno c’è stato, nonostante l’italiano avesse lasciato molto spazio. Come detto da Calado, Alessandro sapeva che l’obiettivo primario era fare punti per il campionato, e per questo non avrebbe resistito troppo all’attacco della #6. Pier Guidi, relegato in 13esima piazza, è stato protagonista di una rimonta furiosa, salendo fino alla quinta posizione, sfruttando una vettura versatile ed efficacie persino sul bagnato (qui l’approfondimento sulle prestazioni delle 499P).
Di conseguenza torna a mente la prima parte di stagione, assolutamente insufficiente per Penske, dove le vetture tedesco-americane hanno ottenuto piazzamenti ai margini della top 10. In Ferrari ne avevano già parlato, supponendo che la squadra americana si stesse concentrando maggiormente sulla preparazione della 24 Ore di Le Mans, tralasciando parzialmente i round iniziali. Questo pensiero potrebbe avere un fondo di verità, giudicando la stagione nel complesso, partendo proprio dai risultati ottenuti in pista. Sull’asciutto avremmo potuto vedere una gara differente, con delle prestazioni più distanziate fra le varie vetture su una pista non poco aggressiva sugli pneumatici.
Non a caso al termine della gara, in condizioni tendenti verso l’asciutto, le 499P stavano uscendo allo scoperto, con delle gomme wet molto consumate e difficili da tenere in temperatura. Chiude sul podio anche la Peugeot #94, con la #93 subito dietro, in quarta posizione. La squadra francese è stata ottima a capitalizzare un ottimo BoP, con Vandoorne sul finale intento a difendersi su Molina, potendo sfruttare la velocità della 9X8 sotto ai 150 Km/h, anche se fallendo nell’impresa. In queste condizioni, più che la parte tecnica è quella umana che fa la differenza, tra piloti intenti a gestire le vetture in condizioni di grip estremo e muretto intento a gestire la strategia. Però nel finale di gara erano evidenti le differenze di velocità tra la #50 e la #94, parecchio in difficoltà con le gomme.
BMW esce dal weekend di Austin con le ossa più che rotte, tra il problema accusato dalla #20 in regime di Safety Car al sistema di isolazione dell’ibrido, che rendeva la vettura esposta a cortocircuiti rendendo impossibile la guida in sicurezza, e gli stint di Marciello, in grande difficoltà sul bagnato. Lo svizzero ha sofferto numerosi testacoda a causa anche di una vettura molto complessa da guidare nelle condizioni di domenica. van der Linde aveva descritto Austin come una pista non troppo favorevole alla M Hybrid V8 già nelle FP3, sensazione peggiorata sensibilmente sull’acqua. La casa bavarese ha agito pesantemente sulla vettura, introducendo un joker agente sull’aerodinamica, lavorando sull’aria sporca e spostando il bilanciamento di base della vettura più all’anteriore.

WEC – Lone Star Le Mans, ANALISI Hypercar: Cadillac recupera bene, non pervenuta Alpine
Cadillac si è confermata molto veloce nelle condizioni di bagnato. Già alla 6 Ore di Imola 2024 avevamo osservato una V-Series.R in spolvero in tali condizioni, probabilmente sfruttando un progetto concentrato più sul carico aerodinamico piuttosto che sulla riduzione della resistenza all’avanzamento. Bamber e Lynn hanno risalito molto bene la classifica, con la #38 che ha chiuso sesta e la #12 ottava, conquistando ottimi punti per Jota Sport.
Nelle ultime ore di gara le due vetture americane si trovavano in quinta e settima piazza, per poi essere costrette ad effettuare uno splash and go negli ultimi minuti. E’ una cosa comune nelle gare movimentate e caratterizzate da neutralizzazioni, che di fatto spezzano il ritmo e aprono la porta a diverse strategie di attacco. Cadillac scende in terza piazza nella classifica costruttori, a soli quattro punti da Porsche, col rammarico di una sessione di qualifica disastrosa, che di fatto ha compromesso tutto il weekend di casa.
Non pervenuta Alpine. Se sull’asciutto le due A424 si trovavano a loro agio sulla pista americana, l’acqua ha mescolato le carte in gioco. Mentre la #36 di Makowiecki ha sofferto un acquaplaning in curva due, eliminata così dalla corsa in modo precoce, la #35 ha chiuso all’11esimo posto. La vettura francese ha mostrato di avere un ottimo potenziale, mai del tutto concretizzato nelle ultime uscite.
