WWE & Formula 1: e se Paul Levesque gestisse il Circus?

La rivoluzione Paul Levesque ha risollevato le sorti della WWE, perché non affidargli anche la Formula 1?

Parliamoci chiaro, la Formula 1 non se la sta passando bene. Gli ascolti sono in calo e gli appassionati più fedeli si sentono sempre più traditi da scelte che tendono a favorire il marketing piuttosto che gli aspetti puramente sportivi.

In un contesto in cui la figura di riferimento della F1 sotto il dominio a stelle e strisce è un italiano, la cui reputazione e il rispetto da parte dei seguaci del motorsport è in continuo declino, non sarebbe il caso di affidare le redini a un nuovo AD?

La gestione Domenicali: più show, meno sport

Sin dal suo insediamento nel Formula One Group, Stefano Domenicali ha messo la sua firma su diverse novità, tutte mirate a rendere più “interessante e appetibile” la F1 a un pubblico più giovane. Conscio del fatto che i fan di vecchia data non nutrono più l’interesse di un tempo e tendono a guardare le gare quasi per inerzia, il buon Domenicali ha deciso di puntare alle ultime generazioni, con l’intento di rendere il Circus più moderno e facilmente vendibile sui social.

Per raggiungere questo obiettivo, sono state fatte diverse operazioni, tra cui l’introduzione delle sprint race e la forte spinta verso gli USA con appuntamenti esclusivi come il GP di Miami e quello di Las Vegas. Queste scelte hanno avuto un notevole impatto sullo spettacolo offerto, ridefinendo il prodotto F1 dal punto di vista dell’intrattenimento offerto.

In questo scenario, a farne le spese sono gli storici circuiti europei, i quali finiscono con l’essere emarginati dall’enorme calendario da 24 appuntamenti e preferiti ai più “spettacolari” cittadini, dove le monoposto sfrecciano 338 Km/h accanto a palazzine e attività commerciali, in barba a ogni norma di sicurezza.

F1
Stefano Domenicali, CEO della Formula 1

La crescita della WWE sotto il regno Levesque

Spostando l’attenzione a una categoria ben differente, il mondo del wrestling oggi vive uno dei suoi periodi migliori. In particolare, la WWE continua a registrare ascolti record, affermando la sua presenza in tutto il mondo. L’uscita definitiva (con grande disonore e damnatio memoria annessa) di scena di Vince McMahon ha dato pieni poteri a Paul Levesque, in arte Triple H, il quale ha completamente rivoluzionato il mondo dello sports entertainment, partendo dalla sua denominazione.

Sotto il regno McMahon, a tutti i dipendenti era fatto divieto di utilizzare il termine “wrestler” facendo riferimento agli atleti, ponendo l’accento sulla E di Entertainment nell’acronimo WWE. Parallelamente, le nuove sceneggiature sembrano essere studiate nei minimi dettagli e i roster Smackdown e RAW sono in grado di offrire uno spettacolo a 360°, con storie in grado di coinvolgere ogni fascia d’età.

Dalla commovente storia (finalmente conclusa) di Cody Rhodes, alla valorizzazione dei veterani come Randy Orton, passando per stable influenti come Judgement Day, il prodotto WWE continua a incrementare la sua popolarità e, dopo aver totalmente distrutto il mercato interno, ecco che Levesque procede con l’esportazione.

La WWE ama l’Europa, la F1 invece cerca di liberarsene

Il recente tour in Europa della WWE conferma la popolarità del wrestling nel Vecchio Continente, con tappe in cui l’accoglienza dei fan riesce a superare di gran lunga l’atmosfera elettrizzante tipica di un house show negli USA.

Il tanto atteso Live Event a Bologna non ha deluso le aspettative, così come l’appuntamento di Backlash Parigi: immagini come il match tra Jey Uso e Damian Priest, con Uso in grado di galvanizzare il pubblico a ogni colpo sono la conferma del forte interesse del pubblico europeo per il wrestling americano.

Mentre la WWE vuole ampliare la sua presenza in Europa, con Levesque che conferma la volontà di portare in Italia un Premium Live Event (i vecchi pay-per-view) in Italia, la Formula 1 sembra quasi volersi sradicare dal Vecchio Continente, portando la sua attenzione verso il Medio Oriente e gli USA.

Paul Levesque, salva la Formula 1!

Il regno di Triple H prospera ed è destinato a durare a lungo, grazie non solo ai suoi numeri, ma anche in virtù della fiducia riposta nei suoi cavalieri, i quali dimostrano grande orgoglio nel tenere alto il vessillo della nuova WWE.

Il lavoro fatto da Paul Levesque ha permesso al gruppo TKO, possessore anche del circuito UFC, di risalire la china riuscendo a dare un vigoroso colpo di spugna alla gestione McMahon, ma allo stesso tempo preservando la storia del wrestling professionistico, ne è l’esempio il recente ritorno di The Rock, sia come socio, sia come grande protagonista sul ring.

Quindi, sorge spontaneo chiedersi: e se Triple H fosse a capo della F1? Uno scenario utopico, ma neanche tanto remoto vista la presenza di un gruppo americano ai vertici del circus.

Sicuramente ne guadagnerebbe lo spettacolo, ma è anche interessante osservare il grande rispetto nei confronti degli atleti e come sia stato possibile creare un ambiente di lavoro più sostenibile, in cui ognuno si sente stimolato a dare il massimo.

Una Formula 1 in cui i piloti sono i grandi protagonisti e tutto lo scenario circostante diventa soltanto un contorno. Dunque, niente djset sul circuito, piscine finte, sprint race, location impraticabili e magari anche qualche controllo in più sui tombini.

E poi, vedere Hamilton conquistare il suo ottavo titolo facendo una chokeslam a Verstappen, non credo potrebbe arrecare così tanto dispiacere al pubblico, anzi sarebbe vero plus. Quindi, Paul: it’s time to play the game.


Crediti foto: WWE, Scuderia Ferrari HP, F1

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