Come era prevedibile, le tensioni tra Max Verstappen e George Russell si sono allargate a macchia d’olio. In un meccanismo vecchio come il mondo, le scaramucce mediatiche tra i due piloti hanno coinvolto i rispettivi team principal, che hanno preso le parti dei propri assistiti, caratterizzando il dibattito e ponendo queste faccende su un piano addirittura superiore a quello sportivo. Questo avviene a scapito del titolo costruttori di cui si parla relativamente poco, sicuramente meno di quanto invece si dovrebbe fare.
Christian Horner ha ragione quando è intervenuto nella vicenda, affermando che questo è il mondiale della pantomima. Verissimo: una sceneggiata che ha già stancato, alla quale partecipa lo stesso team principal inglese. Infatti, nel commentare le recenti vicende, ha difeso a spada tratta Verstappen, asserendo che quest’ultimo dice la verità poiché è sempre diretto.
Ma guarda un po’, che sorpresa! Naturalmente, tutti ci saremmo aspettati che Horner sostenesse che il suo assistito non diceva il vero. Sarcasmo a parte, la cosa più dignitosa da fare sarebbe sorvolare su queste polemiche anziché alimentarle. Toto Wolff e il suo corrispettivo in Red Bull sono invece intervenuti a gamba tesa, gettando ulteriore benzina su un fuoco già troppo alto.

Di pantomime come queste la Formula 1 si nutre. D’altro canto, viviamo giorni in cui Drive to Survive, la serie Netflix che racconta il dietro le quinte della Formula 1, viene considerata da molti come un oracolo di verità, invece di essere valutata per ciò che è: tensione creata ad arte per tenere incollato al video un pubblico un po’ bamboccione.
In un duello dialettico che ha cominciato a contemplare anche i quadrupedi, come Jack Russell, lupi e terrier, il “dibattito” è effettivamente degradato a uno stato mentale che non si confà alla caratteristica dell’Homo sapiens. Un teatrino dell’assurdo che mina, ancora una volta, la credibilità della Formula 1, visto che il pilota più rappresentativo di questa fase storica, Max Verstappen, si scaglia contro chi rappresenta i driver tramite la GPDA.
Basterebbe questo corto circuito per farci riflettere e non andare dietro a tutta questa serie di oscenità mediatiche che siamo, nostro malgrado, costretti a subire e, ahinoi, a raccontare.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Oracle Red Bull Racing