Lamborghini, assieme al Grasser Racing Team, trionfa alla 78esima edizione della 24 Ore di Spa, con una vettura che ha dimostrato un passo degno dei migliori sin dalle primissime battute di gara. Il trio Bortolotti–Engstler–Pepper è rimasto nelle prime dieci posizioni nelle prime fasi di gara, per poi uscire allo scoperto nel corso della notte.
Secondo l’equipaggio #96 di Rutronik, che ha saputo sfruttare, baciati dalla fortuna, molto bene delle neutralizzazioni che hanno ridotto di molto il tempo perso ai box. Terza la #51, che dopo aver perso un giro alla partenza per un avaria all’impianto frenante è riuscita a recuperare il giro di distacco dalla vetta, chiudendo sul podio.
IGTC, ANALISI 24 Ore di Spa: Huracan gentile con le gomme, Ferrari paga il giro perso
Alla vigilia della gara, Jordan Pepper, factory Lamborghini, aveva trasmesso una certa fiducia nella sua Huracan Evo 2, puntando molto alla sua efficacia con gli pneumatici Pirelli, che questa stagione hanno creato non pochi grattacapi a tutti.
La #63 nel corso delle prime ore di gara è rimasta attaccata al gruppo di testa, che era ancora in una fase di attesa. Infatti, fino alle ore di buio, la chiave è nel “sopravvivere”, restando nel giro del leader senza perdere eccessivo tempo. Poi la vettura di GRT ha mostrato ottime prestazioni durante la notte, dimostrandosi la migliore nella gestione delle P Zero DHG.
Quando è tornato il sole le temperature si sono immediatamente rialzate, mandando il crisi gran parte delle vetture. È proprio lì che la vettura di Bortolotti ha alzato il ritmo, ritrovandosi a condurre la gara in tranquillità, fino a quando la #96 ha sfruttato le FCY per rimettersi in gara.
Ferrari ha faticato a trovare un buon bilanciamento con le nuove gomme Pirelli, BoP a parte. La vettura di Maranello ha sofferto più di altri il degrado, come anche riportato da Rovera nel corso della gara. A livello di setup i piloti erano tutti abbastanza soddisfatti, il che fa pensare che proprio le gomme siano il vero problema delle 296 GT3 questa stagione.
Inoltre, il giro perso ad inizio gara dalla #51 ha portato la vettura a dover recuperare velocemente molto terreno. Il tempo perso resta molto, con il beneficio del dubbio di dove sarebbe potuta essere la vettura di Pier Guidi-Rovera-Abril senza il problema ai freni. Proprio Pier Guidi ha dimostrato ancora una volta la sua eccezionalità in gara, portando a casa un sorpasso capolavoro in fondo al Kemmel con tanto di passaggio sull’erba.

Anche Rovera ha confermato la sua velocità, soprattutto negli ultimi stint, alle prese con un Marciello a dir poco polemico ai microfoni del commento italiano. Il pilota svizzero si è permesso di esprimere diverse perplessità sulla squadra italiana, facendo intendere, con dichiarazioni a roventi, che AF Corse abbia un “potere particolare” sul BoP.
IGTC, ANALISI 24 Ore di Spa: Un Marciello polemico non basta ad una BMW sottotono
Il pilota ufficiale BMW non è la prima volta che si rende protagonista di uscite infelici, come anche avvenuto alla passata edizione della 24 Ore di Le Mans, quando parlava di come le 499P potessero sfruttare molta potenza in più degli avversari, nonostante un BoP che andava proprio contro questo aspetto.
Potrebbe essere un comportamento dettato dalla frustrazione, alla luce di una gara che non è andata affatto bene per il marchio bavarese. Nessuna delle cinque M4 GT3 Evo ufficiali è riuscita a salire sul podio, proprio con la vettura dello svizzero penalizzata di 30 secondi a fine gara a causa delle violazioni sui track limits eccessive.
Molti piloti ufficiali nel corso delle ore del mattino hanno evidenziato le carenze della vettura a livello di grip, che era messo a dura prova con delle temperature così alte. Da aggiungere, poi, la pista, che mette molta energia sulle gomme, e delle Pirelli che sembrano non aver convinto gran parte dei piloti.
A regnare è la titubanza dopo aver assistito a delle dichiarazioni del genere. Marciello nel corso della sua intervista ha voluto anche specificare che sarebbe stato meglio non rilasciare affermazioni simili, in un comportamento che contiene un fondamento di infantilità. Ovviamente WRT avrà dei dati a disposizione per confermare questa teoria, e per questo è corretto credere alle sue parole, vero?
Tornando alla pista, BMW non potrà di certo essere soddisfatta dopo una gara del genere, in cui il supporto tecnico dalla casa madre ha superato ogni attesa. La #31 è stata sfortunata ad inizio gara dopo aver sfruttato in maniera poco efficacie una neutralizzazione, come anche successo alla #9 ritirata, mentre la #46 non ha mai avuto il ritmo necessario a vincere con un equipaggio relativamente giovane nelle gare Endurance GT3 (Rast compreso, che ha corso con BMW solo nel DTM).
Anche la #32 è rimasta indietro, faticando non appena le temperature si sono rialzate. Le ROWE erano le migliori M4 in gara, sensibilmente più veloci delle vetture del team belga, capaci di rimanere in battaglia fino alla fine. Avrebbe poco senso attribuire la colpa di queste prestazioni alle gomme Pirelli, viste le prestazioni avute ad inizio stagione.

