Zak Brown ha avuto il merito di prendersi sulle spalle un squadra in crisi come McLaren, e di riportarla nelle posizioni che la competono, attraverso il duro lavoro sia dal fronte politico che tecnico, grazie anche alla figura di Andrea Stella. L’imprenditore statunitense ha parlato ai microfoni della testata Auto moto und sport di come ha cambiato la mentalità del team, e della sua voglia di lasciare qualcosa alla compagine di Woking, prendendo come punto di riferimento Ron Dennis.
Ron Dennis ha preso le redini di McLaren nel 1980, diventando Team principal nel 1981. Sotto la sua guida sono arrivati numerosi successi con piloti leggendari. Ben 10 Mondiali Piloti e 7 Costruttori. Insomma, è stata una figura che ha permesso al prestigioso marchio britannico di diventare una squadra regolarmente in lotta per il Titolo.
Zak Brown ha riconosciuto il suo operato, tanto da inserirlo in una speciale lista personale di personalità influenti della F1: “Ron Dennis è una delle tre più grandi leggende del motorsport, insieme a Enzo Ferrari e Bernie Ecclestone“, dichiara con fermezza Brown. “Loro hanno creato la F1 attuale. Mi piacerebbe essere in quella lista, ma non oserei mai mettere il mio nome oggi”.
È chiara qui l’ambizione del CEO McLaren di lasciare un’impronta alla squadra e alla F1.
La rivoluzione totale di Zak Brown: conquistare il cuore dei tifosi
Una volta assunta la direzione a Woking, la prima mossa di Brown è stata quella di cambiare i colori sociali della squadra: dal colore nero considerato ironicamente minaccioso dallo statunitense, si è passati alla papaya. A detta di quest’ultimo, questo cambio di colorazione verso la papaya ha permesso innanzitutto di ritornare alla visione iniziale del fondatore Bruce McLaren, ma ha persino avviato la nascita di una nuova filosofia, di un brand. Brown ha spinto verso una cultura del lavoro basata sulla fiducia e sulla collaborazione.
Per spiegare questo concetto, lo statunitense ha utilizzato una metafora abbastanza divertente, comparando questo percorso con la celebre storia di Star Wars: “Se lo confrontiamo con Star Wars, McLaren ha recitato per tanto tempo il ruolo di Darth Vader. Nero, freddo e terrificante. Adesso stiamo cercando di sembrare un pò come Luke Skywalker, dunque, pieni di energie, colorati e giovani”, racconta Brown, ricordando il periodo in cui McLaren faceva paura a tutti, proprio come il Signore oscuro dei Sith.
Dopo la partenza di Andreas Seidl verso il progetto Audi, Brown non ha esitato a promuovere Stella al ruolo di Team principal, delegando all’ingegnere italiano il pieno controllo del lavoro tecnico, mentre lui si sarebbe occupato della parte gestionale del team. L’intento di Zak, infatti, era di farlo lavorare in pace senza tener conto della politica, del lavoro con i media e delle finanze del team.
Il 2025 della McLaren: bisogna continuare sulla stessa lunghezza d’onda
Il lavoro di Brown e co è stato premiato dal Titolo Costruttori che è ritornato a Woking dopo 26 anni. McLaren è stata la migliore macchina per buona parte della stagione, a testimonianza della giusta direzione tecnica intrapresa da Andrea Stella. Manca ancora, però, la ciliegina sulla torta.
Il 2025 potrebbe sorridere a McLaren. Molti addetti ai lavori individuano in Norris il candidato numero uno alla vittoria del Mondiale Piloti, un altro titolo che ormai da troppo tempo non viene vinto da un pilota McLaren. L’ultimo fu Lewis Hamilton nel 2008, quando a Interlagos riuscì a vincere il duello con Felipe Massa.

Zak Brown ha sicuramente avviato un processo di rinascita per la McLaren, riportando la squadra ai vertici della F1 con la conquista del Titolo Costruttori che segna un’importante pietra miliare nel percorso di crescita del team. Se il suo obiettivo è di lasciare il segno in questo sport, il Titolo Piloti deve necessariamente rappresentare un obiettivo. La sfida principale sarà quella di gestire al meglio i due giovani talenti, Lando Norris e Oscar Piastri, che rappresentano il presente e il futuro di McLaren.
Crediti foto: McLaren
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