Ferrari, nel mondo delle competizioni a ruote coperte, ha il potenziale per chiudere al meglio l’anno prima del debutto della 296 GT3 Evo. La vettura, in mano a diverse squadre clienti, si sta comportando molto bene, tanto da ritrovarsi in gioco per la conquista dei titoli DTM e IMSA, assai importanti nel panorama internazionale.
Da molto tempo elogiamo la capacità della vettura italiana di adattarsi alle diverse condizioni in cui si ritrova, grazie alla sua finestra di funzionamento estremamente ampia. Tuttavia, abbiamo già parlato delle difficoltà di AF Corse con le nuove Pirelli DHG, che sembrano non mettere la vettura nelle condizioni migliori. Però, d’altra parte, Emil Frey Racing nel DTM si trova in seconda posizione in campionato grazie a Jack Aitken, il che complica qualsiasi tipo di giudizio definitivo.
Ferrari Competizioni GT: Pirelli è il vero problema?
La stagione 2025 sarebbe dovuta essere, sulla carta, molto positiva per il Cavallino Rampante nelle Competizioni Gran Turismo, con ben due vetture a giocarsi entrambi i titoli GT World Challenge. Con ambedue le macchine provenienti dai cancelli di Maranello, le attese erano davvero alte, anche alla luce del titolo piloti conquistato l’anno prima, talvolta nella serie Endurance.
Allora qual è stato il problema della 296 nel GT World Challenge? Non ci sono state particolari modifiche al campionato a livello tecnico. L’unico cambiamento rilevante è stato proprio quello apportato dalla casa italiana. La nuova DHG, che sfrutta materiali naturali come certificato dalla sigla FSC, vuole prima di tutto migliorare le prestazioni in pista.
Lo pneumatico 2025, introdotto già l’anno scorso ma solamente sulle GT2, sulla carta ha ampliato la famigerata finestra di utilizzo, garantendo delle prestazioni più costanti nella lunghezza di uno stint e performance al limite più semplici da estrarre. La nuova struttura avrebbe garantito tutto ciò, grazie a dei materiali pensati appositamente per migliorare l’impronta a terra e per funzionare al meglio in uno spettro di condizioni più ampio.

Nella GT3 ci sono moltissime vetture con caratteristiche altrettanto differenti. Basti paragonare la struttura di una Mustang GT3, con un V8 aspirato da 5.4 litri posizionato anteriormente a quella di una 296 GT3, con un V6 turbo centrale-posteriore da 3 litri, che quindi garantisce un’ottima distribuzione del peso. Di conseguenza ci saranno delle vetture che si adatteranno meglio a delle condizioni rispetto ad altre.
Certo, la chiave è sempre quella di arrivare al limite del carico espresso dal regolamento, in modo da compensare eventualmente delle carenze create dal BoP, altra variabile “impazzita” nel mondo delle Gran Turismo. Una vettura vincente in questo mondo può esserlo esclusivamente se lavora ottimamente in più condizioni. È esplicativo quando accaduto alle 296 a Misano, quando l’organizzatore ha modificato il peso delle vetture prima di gara uno.
Bertolini, nel corso della 24 Ore di Spa, aveva dichiarato che AF Corse avesse non pochi grattacapi nella gestione dell’anteriore della vettura in condizioni di traffico, problematica però lamentata anche da altri. Viene da credere, quindi, che la 296 funzioni al meglio con le DHG solamente quando si trova nelle condizioni ottimali, dettate da BoP, asfalto, pista, temperatura eccetera. Brands Hatch ne è un esempio, come anche lo è Misano. Sull’Adriatico la #51 ha sofferto enormemente il degrado gomma, che è stato tra l’altro la chiave della 24 Ore di Spa.
Ferrari Competizioni GT: DTM e IMSA i grandi obiettivi
Nel DTM, grazie all’esperienza maturata da Emil Frey Racing col passare delle stagioni, Aitken si trova attualmente in seconda posizione, in piena lotta per la conquista del titolo. Il campionato tedesco è un altro palcoscenico complesso da decifrare, dove non mancano cambiamenti di BoP last minute. La vittoria al Nurburgring è stata fondamentale, ma allo stesso tempo limitante per gara due.
Ad esempio a HRT, squadra factory Ford che si sta occupando della Mustang GT3, è stato concesso di togliere il sistema di raffreddamento dalla vettura americana, in modo da garantire a Maini e Scherer una macchina non più pesante degli avversari. La Mustang soffre particolarmente la gestione delle gomme, portandole facilmente al surriscaldamento. Non dimentichiamoci che nella serie tedesca Pirelli ha portato le nuove DHG.
Alla fine di tutto, si tratta di una conseguenza diretta del BoP. Basti pensare alle prestazioni altalenanti che hanno avuto le vetture svizzere al Norisring, pista in cui la velocità massima è molto importante. Proprio lo scorso luglio le due Ferrari #14 (Aitken) e #69 (Vermeulen) hanno portato a casa punti importantissimi, grazie ad un doppio podio. Tuttavia, realisticamente resta remota la possibilità di vedere la seconda vettura italiana trionfare nel DTM per il secondo anno di seguito…

L’IMSA rappresenta allo stesso modo un campionato particolare, con delle tendenze che non possono essere adottate in campionati europei. DragonSpeed, con Altoè e Costa, sta svolgendo una stagione egregia. Sono stati pochi gli errori, con anche una vittoria conquistata al Canadian Tire Motorsport Park, in un weekend parecchio difficile per la squadra. Lo stesso Albert Costa ha parlato di un fine settimana in cui dopo la qualifica si trovavano in una situazione definita “dead last“.
Nella sessione del sabato la vettura #81 era un secondo più lenta del tempo della pole position, firmata dalla BMW #1, ritrovandosi in ultima posizione di classe. Le 296 GT3 erano state chiaramente azzoppate dal BoP quel weekend, ma la squadra americana ha saputo sfruttare la strategia, ritrovandosi in prima posizione all’ultimo stint di gara e vincendo, conquistando punti fondamentali per il campionato.
Le competizioni sono appassionanti per molteplici motivi, partendo dalle tante vetture presenti al racing vero e proprio. Il BoP, purtroppo, è un compromesso vitale e, che piaccia o no, vivrà di pari passo con le competizioni Gran Turismo. Tuttavia, sorprende e incuriosisce il livello raggiunto da molteplici costruttori, che seguendo la scuola Ferrari, stanno di fatto trasformando questo mondo.
Crediti Foto: DTM su X, IMSA