Il Gran Premio degli Stati Uniti ha rappresentato una forte delusione per il team McLaren. Arrivati in Texas con i favori del pronostico, i due piloti “papaya” si sono dovuti accontentare di un quarto e quinto posto, rimanendo ai piedi del podio.
Non solo la Ferrari, ma anche la Red Bull, con Max Verstappen, è riuscita a chiudere sia la sprint che la gara canonica davanti a Lando Norris, aumentando il vantaggio di qualche lunghezza, cosa molto preziosa quando mancano solo cinque gare al termine.
Forse a Woking stavolta hanno sbagliato il timing per presentare gli aggiornamenti. Ad Austin la MCL38 è stata rivista in molte parti, ma, complice l’unico turno di libere su cui si poteva contare durante un weekend dal formato anomalo, non è stato possibile testare la validità delle novità, e soprattutto non si è riusciti a trovare quell’assetto valido per contrastare una Ferrari che ha sorpreso tutti. Non a caso sulla SF-24 non è stata apportata alcuna modifica rispetto a quanto accaduto nella gara precedente, se non i soliti adattamenti al layout della pista.

Nelle prossime gare, quindi, si proverà da un lato a capire se gli aggiornamenti introdotti possono effettivamente accrescere il potenziale già grande della vettura, ma dall’altro si punterà a introdurre ulteriori migliorie per non lasciare nulla di intentato e provare a mantenere il primo posto nella classifica costruttori e, perché no, tentare l’ultimo disperato assalto alla corona iridata piloti, che sembra potersi confermare sulla testa di Re Max Verstappen III, quasi IV.
In un contesto tecnico e regolamentare che non favorisce appieno il progresso intra-stagionale, Andrea Stella, team principal della McLaren, ha annunciato che altri update verranno introdotti a breve. L’ingegnere italiano ha spiegato che l’Hermanos Rodríguez dovrebbe meglio sposarsi con le caratteristiche della vettura, ma che è necessario spingere ancora sul fronte aggiornamenti.
Stella ha detto che il pacchetto introdotto ad Austin, a dispetto del volume delle novità, non era poi così grande e che soprattutto non aveva un enorme potenziale in termini di impatto sul tempo sul giro. Per integrare quanto presentato negli Stati Uniti, McLaren nelle prossime due gare introdurrà degli elementi che non vanno considerati dei correttivi, ma veri e propri supporti a quanto già definito.
Ovviamente lo scopo è far funzionare un “package” che finora non ha dato i risultati previsti. È vero che Stella e lo staff tecnico non si aspettavano progressi clamorosi, ma al Circuit of the Americas abbiamo osservato una frenata per la monoposto inglese.

Ora McLaren cambia paradigma
Il team non può più procedere con la cautela che ha caratterizzato il suo cammino fino a questo momento. Per molto tempo i responsabili del progetto hanno ritardato l’introduzione di elementi già definiti proprio perché la macchina aveva un vantaggio prestazionale su una concorrenza che non riusciva a colmare il gap. L’exploit della Ferrari e il parziale ritorno della Red Bull, che al COTA ha portato un nuovo fondo che si è ben comportato, spingono McLaren a un cambio di paradigma.
Ora, per continuare a vincere, serve attaccare, non si può più gestire. E questo deve avvenire in pista sul lato piloti, da un punto di vista strategico, ma anche e soprattutto sul versante tecnico. Ecco perché le ultime cinque gare rappresentano una sfida entusiasmante. I mondiali sono quanto mai aperti, anche perché gli avversari intendono sparare le ultime cartucce in una corsa tecnica all’ultimo sviluppo.
Crediti foto: McLaren F1