Conevergenza LMH-LMDh – Pochi giorni fa, in un video-editoriale (link), abbiamo cercato di fare luce sull’ormai discusso sistema del Balance of Performance. Abbiamo spiegato come questo strumento sia diventato necessario nel contesto regolamentare ideato dalla FIA per la classe Hypercar.
Il BoP è infatti imprescindibile nel difficile compito di equilibrare le due diverse piattaforme tecnologiche presenti in categoria: LMH e LMDh. La loro coesistenza nasce dall’esigenza di offrire ampia libertà ai costruttori, consentendo – come di fatto è avvenuto – una partecipazione ampia e variegata.
Tuttavia, dopo numerose revisioni del metodo di calcolo, tra cui l’introduzione del sistema “Power Gain” che suddivide la potenza tra i kW al di sotto e al di sopra dei 250 km/h, andando ad agire in maniera capillare, siamo giunti a un bivio. La FIA dovrà forse ripensare il regolamento tecnico per avvicinare le due filosofie costruttive?
LMH e LMDh: differenze sostanziali
È ormai evidente come i progetti LMH, almeno quelli più sviluppati (Ferrari, Toyota), si dimostrino in media più efficienti in pista rispetto alle LMDh. Con la sola eccezione di costruttori come Peugeot e Aston Martin, attualmente alle prese con progetti che, per aspetti diversi, presentano criticità che non li fanno essere all’altezza delle migliori della categoria LMH.

Vediamo nel dettaglio le principali differenze tra le due piattaforme, con particolare attenzione a motorizzazione, aerodinamica e costi:
Powertrain e motorizzazione
- LMH:
- Motore termico libero per architettura, cilindrata e configurazione;
- Possibilità di integrare un sistema ibrido anteriore fino a 200 kW;
- Il sistema ibrido può essere sviluppato internamente o fornito da terzi;
- Attivazione dell’ibrido vincolata a soglie di velocità minime.
- LMDh:
- Motore termico libero ma con vincoli su peso, volume e ingombro;
- Sistema ibrido standardizzato (Bosch, WAE ), Ibrido posteriore, integrato tra motore e cambio, con potenza massima di 50 kW.
Potenza e trazione
- Entrambe:
- Potenza massima combinata limitata a 520 kW (680 hp), gestita tramite BoP.
- LMH:
- Possibilità di trazione integrale (AWD) grazie all’ibrido anteriore.
- LMDh:
- Sempre a trazione posteriore (RWD), invariata dalla presenza dell’ibrido.
Aerodinamica
- LMH:
- Aerodinamica libera;
- LMDh:
- Aerodinamica vincolata a telai sviluppati da fornitori esterni, come previsto dal regolamento LMP2 ( Dallara, Ligier, Oreca, Riley/Multimatic );
Costi e accessibilità
- Ovviamente i costi di un progetto LMH saranno più elevati di un progetto LMDh che ha molte più limitazioni dal punto di vista aerodinamico, telaistico e motoristico.
Verso una piattaforma unica?
Secondo quanto riportato da Thibaut Villemant su The Race, sono al vaglio alcune soluzioni in vista del 2028 per allineare le due piattaforme. Una delle ipotesi più radicali prevede la rimozione della trazione integrale dalle LMH, tramite abolizione del motore elettrico anteriore.
Questa modifica renderebbe le LMH più simili, concettualmente, alle LMDh. Tuttavia, costringerebbe Ferrari, Toyota e Peugeot a riprogettare le proprie vetture. La casa francese sarebbe la più penalizzata, avendo già previsto un cambio generazionale della 9X8, che dovrebbe essere rimpiazzata da un nuovo modello. Un’ulteriore transizione tecnica potrebbe obbligare Peugeot a rimanere in pista con il progetto attuale più a lungo del previsto.

Un’altra possibilità potrebbe consistere nel concedere maggiore libertà aerodinamica alle LMDh, in particolare sul fondo vettura, dove oggi le LMH godono di maggiore margine di sviluppo. Tale modifica richiederebbe però l’approvazione dei fornitori dei telai LMDh e l’investimento in nuovi sviluppi tecnici, con conseguenti aumenti di budget e tempi progettuali.
Il problema dei nuovi costruttori
Nel periodo 2026-2027 entreranno in griglia tre nuovi marchi LMDh: Ford, Hyundai e McLaren. Un cambiamento regolamentare fissato per il 2028 costringerebbe questi costruttori a modificare i propri telai già dopo una o due stagioni, compromettendo pianificazioni tecniche già in atto.
Per i costruttori che entreranno nel 2027, inoltre, un cambiamento deciso troppo tardi potrebbe rendere impossibile un adattamento efficace, con conseguenze su una giusta programmazione, come avvenuto per Peugeot nella configurazione del telaio in relazione alla larghezza dei pneumatici, cambiata in corso d’opera dalla FIA.
Convergenza LMH-LMDh è davvero la strada giusta?
La situazione attuale presenta diversi nodi irrisolti. Un avvicinamento tra LMH e LMDh favorirebbe non solo una competizione più equa, ma anche un sistema BoP meno invasivo e più trasparente. Magari, con il tempo, si potrebbe anche arrivare ad un campionato senza “l’odiato” sistema del bilanciamento delle prestazioni.
Analizzando le tabelle BoP più recenti, le LMDh mostrano valori omogenei e prestazioni complessivamente simili tra loro. Il vero punto critico rimangono le LMH, in particolare Ferrari e Toyota, che si distinguono per performance superiori e quindi soggette a maggiori restrizioni.

È facile quindi capire come una categoria unica per le Hypercar, regolata da un impianto tecnico più uniforme, rappresenterebbe la via più stabile per il futuro. E anche la strada più semplice a livello sportivo. Proseguire nel compromesso attuale rischia invece di logorare la pazienza dei partecipanti.
I team LMH potrebbero stancarsi di vedere limitate artificialmente le proprie prestazioni per favorire l’equilibrio, spendere molto di più e vedersi “aggiustare” le prestazioni alla lunga potrebbe non giustificare più certi investimenti nella serie. Mentre chi ha scelto la strada LMDh rischia di restare schiacciato da progetti tecnicamente superiori e di fatto correre in una sorta di LMP2 mascherata.

Una sfida per la FIA
La FIA dovrà trovare il modo di mediare tra esigenze opposte, chiedendo modifiche strutturali a entrambe le piattaforme. Non sarà facile: ogni costruttore cercherà di tutelare i propri interessi. Ovviamente i produttori LMH tenderanno a non voler cambiare lo status quo, mentre la spinta verso un cambiamento è fortemente caldeggiata dai costruttori LMDh.
Per questo disegnare un nuovo regolamento tecnico che non scoraggi la partecipazione sarà un’operazione complessa, ma non impossibile. Il successo crescente del WEC e la visibilità ottenuta dal campionato possono rappresentare una leva strategica per chiedere ai costruttori piccoli sacrifici in favore di un equilibrio sostenibile e della credibilità della categoria.