IGTC, ANALISI 24 Ore di Spa: Delude Mercedes con una AMG che non basta più
Mercedes, dopo aver subito assieme a Ferrari e McLaren una penalizzazione sul peso prima della gara, ha controllato le primissime ore, rimanendo in lizza con la #17 di GetSpeed e la #48 di Winward Racing, mentre la #9 di Boutsen VDS aveva pagato a caro prezzo una chiamata azzardata a seguito di una netralizzazione.
Il team di casa ha faticato per tutto l’inizio stagione, ed è stata una boccata d’aria per i tecnici belga rivedere la vettura in lotta per le posizioni avanzate della classifica. Purtroppo però, la vettura è stata costretta al ritiro nella serata di Spa, a causa di un problema al sistema di raffreddamento. Simile destino per la #17, che si è ritirata dopo che Schiller ha azzardato una manovra sulla vettura di Alberto di Folco, anch’esso ritirato.
La #48 di Cairoli–Engel–Auer dopo aver subito il drive trought nelle ultime ore di gara non è più riuscita a tornare nel gruppo dei primi, perdendo un giro. La casa tedesca sembra sia da tempo al lavoro su una nuova vettura GT3, attesa per il 2027 come riportato da Wendl, con una AMG GT3 Evo che sembra non bastare più contro le nuovissime vetture, di una scuola di pensiero differente.
Le vetture iscritte alla classe Pro che potevano godere di supporti ufficiali dalle case madri erano molto vicine, ed è stata l’affidabilità e la prontezza della squadra a fare la differenza, quindi il fattore umano di cui parlavamo nella preview della gara. Al termine delle 24 ore la macchina che ha sorpreso maggiormente è stata sicuramente la Huracan, che anche nelle mani della squadra di Vincenzo Sospiri Racing stava esprimendo ottime prestazioni, prima del ritiro nell’alba belga.
La chiave quest’anno è stata la gestione gomme, con una 296 GT3 in difficoltà soprattutto nella gestione dell’aria sporca, rimanendo per molto tempo bloccata dietro ad altre auto più lente, come la Ford #64, costretta al ritiro dopo un contatto con la #48 di Engel, o alla #998 di ROWE nel corso della mattinata. Con la 296 GT3 Evo questo problema dovrebbe essere mitigato dalla finestra di utilizzo più ampia.
Possiamo dire che alle spalle della #63, che ha sorpreso un po’ tutti, c’erano molte vetture, come anche Porsche, che con la #96 di Rutronik è rimasta nella lotta per la vittoria fino alla fine. McLaren è parsa tanto buona in aria libera nelle prime fasi di gara quanto in difficoltà con le basse temperature, il che ha portato la #59 al sesto posto al traguardo.
IGTC, ANALISI 24 Ore di Spa: Verstappen inizia la sua carriera vittoriosa nel GT
La Aston Martin #33 di Verstappen.com Racing, gestita dal team 2Seas Motorsport, ha vinto la categoria Gold, dopo che la McLaren #58 ha accusato una foratura all’ultimo giro di gara, relegandola al secondo posto di classe. Un grande inizio di stagione per la squadra dell’olandese, culminata con la vittoria di categoria nella “gara delle gare” per le vetture GT3.

La Vantage GT3 Evo vince anche nella Silver grazie alla sola vettura di Walkenhorst Motorsport rimasta dopo il forfait della #34 a causa dell’incidente di Chaves in Superpole. Dopo la deludente 24 Ore del Nurburgring, il costruttore inglese si è visto escluso dalla lotta per la vittoria anche questo weekend, con la #007 ritirata nel corso della notte, per l’ennesima noia tecnica che sembra affliggere pesantemente la vettura.
Nella Bronze la Ferrari 296 GT3 del Kessel Racing continua la sua ottima stagione. La #74 di Marschall–Laursen–Blattner–Robichon dopo una grande battaglia con la #81 di Gabriele Piana ha prevalso sulla pista delle Ardenne, mettendo di fatto una mano sul titolo piloti di classe.
La cosiddetta “72 Ore di Giugno” è terminata, con tre costruttori diversi a vincere le rispettive classi, sia nelle GT che nelle classifiche assolute. Fortunatamente il prossimo anno saranno più lontane tra di loro, anche se questo periodo sarà sicuramente ricordato come uno tra i più intensi nella storia del motorsport.
Queste gare possono dare e togliere molto. Il lavoro svolto da team e piloti è immenso, e non dura una sola settimana, anzi. Molto spesso la preparazione per gare simili inizia 12 mesi prima della bandiera verde. Nonostante tutto ciò, basta un nulla per perdere tutti gli sforzi fatti, chiudendo la gara con un misero ritiro. Questo è il brutto, ma anche il bello, delle gare endurance.
Crediti foto: Sportscar365, Ferrari Races su X, Dan Harper su X, Aston Martin Racing su X
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