Un gran peccato il finale di gara per Aston Martin. Le due Valkyrie si trovavano stabilmente al ridosso della top 10, per poi soffrire dei problemi nel finale di gara. La #009 ha mostrato un passo superiore alla #007, entrambe ritirate a fine gara. Heart of Racing sta sicuramente migliorando, imparando a sfruttare l’ottimo BoP offerto alle due LMH inglesi. I problemi di affidabilità sono un problema da risolvere il prima possibile, alla luce di una griglia estremamente competitiva.
Beffata anche la #99 di Proton Competition, molto veloce in qualifica grazie al giovane Nico Varrone che però ha perso la vettura, finendo in ghiaia. La squadra tedesca Proton Competition aveva lanciato un appello alla casa madre, viste le loro difficoltà a gestire la 963. Mentre la #83 privata di AF Corse si è sempre mostrata veloce come le due ufficiali, persino battendole alla 24 Ore di Le Mans, Neel Jani aveva parlato della distanza a livello tecnico tra loro e il team ufficiale, augurandosi un cambio di rotta dai vertici Penske.
La 6 Ore del COTA si è rivelata essere la migliore della stagione, assieme all’intramontabile 6 Ore di Spa. Le condizioni estreme, anche se non ci hanno permesso di avere un quadro tecnico preciso a fine giornata, hanno messo davanti a tutto la capacità dei piloti nel gestire le situazioni di difficoltà. Le 499P sono riuscite lo stesso ad emergere a fine gara, alla luce di un progetto pressochè formidabile. Male anche Toyota, su cui dedicheremo un approfindimento.

WEC – Lone Star Le Mans, ANALISI LMGT3: Ferrari beffata nel finale, Rossi a podio
La gara, per quanto riguarda la LMGT3, ha rispettato le attese. Le posizioni sono state mescolate sin da subito, con i bronze alle prese con delle condizioni assolutamente non facili. Ford è stata costantemente veloce, con Proton Competition non impeccabile nel finale, decidendo di non montare le gomme slick, come invece fatto da tutti gli avversari diretti.
Sul finale sono uscite le due 296 LMGT3 di Vista AF Corse, aiutate da due piloti eccellenti quali Davide Rigon e Alessio Rovera. Il primo citato sul finale ha passato la Ford #77 al tornante, purtroppo senza causare un contatto. E’ stato perciò penalizzato di 5 secondi, cloncludendo la gara al terzo posto. La #21 di Rovera, invece, dopo aver sorpassato la #54, si è ritrovata 12esima a causa di un problema.
Vince, finalmente, United Autosport, grazie alla penalità inflitta a Rigon. La #59 di Leung-Gelael-Sato è stata nelle prime posizioni della classifica per tutta la durata della gara, capitalizzando nel finale. Anche la #95 ha terminato in top 5, a dimostrazione del buon lavoro svolto dalla squadra inglese.
La Porsche #92 leader del campionato ha chiuso in settima, massimizzando nel finale una vettura in completa difficoltà con le gomme sul finale. Le 992 GT3 R, che normalmente trovano nelle condizioni miste il loro terreno di caccia, hanno perso tutto nel finale, con la #85 di Iron Dames ritirata. Delude anche la #33 di TF Sport, terza nel Mondiale, ai margini della classifica per tutta la durata della gara.
Chiude sul podio Valentino Rossi, assieme ad Harthy e van der Linde. Le due BMW LMGT3 nel finale hanno mostrato un’ottima velocità, risalendo velocemente la classifica. Le gomme slick hanno rimescolato i valori in campo, aiutando apparentemente le vetture tedesche. Problemi per la Lexus #87 vincitrice in Brasile, costretta ad una sosta prolungata ai box. Quinta la #27 di Mattia Drudi, conquistando ottimi punti.
Se già di suo la LMGT3 è molto complessa da decifrare a causa del BoP e dei gentlemen drivers, lo diventa ancor di più dopo una gara come quella di domenica. Le numerosi neutralizzazioni hanno annullato le diverse strategie in campo, diventando una specie di roulette. In caso di pista asciutta vetture come Aston Martin e Ferrari sarebbero uscite maggiormente allo scoperto, forti di una grande gestione gomma. In ottica campionato la #92 aumenta il suo vantaggio, dimostrandosi molto costante. La #21 resta l’unica con delle possibilità di spodestare Manthey dalla vetta, ma servirà essere perfetti.
Grazie WEC, per una vera e propria gara endurance.
Crediti Foto: WEC Stats su X, Ferrari Hypercar su X, FIAWEC su X