Il Gran Premio d’Olanda sta entrando nella sua fase morente. Immagine macabra? Forse, ma rende l’idea. L’edizione in programma il prossimo weekend (qui il programma competo) rappresenterà la penultima apparizione di Zandvoort nel calendario di Formula 1, con il circuito costiero destinato a salutare definitivamente il mondiale al termine del 2026. Una decisione dettata dalla non accettazione delle turnazione delle gare e che firma la fine di un capitolo storico e che apre interrogativi sul futuro del tracciato, pronto a ridisegnare la propria identità sportiva.
Addio a Zandvoort: un’uscita che pesa sulla Formula 1
Il ritorno del Circus in Olanda, avvenuto nel 2021, aveva riportato in calendario un circuito dal fascino classico e dall’enorme impatto emotivo, soprattutto per la tifoseria di casa trascinata dall’ascesa irresistibile di Max Verstappen. Eppure, dopo appena sei edizioni, il rapporto si interrompe. Il direttore generale della pista, Robert van Overdijk, ha spiegato che l’ultima bandiera a scacchi avrà un sapore particolare.
Alla vigilia della gara di quest’anno, van Overdijk ha però smorzato l’attesa di un’atmosfera da triste commiato: “Non credo che questa edizione sarà già speciale in tal senso. Lo diventerà certamente l’anno prossimo, quando vivremo davvero l’ultima corsa. Sarà allora che le emozioni torneranno a galla in modo diverso rispetto al debutto”.
Zandvoort: le ragioni di una scelta inevitabile
Il passo indietro di Zandvoort non nasce da questioni sportive, bensì economiche. Come ricordato da van Overdijk, il circuito olandese e Silverstone sono gli unici a non ricevere alcuna sovvenzione pubblica, con l’intero peso dell’organizzazione sulle spalle di tre realtà: Circuit Zandvoort, TIG Sports e SportVibes. Un modello che, di fronte ai costi sempre crescenti della Formula 1, non si è rivelato più sostenibile.
Liberty Media aveva accolto con rammarico la notizia. “All’inizio c’è stata delusione – ha raccontato van Overdijk – ma allo stesso tempo anche comprensione. Domenicali stesso ha riconosciuto il valore di quanto fatto in questi anni, definendo Zandvoort un punto di riferimento per l’organizzazione dei Gran Premi”.

Il futuro oltre la Formula 1
Archiviata la decisione, i gestori del tracciato guardano già al domani. Dal 2027, uno dei pochi weekend “senza limiti acustici” (c’è una crono-tabella da rispettare in accordo con le autorità locali, ndr) sarà disponibile per ospitare un nuovo evento di livello internazionale. Diversi interlocutori sono già stati contattati, con l’obiettivo di garantire una continuità di prestigio, pur senza poter replicare la risonanza globale della massima serie.
Tra le opzioni in campo c’è la Formula E, che introdurrà la nuova generazione di monoposto Gen4 proprio nel 2027. Ma van Overdijk non nasconde di guardare con interesse anche oltreoceano: “A livello personale trovo affascinante l’idea di ospitare una serie americana come IndyCar o NASCAR. Sono campionati spettacolari, capaci di creare un forte legame con il pubblico. Sarebbe un modo per mantenere vivo lo spirito di Zandvoort anche senza la Formula 1”.
Obiettivi ambiziosi quelli prefissati dal manager olandese. D’altro canto è solo così che si può dar senso al futuro di un tracciato sfidante e affascinante con le sue curve ad alto banking che hanno fatto scuola visto che alcune piste in costruzione, come Qiddiya, hanno puntato su analoghi layout.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari HP
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