In un paddock di Formula 1 che raramente concede spazio alla nostalgia, le recenti dichiarazioni di Zak Brown, CEO di McLaren, riaccendono i riflettori su Carlos Sainz. Il pilota spagnolo, dopo l’esperienza Ferrari, ha dovuto ripiegare sulla Williams dopo aver cullato il sogno Red Bull. Carlos ha fatto spazio a Lewis Hamilton che, dopo l’hype invernale, sta per ora deludendo le attese con prestazioni al di sotto della sua immensa caratura sportiva.
“Se avessimo un posto libero, ovviamente prenderemmo di nuovo in considerazione Carlos Sainz – ha dichiarato Zak Brown – Ma al momento abbiamo in squadra Lando e Oscar, che sono sotto contratto ancora per diversi anni. Se per qualche motivo la situazione dovesse cambiare e se Carlos fosse disponibile, io ho il suo numero di telefono in rubrica…”.

Una frase che sa di stima autentica, ma anche di rimpianto. Difficile ignorare, infatti, l’impressione che la decisione della Ferrari di separarsi da Sainz possa essere maturata troppo in fretta. Nonostante l’ingaggio di un sette volte campione del mondo come Lewis Hamilton sia senza dubbio una mossa dal forte impatto mediatico e tecnico (questo aspetto sta mancando palesemente oggi), le performance solide, la continuità tecnica e l’affidabilità mostrate dal madrileno in questi anni fanno riflettere sulle reali motivazioni della scelta di Maranello.
Dopo cinque gare, l’affare è stato promosso solo da un punto di vista commerciale; per il resto è un’operazione molto dispendiosa che non sta regalando i frutti sperati. Si tratta solo di un ritardo nella germogliazione o la pianta rischia di avvizzirsi fatalmente?
Brown stesso, pur riconoscendo l’eccezionalità del pilota inglese, non nasconde quanto Sainz sia rimasto nel cuore della McLaren: “Non è così semplice, perché ci sono molte dinamiche che entrano in gioco in una situazione del genere. Lewis Hamilton è un sette volte campione del mondo e non sono molte le volte in cui si ha la possibilità di avere un atleta del genere in squadra. Ma, allo stesso tempo, Carlos è stato incredibile con noi… Un buon amico e un grande pilota. Per fortuna, non mi sono trovato nella posizione di dover prendere questa decisione”.

Carlos Sainz – Lewis Hamilton: la differenza sta nei tempi d’adattamento
Parole, quelle del manager americano, che sembrano una carezza sincera a un pilota che, numeri alla mano, non ha mai deluso. E che oggi si ritrova – almeno temporaneamente – in un team che forse sembra più piccolo delle sue ambizioni. Resta un dubbio sussurrato da più parti nel paddock: e se la Ferrari avesse preso una decisione troppo emotiva, troppo orientata al nome più che alla sostanza?
Sainz, dopo lo shock iniziale da cambiamento, si è adattato in fretta alla realtà di Grove. Cosa che Hamilton non ha fatto con la Ferrari. Maranello si è trovata con meno certezze tecniche, Lewis affronta difficoltà inattese, Carlos lotta in un team di fascia bassa. Nessuna delle tre parti, ad ora, ha tratto vantaggio da questa girandola di nomi.
Il talento di Hamilton non è in discussione. Ma, come ha sottolineato Paul Hembery ai nostri microfoni, il matrimonio si è consumato in un’età troppo veneranda. E questo aspetto è forse troppo poco dibattuto. Perché la capacità di adattarsi, in età sportivamente avanzata, è sicuramente minore. La speranza è che serva solo del tempo prima di rivedere un Lewis sui livelli a cui ci ha abituati. Per ora Sainz non è un rimpianto, ma di questo passo rischia di diventarlo…
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, Williams Racing, McLaren F1