Quando Lewis Hamilton ha annunciato il suo passaggio alla Ferrari (era il 1° Febbraio del 2024, ndr), il mondo della Formula 1 non ha solo assistito a uno dei trasferimenti più inattesi e poi discussi della storia recente, ma ha anche percepito l’inizio di una rivoluzione che trascende i confini sportivi.
Il matrimonio tra il sette volte campione del mondo e la scuderia fino a prova contraria più rappresentativa del motorsport rappresenta non solo un’operazione tecnica di alto profilo (lo ha ribadito a più riprese Fred Vasseur, il grande architetto dell’intesa), ma anche un capolavoro di branding e marketing.
L’aspetto tecnico: un pilota da record per un team in cerca di rinascita
Dal punto di vista sportivo, l’approdo di Hamilton a Maranello è stato già interpretato come il tassello mancante per riportare la Ferrari alla vittoria nel Campionato del Mondo, un obiettivo che manca dal lontano 2007, quando fu Kimi Raikkonen a timbrare per l’ultima volta il cartellino iridato.
Con la sua esperienza e col bagaglio tecnico che porta dalla Mercedes, il britannico sfoggia un palmarès straordinario che si completa con una mentalità vincente e una capacità unica di stimolare il team e di indicare agli ingegneri la via per lo sviluppo della vettura. Tuttavia, fermarsi solo all’analisi tecnico-sportiva significherebbe ignorare il vero peso di questa operazione.

L’importanza del brand: binomio Hamilton – Ferrari tra lusso e performance
Hamilton non è solo un pilota. È un’icona globale, un ambasciatore dello stile e del lusso, capace di influenzare milioni di fan in tutto il mondo. È bastato vedere quante interazioni (che si contano in milioni) ha prodotto la sua foto all’esterno della residenza che fu di Enzo Ferrari accanto a una F40. Il suo trasferimento in Ferrari non rappresenta solo una scelta sportiva, ma un connubio attrattivo tra due brand che condividono valori commerciali che oggi funzionano perfettamente: esclusività, eccellenza e innovazione.
Un dettaglio che non è passato inosservato è il cambiamento negli accessori del pilota di Stevenage. Ora che Lewis Hamilton guida per la Ferrari, è passato dagli orologi IWC a quelli Richard Mille. L’RM67-02 edizione ‘Italia’ che indossava ieri a margine dei primi giri in pista è un gioiello della tecnica che pesa solo 32 grammi e costa quasi 300.000 euro. Questo cambio apparentemente marginale ci fa capire come al matrimonio abbiano contribuito altri soggetti come gli sponsor che da questo momento possono contare su un testimonial d’eccezione che da solo muove un consenso spropositato e che né Carlos Sainz né Charles Leclerc possono spostare.
L’influenza sui social media di Hamilton è immensa, tanto che può contare su più follower di quanti ne abbia la stessa Ferrari. Seguaci che “braccano” ogni sua mossa, dai circuiti di gara alle passerelle della moda, passando per le tante attività benefiche e alle sortite nel mondo della musica. Per gli sponsor, questo significa nuove opportunità di penetrare nei mercati emergenti e di ampliare il peso in quelli cui sono già presenti sfruttando una base vastissima di appassionati.
Inoltre, l’immagine di Hamilton come promotore della diversità e della sostenibilità offre alla Ferrari un nuovo volto, in grado di attrarre un pubblico giovane e attento ai temi sociali. Questo binomio non è solo una vittoria per i due protagonisti, ma anche per la Formula 1 stessa, che continua a crescere come fenomeno globale come i dati sciorinati da Liberty Media negli ultimi tempi suggeriscono.
Sostenere che Hamilton – Ferrari sia un’operazione strategica che unisce due mondi, quello sportivo e quello commerciale, non è errato. Indossare un Richard Mille da 300.000 dollari e più nel giorno in cui Lewis ha assaggiato per la prima volta una Ferrari da Formula 1 è la perfetta sintesi di questo scenario.
Dei risvolti tecnici e sportivi non è possibile ancora parlare perché bisogna attendere gli atti formali della stagione che si chiamano gran premi. Per ora il binomio tra le due icone ha vinto il mondiale del marketing. E sono bastati solo due giorni per farlo. Il messaggio mediatico emerso al debutto è potente: due leggende si sono incontrate e il mondo intero non ha potuto far altro che guardare rapito.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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