C’è stato un tempo in cui Toto Wolff sembrava poter ascendere al soglio federale. Al termine del mandato di Jean Todt la candidatura del n°1 di Mercedes-AMG F1 era sempre più chiacchierata. Ma ci fu una vera e propria crisi di rigetto da parte della Formula 1 con Mattia Binotto a farsi capo di una cordata che si oppose alla prospettiva, tanto che l’attuale leader della Sauber si appuntò al petto questa medaglia. Vittoria di Pirro mentre la Ferrari affondava in difficoltà tecniche e la Mercedes vinceva a raffica.
Il nome di Wolff emerse anche in chiave Liberty Media, quando Chase Carey arrivò a fine mandato. Anche in quel caso gli altri team si misero di traverso temendo l’esplosione di un conflitto di interessi intollerabile. Risultato? Toto rimase al suo posto e Stefano Domenicali divenne CEO della F1, carica che ricoprirà ancora negli anni a venire.

Ora che il mandato di Mohammed Ben Sulayem sta per avvicinarsi alla data di scadenza sono riprese le speculazioni sul successore. Anche se recentemente il n°1 di Place de la Concorde ha rivisto alcune procedure interne attirando a sé critiche per il troppo accentramento di poteri, la carica presidenziale resta elettiva.
Il n°1 della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) viene stabilito attraverso un processo elettorale che coinvolge i membri della gruppo. Ecco come funziona:
- Candidatura
- I candidati devono presentare la loro candidatura con il supporto di almeno sette membri della FIA.
- Ogni candidatura deve includere un programma e una squadra di dirigenti.
- Votazione
- Il presidente viene eletto dall’Assemblea Generale della FIA, composta dai rappresentanti delle diverse autorità sportive nazionali (ASN) e membri della federazione.
- Il voto avviene a scrutinio segreto.
- Vince il candidato che ottiene la maggioranza dei voti espressi.
- Mandato
- Il presidente resta in carica per quattro anni.
- Può essere rieletto, ma dal 2021 il regolamento prevede un limite di tre mandati consecutivi.
- Ruolo del Presidente
- Supervisiona tutte le attività della FIA, incluse Formula 1, WEC, WRC e altre competizioni.
- Si occupa delle regolamentazioni e dello sviluppo del motorsport e della mobilità sostenibile.

Presidenza FIA: Toto Wolff rientra dalla finestra?
No, Toto non è candidato per la poltrona federale. Ma potrebbe esserlo sua moglie. Ricordiamo che Susie Stoddart, all’inizio dell’anno scorso, era stata oggetto di una verifica federale per presunti passaggi di informazioni a suo marito. Tutto nacque da una traballante ricostruzione giornalistica che la FIA aveva cavalcato aprendo un’indagine chiusa dopo poche ore per le proteste degli altri team principal e dietro le minacce di adire a vie legali della coppia. Cosa che poi si è concretizzata con una bella denuncia penale a carico dell’ex rallista emiratino. La giustizia sta facendo il suo corso ma nel frattempo si apre un altro fronte.
La vicenda non si è mai chiusa visto che la Stoddart – e come darle torto – se l’è legata al dito tanto da pensare di candidarsi alla dirigenza della FIA. La manager è attualmente amministratore delegato della F1 Academy, la serie rosa che fa da corredo ad alcune gare del calendario della Formula Uno. Alcune ricostruzioni porterebbero a ritenere che l’azione di Ben Sulayem sia stata inscenata per ostacolare la candidatura di Susie Stoddart ma potrebbe essere vero il contrari: la signora Wolff potrebbe realisticamente aver preso in considerazione la corsa ai vertici di Place de La Concorde proprio per far fuori il manager emiratino.
Nel vano tentativo di capire chi risponda a cosa e chi si sia mosso prima per ostacolare la controparte (immagine volutamente cervellotica per dare forma al caos che gira intorno al nuovo presidente che Liberty Media, giusto per aggiungere un altro soggetto, non vorrebbe fosse Ben Sulayem), arrivano i primi endorsement.
Damon Hill ha apertamente sostenuto il nome della Stoddart. Un parere che non sposta nulla in Federazione stante il meccanismo sopra descritto ma che apre una breccia che potrebbe condizionare l’opinione pubblica che di Ben Sulayem è aspramente critica per gli ultimi provvedimenti restrittivi presi sulla in ambito di codice etico. Decisioni che hanno scontentato i driver a ruote scoperte e che hanno messo sul piede di guerra i rallisti come abbiamo raccontato nei giorni scorsi: leggi qui.
Susie Stoddart ai vertici della FIA: si configura il conflitto di interesse a causa di Toto Wolff?
Di getto la risposta potrebbe e dovrebbe essere affermativa, ma scendendo a un livello più approfondito essere moglie di un team principal e comproprietario di team potrebbe non generare particolari problemi. La FIA, difatti, non sovraintende al solo mondiale di Formula 1 ma gestisce più serie, dalla Formula E al Rally passando per le categorie propedeutiche per finire al WEC.
Sicuramente l’incompatibilità si sarebbe manifestata in caso di corsa al ruolo di CEO della F1, come provò a fare Wolff qualche anno fa. In questo caso si parla di una professionista che già conosce le dinamiche dirigenziali e che opererebbe per amministrare un ente da un punto di vista fiscale e procedurale, senza incidere sulla sfera sportiva. Per quello sono chiamati in causa i commissari e i direttori di gara che, pur essendo membri della federazione, rispondono ai regolamenti di riferimento e non all’uomo o alla donna che siede nell’ufficio dirigenziale di Place de la Concorde.
Secondo voi Mohammed Ben Sulayem non userà il tema del conflitto d’interesse per limitare la figura della rivale nella tenzone? Siamo solo alle schermaglie iniziali, ma la lotta elettorale per la dirigenze federale si preannuncia più calda che mai tra colpi più o meno bassi, minacce di denunce, endorsement pesanti e altre storie meno note che accenderanno un dibattito che siamo pronti a raccontarvi.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, F1 Academy, FIA