2.240 metri: Un’altitudine che sicuramente spaventa chi soffre di vertigini. Un’altezza, per rientrare nel nostro cono d’osservazione, che ha effetti non del tutto positivi sulle vetture di Formula 1. A questa quota si trova il circuito intitolato ai fratelli Rodriguez, sede del Gran Premio del Messico, ventesima gara del campionato mondiale di Formula 1 2024.
La carenza di ossigeno ha numerose implicazioni per le monoposto, spesso negative. Per un approfondimento, rimandiamo al nostro focus dedicato: leggi qui. Quando l’altitudine aumenta, infatti, la percentuale di ossigeno nell’aria resta costante, ma la pressione atmosferica diminuisce, rendendo l’aria più rarefatta e quindi con meno ossigeno disponibile.
A 5.800 metri, ad esempio, l’aria contiene solo la metà dell’ossigeno presente al livello del mare. Ciò significa che a Città del Messico l’ossigeno è inferiore di circa il 30% rispetto a un circuito come Zandvoort, che sorge vicino al mare.

GP del Messico: il doppio effetto dell’altitudine sulle vetture
Da un punto di vista aerodinamico, la rarefazione dell’aria richiede l’utilizzo di pacchetti ad alto carico per aumentare la downforce. Nonostante configurazioni alari simili a quelle di Montecarlo o dell’Hungaroring, qui si raggiungono velocità record. Qualche anno fa, Valtteri Bottas, con la Williams, ha superato i 360 km/h, dimostrando quanto la resistenza aerodinamica offerta dall’aria sia ridotta a questa altitudine.
L’effetto aerodinamico – e quindi anche estetico – è il più evidente, ma c’è un’altra implicazione ancora più seria, che riguarda le power unit, particolarmente penalizzate in termini di raffreddamento e di efficienza del turbo.
Il turbocompressore è alimentato dall’ossigeno, e con l’aria rarefatta di Città del Messico, deve girare a velocità maggiori per compensare la minore densità e recuperare prestazioni. Questo mette a dura prova la sua affidabilità.
Anche la parte ibrida è penalizzata poiché l’energia recuperata dai gas di scarico è inferiore, dato che il motore a combustione interna, avendo meno ossigeno per nutrirsi, produce meno potenza. Per compensare queste perdite, i motoristi intervengono sul software, aumentando però lo stress meccanico e termico sulle componenti.
Gp Messico 2024: come la Ferrari SF-24 si adatta alle specificità dell’Hermanos Rodriguez
Oltre a queste difficoltà operative, vi è il problema del raffreddamento. Come mostrato nelle illustrazione in basso di Chiara Avanzo, i tecnici della scuderia italiana hanno aperto ampie feritoie di sfogo sul cofano motore per migliorare la ventilazione. Questo intacca certamente l’efficienza aerodinamica della SF-24, ma aiuta a evitare problemi di affidabilità che potrebbero insorgere con sfoghi più piccoli.
Va anche sottolineato che questo intervento si è reso necessario in seguito all’ultimo Gran Premio degli Stati Uniti. Ad Austin, infatti, è emerso un calo di potenza sulla monoposto di Carlos Sainz, che aveva segnalato odore di benzina nelle fasi iniziali della gara. Per ovviare a questo problema è stato suggerito di agire sulla parte elettrica della power unit, cambiando alcuni parametri. Sia lui che Leclerc hanno adottato il “lift and coast” abbastanza massiccio nelle fasi finali per evitare problematiche più serie.
Non è comunque suonato nessun campanello d’allarme serio. I motoristi hanno semplicemente voluto preservare le unità motrici, soprattutto considerando che la vittoria era già assicurata. In generale, a Città del Messico il motore non è molto sollecitato, dato che si sta full gas solo per circa il 60% del giro.
Tuttavia, componenti come il turbo e come quelle elettriche subiscono forti sollecitazioni. È stato sicuramente un vantaggio chiudere la gara americana con un gap così ampio, che ha consentito di risparmiare qualcosa sui motori, che saranno riproposti per il weekend con il primo turno di libere di oggi.
Il GP degli Stati Uniti, quindi, ci ha mostrato una Ferrari competitiva ma anche pragmatica, che non solo guarda all’attualità ma si proietta anche agli eventi successivi. Un buon biglietto da visita per un Gran Premio che si prospetta avvincente.
Illustrazioni: Chiara Avanzo