Il presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile, ex pilota e manager emiratino Mohammed Ben Sulayem, è stato al centro di molte discussioni quest’anno per motivi spesso controversi, che hanno indebolito la sua immagine e ciò che rappresenta.
Poco prima del Gran Premio d’Azerbaijan, il numero uno di Place de la Concorde ha richiamato i piloti utilizzando l’infelice stereotipo del “rapper”, criticando il linguaggio scurrile emerso durante i momenti caldi di un Gran Premio. Lewis Hamilton non ha esitato a condannare pubblicamente le parole di Ben Sulayem, dando inizio a un vero e proprio scontro tra il presidente e i piloti.
Max Verstappen è stato il primo a subire le conseguenze di questa linea dura, ricevendo l’obbligo di svolgere lavori socialmente utili in Ruanda per aver pronunciato una parolaccia poco prima della cerimonia di premiazione.
Dopo il Gran Premio del Brasile, il direttore di gara Niels Wittich è stato rimosso dall’incarico per ragioni che, ancora oggi, rimangono oscure. La sua partenza ha segnato l’uscita di molte altre figure di rilievo all’interno della FIA. Al suo posto è stato nominato Rui Marques, ex direttore di gara delle categorie propedeutiche F2 e F3.
Dopo un tranquillo Gran Premio a Las Vegas, il sindacato dei piloti (GPDA) ha richiesto spiegazioni sui licenziamenti che continuano a colpire la FIA. Tuttavia, Ben Sulayem ha ignorato la richiesta, invitando i piloti a concentrarsi esclusivamente sulla pista.

Nel Gran Premio del Qatar, la severità della Federazione si è abbattuta sui piloti con sanzioni pesanti come non se ne vedevano da anni. Nel frattempo, tra il Gran Premio del Qatar e quello di Abu Dhabi, Ben Sulayem è stato impegnato a ricevere premi e riconoscimenti. A Monte Carlo, ha ritirato il “Coalition for Peace Award” dall’associazione “Peace and Sport” per la campagna della FIA contro gli abusi online.
Un’iniziativa encomiabile, che tuttavia contrasta con una gestione federale spesso opaca e poco trasparente. Oggi Ben Sulayem sembra seguire le orme di Jean-Marie Balestre, noto per il controverso rapporto con Alain Prost e i conflitti con Ayrton Senna.
Il Campionato Mondiale di F1 del 2025 si prospetta fin da ora imprevedibile e avvincente, ma ha bisogno di una FIA stabile e trasparente. Le organizzazioni che promuovono la pace dovrebbero inoltre riflettere meglio sui destinatari dei loro premi: troppo spesso i potenti mostrano due volti, uno da despota e uno liberale. Non ci si può limitare a osservare ciò che si vuole vedere.
Ad oggi, Ben Sulayem è una figura poco adatta a ricevere certi riconoscimenti, considerato che gestisce la Federazione imponendo il proprio volere e scoraggiando ogni forma di dissenso con licenziamenti e sanzioni. Dietro le apparenze, Mohammed Ben Sulayem non è ciò che molti credono.
Crediti foto: FIA