Michelin, che fornisce da anni gli pneumatici al Mondiale Endurance e all’IMSA, introdurrà per il 2026 una nuova gamma di mescole, definita dagli stessi Pilot Sport Endurance 2026. La nuova gamma, che manterrà le mescole Soft, Medium e Hard, punterà ad abbinare la sostenibilità nella produzione dei prodotti alle prestazioni in pista, fondamentali nel panorama del motorsport. La sfida tecnica intrapresa dalla casa francese è notevole, a maggior ragione in un campionato in cui si percorrono circa 1000 Km per gara in diverse condizioni.
Michelin ha contratti a lungo termine sia con il WEC, fino al 2029, che con l’IMSA, appena firmato e che terminerà nel 2035, in modo da garantire la migliore collaborazione possibile tra le due parti. Sono stati molti i test in pista svolti dalle varie vetture Hypercar, con altre sessioni attese per la fine dell’anno. L’appuntamento principale sarà il test a Daytona, previsto per metà novembre in cui debutteranno anche le nuove Pilot Sport Pro GT H1+, destinate alle classi GTD Pro e GTD.
WEC – Analisi Michelin 2026: molto lavoro sul warm-up e sulla costanza di rendimento
Una delle aree più critiche evidenziate da piloti e addetti ai lavori è stato sicuramente il warm-up della gomma, soprattutto a causa dell’assenza di termocoperte e scaldoni in ambedue i campionati. Proprio su questo aspetto il gruppo Michelin ha lavorato parecchio, stimando dei guadagni tra i 3 e i 5 secondi nelle fasi iniziali di uno stint. Allo stesso modo, le nuove mescole garantiranno migliori prestazioni nell’arco di una fase di gara, agendo sulla costanza del rendimento. Tutto ciò andrà abbinato alla nuova composizione al 50% sostenibile, utilizzando materiali rinnovabili per la produzione.
Le gomme, quindi, avranno una composizione interna più sostenibile, pur senza andare ad impattare sulle prestazioni. Sono stati svolti molti test, sia compiuti dalle squadre e dalle vetture del WEC che dell’IMSA. Uno degli ultimi è stato quello di fine giugno a Watkins Glen, con tutte le squadre ufficiali del campionato nordamericano presenti con una macchina a testa. ù
Sporstcar365 ha raccolto molte informazioni a riguardo, con spunti tecnici da parte dei piloti molto interessanti. Al Glen, Michelin era presente per finalizzare la mescola Hard, caratterizzata dalla banda rossa. Le condizioni erano piuttosto calde, e su una pista ad alta energia sulle gomme come quella di Dix gli pneumatici sono parecchio stressati.
Ogni team aveva a disposizione una vettura per le 10 ore di test, cominciate alle 9.30 della mattina. Le squadre presenti sul posto, quali Porsche Penske Motorsport, Meyer Shank Racing, Action Express Racing, BMW M Team RLL e Heart of Racing, hanno raccolto molte informazioni sulle gomme. Florian Mora, designer delle coperture Michelin, ha descritto così il programma della giornata: “Partiremo con la performance e la guidabilità nel warm-up. Poi abbiamo la parte dedicata alla massima performance in cui i piloti ci spiegheranno il bilanciamento e il grip nel corso dello stint. Successivamente tocca alla fase di degrado, in cui raccoglieremo molti feedback dai piloti sulla consistenza del consumo delle gomme nell’arco dello stint. Abbiamo delle analisi dai piloti e da un team specializzato, che studierà i dati per controllare le correlazioni“.
Tra i piloti e gli ingegneri che hanno espresso a fine giornata dei pareri sul lavoro svolto da Michelin a Sportscar365 c’è stato Ross Gunn, sulla Valkyrie di Heart of Racing: “Il warm-up è stato un problema per noi in passato, ma ora sembra essere significativamente migliorato e penso che Michelin abbia svolto un buon lavoro“. Ha continuato Ian Watt, direttore tecnico nel box #31: “Il warm-up è migliorato, e anche il modo in cui la gomma si accende e degrada è migliore. I tempi che abbiamo fatto sono piuttosto impressionanti considerando il caldo“.
Sullo stesso pensiero Brandon Fry, ingegnere di pista capo in Penske: “Abbiamo provato diverse opzioni, con diverse caratteristiche. Una dava più grip all’anteriore, quindi un miglior bilanciamento, mentre l’altra rendeva la vettura più puntata al posteriore. Ora tutti sono più o meno felici sul lavoro svolto per il 2026. Forse il miglioramento nella fase di warm-up è meno visibile rispetto ad altre mescole e su altre piste, ma la gomma sembra funzionare in uno spettro di condizioni più ampio”

WEC – Analisi Michelin 2026: i vantaggi di una finestra più ampia
Proprio l’ultimo miglioramento sottolineato da Fry è fondamentale. Le vetture più performanti sono quelle che riescono ad accendere e a far funzionare le gomme con maggiore facilità. Sono quelle con la cosiddetta “coperta lunga“. Abbiamo visto come Cadillac, per esempio, al Fuji fosse l’unica vettura in grado di mantenere nella giusta finestra di funzionamento le gomme nell’ultimo settore, il che garantiva loro un certo vantaggio nel giro secco e nella gestione gomma. Anche l’aria sporca ormai è diventata piuttosto determinante. Un esempio è Vanthoor che, sempre al Fuji, si lamentava di non avere più deportanza all’anteriore, proprio per l’aria sporca generata dalla Peugeot davanti.
Nell’IMSA le piste sono parecchio impegnative a livello di asfalto, il che rende ancora più complessa la gestione delle coperture. Michelin ha stimato un miglioramento annuale di circa un secondo per quanto riguarda i tempi sul giro delle vetture Hypercar, miglioramento determinato dalla conoscenza maturata sulle gomme di anno in anno.
Genesis, nel corso dell’ultimo test svolto sul tracciato di Montmelò, ha potuto effettuare dei run con un treno di Pilot Sport Endurance 2026, acquisendo dati importanti. Tuttavia, la prossima stagione le novità in campo saranno moltissime. Numerosi costruttori introdurranno degli aggiornamenti Joker e, assieme alle nuove gomme, i fattori da sistemare saranno molteplici.
Colin Braun, pilota full–time sulla Acura di Meyer Shank Racing, ha parlato di come questo aspetto potrebbe rivelarsi chiave all’inizio della prossima stagione: “Il cambiamento principale per noi sono state le nuove Michelin” dichiarava l’americano lo scorso novembre in occasione dei Sanctioned Test a Daytona. La casa giapponese ha portato in pista una vettura aggiornata, ma con delle modifiche principalmente causate dal processo di omologazione che tutte le squadre devono intraprendere, non paragonabili a quelle apportate da molti colleghi.
Tutti, quindi, hanno sfruttato l’occasione per modificare la vettura (persino Ferrari), riportandola nella corretta finestra prestazionale imposta dal regolamento, ma in modi diversi. Staremo a vedere il prossimo marzo quali saranno i valori in pista in vista del primo round del Mondiale WEC, e ancor prima per la disputa della Rolex24, attesa per fine gennaio.
Crediti Foto: Sportscar365, Michelin
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