La voce di Alessandro Pier Guidi è calma, ma la tensione si percepisce tra le righe. Uno dei protagonisti assoluti del mondiale endurance, ha parlato in diretta su Radio24 durante la trasmissione Tutti Convocati, tracciando la rotta verso l’appuntamento più importante dell’anno: la 8 Ore del Bahrein, ultimo atto del WEC 2025. Lì, nel deserto di Sakhir, si deciderà il titolo mondiale. E per la Ferrari, che non alza il trofeo endurance dal 1972, la posta in gioco è altissima.
“Ci si gioca tutto in Bahrein, non sarà semplice – ha detto Pier Guidi – cercheremo di fare il nostro meglio per riportare il titolo a Maranello”.
Una frase asciutta, quasi scolpita nella concentrazione di chi sa di essere alla vigilia di un appuntamento che può riscrivere la storia recente del Cavallino Rampante. Dopo il trionfo alla Petit Le Mans e la conquista del titolo IMSA, Pier Guidi arriva al round finale con un carico di fiducia, ma anche con la consapevolezza che il margine d’errore è nullo.
Ferrari e Pier Guidi a caccia di un titolo che manca da oltre cinquant’anni
Dal 1972, anno dell’ultimo Mondiale Endurance firmato Ferrari, sono passate ere automobilistiche. Per decenni Maranello ha scelto di non partecipare ufficialmente al campionato, concentrando le proprie risorse sulla Formula 1. Ma con il ritorno nel WEC nel 2023, la 499P ha riacceso una fiamma che sembrava spenta. Una hypercar che unisce innovazione e tradizione, e che in due stagioni ha saputo riportare la Ferrari in lotta per i titoli che contano.
Il Bahrein sarà dunque più di una gara. Sarà un banco di prova tecnico e mentale, una resa dei conti che mette in palio un sogno lungo cinquant’anni.
La sfida: Kubica o Estre? “Robert è il più vicino”
Interrogato in diretta su chi, tra Robert Kubica (AF Corse) e Kevin Estre (Porsche), rappresenti la minaccia più concreta per il titolo Piloti, Pier Guidi non ha esitato: “Kubica è il più vicino, abbiamo la stessa macchina, tendenzialmente le stesse prestazioni”.
Una risposta lucida, quasi chirurgica, che fotografa bene la situazione tecnica. Il polacco, campione WEC in carica, è oggi il rivale più diretto di Ferrari ufficiale nella lotta al titolo. La sfida è tra talenti che si rispettano, ma che sanno anche che a Sakhir non ci sarà spazio per la diplomazia.
Estre e la Porsche restano una variabile imprevedibile, capaci di ribaltare i pronostici se le condizioni della gara lo permetteranno. Ma in questo finale di stagione dove la stessa casa di Stoccarda ha ufficializzato l’addio al WEC dal 2026, la vera battaglia sembra destinata a essere una sfida “in famiglia” tra due equipaggi motorizzati Ferrari, in un duello di equilibrio e dettagli.
L’attesa di Sakhir: una sfida tra sabbia e adrenalina
La 8 Ore del Bahrein si correrà l’8 novembre 2025 con temperature elevate e asfalto abrasivo: un contesto che metterà a dura prova gomme, freni e strategie. Il tracciato di Sakhir, con i suoi rettilinei alternati a frenate violente, premia chi riesce a trovare il giusto compromesso tra efficienza aerodinamica e trazione. E sarà qui che l’esperienza di Pier Guidi, già vincitore a Le Mans e protagonista di stagioni memorabili nel GT, potrebbe fare la differenza.
Il pilota piemontese, affiancato da James Calado e Antonio Giovinazzi, rappresenta oggi la sintesi perfetta tra talento, costanza e spirito Ferrari. Il trio ha costruito la propria stagione con intelligenza e solidità, restando sempre nella scia dei migliori e raccogliendo punti preziosi.
Un sogno che vale una storia
Riportare il titolo mondiale a Maranello non sarebbe solo un traguardo sportivo: sarebbe un simbolo. Un messaggio potente, che chiude un cerchio iniziato più di mezzo secolo fa e rilancia il Cavallino anche nell’endurance del futuro. Il progetto della 499P è infatti parte di una strategia a lungo termine che unisce le due anime di Ferrari: quella racing più pura, e quella tecnologica proiettata verso le nuove frontiere ibride e sostenibili.
Nel frattempo, Pier Guidi mantiene la calma. Niente proclami, solo lavoro. L’obiettivo è chiaro, e il pilota lo riassume in poche parole: “Cercheremo di fare il nostro meglio“. Dietro quella frase, però, c’è la consapevolezza di chi sa che ogni curva del Bahrein può pesare come una stagione intera.
Foto Ferrari Media Centre