Lo scorso gennaio, in considerazione della deriva presa dai piloti nel corso dei Gran Premi di Formula 1 con un linguaggio eccessivamente scurrile, il Presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, ha iniziato una lotta senza quartiere a proposito del codice di condotta e dell’uso del turpiloquio, inimicandosi i conducenti e gran parte di fan e appassionati.
Il primo a farne le spese è stato Adrien Fourmaux, rallista francese, multato per aver utilizzato espressioni considerate volgari al termine del Rally di Svezia 2025, un episodio che ha riacceso il dibattito sulla libertà di espressione nel mondo dei rally.
Parolacce in F1: la soluzione è vietare le dichiarazioni a caldo?
Jonne Halttunen, copilota del rallista Kalle Rovanperä, in merito alla controversia ha dato un suggerimento a Place de la Concorde per evitare incidenti del genere.
Halttunen sostiene che le interviste immediatamente successive alle prove speciali siano un momento di grande carica emotiva, in cui i piloti e i copiloti, appena usciti da situazioni ad alto rischio e adrenalina, non possono sempre controllare il proprio linguaggio per adattarlo a standard di correttezza formale. Egli afferma: “Se vogliono solo un linguaggio raffinato al 100%, forse le interviste non dovrebbero avvenire immediatamente all’arrivo della prova speciale. Potrebbero aspettare fino alla zona media o al service park“.
Secondo Halttunen, la pressione di dover rispondere a un microfono subito dopo aver affrontato condizioni estreme – in cui “rischiamo la vita ogni secondo” – rende difficile esprimere pensieri in modo “politicamente corretto“.
Il copilota finlandese sottolinea inoltre il valore delle emozioni “crude” che caratterizzano i rally, un aspetto che, a suo avviso, rappresenta l’essenza stessa dello sport. Fa un parallelo con il passato, ricordando come le interviste di 20-30 anni fa, ancora oggi popolari su YouTube, fossero apprezzate proprio per la loro autenticità e spontaneità, senza filtri imposti. “Quello che amo di questo sport è che è pieno di emozioni“, aggiunge, suggerendo che censurare tali momenti rischi di snaturare l’identità del rally.
La posizione di Halttunen ha trovato eco tra molti appassionati e addetti ai lavori, che vedono nelle emozioni non filtrate un elemento distintivo dei rally rispetto ad altri sport motoristici. La polemica, che dura da settimane, solleva quindi una questione più ampia: fino a che punto la FIA debba regolamentare il comportamento verbale dei piloti, soprattutto in un contesto di adrenalina e pericolo come quello delle prove speciali, e se tale regolamentazione non finisca per impoverire lo spettacolo e la connessione con il pubblico.
Crediti foto: FIA