Per Yuki Tsunoda, quella che comincerà a marzo sarà la quinta stagione in Visa Cash App RB, fu AlphaTauri, fu Toro Rosso e tante altre cose. Un pilota giunto sicuramente nello scetticismo di molti, ma che ha dimostrato di crescere di anno in anno fino ad arrivare a un 2024 in cui si è ben comportato, con anche dei picchi interessanti. La costante, nel campionato chiusosi a dicembre e in quello precedente, è aver battuto i tanti compagni di squadra che si sono susseguiti, da Daniel Ricciardo a Nyck de Vries, finendo a Liam Lawson.
Proprio quest’ultimo si è guadagnato la promozione in Red Bull, togliendo di fatto la possibilità all’esuberante pilota nipponico di fare il grande salto nella scuderia di Milton Keynes. Non che la sua candidatura sia stata sempre calda, ma a un certo punto, proprio in virtù delle prestazioni sciorinate nell’arco dell’ultimo campionato, il suo nome aveva preso quota, visto che sia Helmut Marko che Christian Horner avevano speso parole che lasciavano presagire a un possibile e positivo contatto.
La storia ha narrato altro: la scuderia dei “tori che caricano” ha preferito affiancare a Max Verstappen un pilota sì veloce ma certamente non velocissimo e sicuramente dalla tempra caratteriale meno spiccata di quella di Yuki che, come testimoniano alcuni team radio, è un pilota dalla manifesta tenacia che sa farsi valere in pista ma anche all’interno del team.

Yuki Tsunoda sconta il modello a una punta Red Bull?
Forse proprio questa forza, questa propensione a non essere gestito così facilmente, ha fatto valutare ai dirigenti della Red Bull che fosse il caso, nel reiterare il proprio modello a una punta, di optare per la scelta meno spinosa, andando a ingaggiare il neozelandese per sostituire lo sportivamente drammatico Sergio Perez.
L’ultima possibilità per cambiare decisioni che sembravano ormai prese era il test post-stagionale di Abu Dhabi in cui il giapponese, insieme a Isack Hadjar, che sarà suo compagno di squadra in VCARB, pare non aver sfruttato al meglio l’occasione, con prestazioni non brillantissime. La conferma di questi spifferi non è mai arrivata, ma si sono diffusi nei giorni successivi e vanno riportati per dovere di cronaca, pur senza considerarli necessariamente corrispondenti al vero.
Come mai Tsunoda non è riuscito a convincere i vertici della Red Bull? Il giapponese ha provato a dare la sua versione ai microfoni di Autosport: “Penso che in parte sia colpa mia perché non sono stato in grado di esibirmi subito nel primo anno in Formula 1. Questo crea un po’ l’immagine di chi sono. Nel 2024, anche se mi stavo comportando bene, mi sentivo come se non avessi avuto davvero tanto credito quanto probabilmente ne hanno avuto altri piloti. Naturalmente, continuo quello che sto facendo e mi esibisco bene per dimostrare che si sbagliano“.
“Cerco solo di dare loro meno scuse o ragioni per cui non sono al mio posto. Quindi, mi concentro su ciò che posso controllare, accetto semplicemente la situazione. Sono sicuro di poter fare un lavoro migliore di quello che pensano“, ha insistito Yuki.
Tsunoda ritiene di aver fatto progressi significativi in tutte le sue aree più deboli negli ultimi 12 mesi, anche se la forma altalenante di Racing Bulls per tutto il 2024 non ha spesso permesso ai suoi piloti di conquistare i titoli dei giornali. Ma questo non significa che ora si viva di autocompiacimento: c’è ancora margine di crescita.
“Direi che il lato delle comunicazioni è migliorato, soprattutto il mio linguaggio alla radio. Anche la calma, direi, è decisamente migliorata: più feedback tecnico, più concentrazione. Quello che devo migliorare di più è ancora il feedback tecnico, soprattutto la quantità di riscontri che puoi dare in gara; penso di poter sicuramente dire di più, e a volte non è proprio costante“.
E forse, in considerazione delle voci successive al test con Red Bull, è questo il “difetto” che ha condannato Tsunoda a una nuova stagione in sella al satellite faentino. “Per noi è stato più difficile mostrare costantemente le nostre prestazioni. Tuttavia, sono abbastanza contento della costanza finora. Dico sempre che avrei potuto fare un paio di gare molto meglio, ma ho dimostrato di essere abbastanza costante“.
“Sono partito molto bene, ed ero in zona punti costantemente, perché anche la macchina era abbastanza buona. A un certo punto, non siamo stati in grado di migliorare la nostra vettura con gli aggiornamenti e in realtà la Haas e gli altri concorrenti hanno iniziato a superare le prestazioni della nostra auto“, ha spiegato il pilota.

Yuki Tsunoda può ancora credere alla Red Bull?
Nel prossimo campionato Yuki Tsunoda dovrà quindi “accontentarsi” – le virgolette sono d’obbligo – di disputare un’altra stagione nel team satellite della Red Bull. Ma le speranze di compiere prima o poi il passo verso il top team austriaco non sono di certo defunte. Marko, il responsabile del programma piloti, ha dimostrato sempre di operare mosso da un certo cinismo aziendale che lo porta a fare scelte radicali se le cose non vanno come si era prefisso.
Se Sergio Perez non è stato rimosso prima è perché Horner si era messo di traverso insistendo col messicano in attesa che potesse ritrovare quelle performance smarrite. Con Lawson la situazione potrebbe essere diversa. Se il neozelandese – che Marko dice debba rimanere entro i 3 decimi da Verstappen – dovesse fallire in questo obiettivo, ecco che Yuki Tsunoda potrebbe sfruttare le circostanze. Ma per fare ciò è necessario tenere a bada un altro peperino che l’anno prossimo debutterà in Formula 1, quell’Isack Hadjar su cui la Red Bull ha investito tempo e risorse finanziarie e che presto potrebbe scalare le gerarchie.
In conclusione, Yuki deve dimostrare di possedere tutta la tempra tipica dei giapponesi per uscire da una situazione sicuramente complessa. La sua carriera è a un bivio: “bivaccare” in scuderie di media caratura o volare verso un top team.
Chissà che, in un futuro, Honda, che è stato uno dei grandi sponsor del pilota, non possa perorare la causa in chiave Aston Martin. Ma questo è letteralmente fanta-mercato. Prima c’è da capire come si dirà il prossimo campionato, che non è fatto solo di storie grandi come Hamilton-Ferrari ma che vive anche di queste dinamiche apparentemente più piccole ma sicuramente altrettanto avvincenti.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, Visa Cash App Racing Bulls