WEC | 6 Ore Lone Star Le Mans – Il capolavoro della Ferrari 499p di AF Corse che si impone sulla Toyota

Dopo il pomeriggio Rosso di gioia a Monza, la Ferrari tinge di Giallo il cielo texano con una vittoria sofferta, dominando una grande rimonta della Toyota tradita solo dagli errori dei suoi piloti.

6 Ore Lone Star Le Mans – La Ferrari vince ancora, in una giornata mediaticamente dominata dalla splendida vittoria di Charles Leclerc sul circuito di Monza davanti ad una marea di tifosi italiani, nella notte l’equipaggio della Ferrari 499p numero 83 conquista una splendida, ed ancora una volta, vittoria. Anche se sofferta sofferta.

I suoi tre alfieri Kubica, Shwartzman, Ye conducono una gara di testa imprimendo un gran ritmo fino a metà gara per poi vedersi recuperare e staccare dalla Toyota numero 7 che paga carissimo una distrazione alla guida, ricevendo un drive trough a 40 minuti dal termine, per aver ignorato le bandiere gialle esposte lungo il circuito, consentendo così alla Ferrari di AF Corse di tornare al comando e gestire il ritorno dei giapponesi fino alla bandiera a scacchi. Un leitmotiv identico tra due gare così distanti tra loro. Completa il podio l’altra Ferrari 499p , la numero 50, autrice di una gara difficilissima dopo il ritiro della sorella. 

Tralasciando la cronaca minuto per minuto dei fatti accaduti durante la 6 Ore, andiamo ad analizzare l’andamento della gara dei team protagonisti, iniziando proprio dai vincitori della domenica texana, la Ferrari.

La squadra di Maranello ha vissuto una 6 ore con prestazioni alterne. La gara è partita con il migliore degli auspici vista la prima fila monopolizzata dalla Ferrari 51 e dalla privata di AF Corse, con un Molina poco più indietro. Le prime fasi di gara sono state un tripudio. Partenza ottima dei due in prima fila, ed ancora di più quella di Miguel Molina sulla Ferrari numero 50, che con una manovra al limite, prendendo l’interno alla curva uno sulla Cadillac, riesce a portarsi subito in terza posizione, riproponendo uno scenario già visto ad Imola, con le tre auto nelle prime tre posizioni.

In questa prima fase, la gara delle Ferrari è sembrata abbastanza regolare ed in gestione del ritmo e della strategia, soprattutto per il duo di testa, mentre la Ferrari 50 faceva fatica a contenere le due Bmw alle sue spalle. Le cose hanno iniziato a girare male quando il pilota di Martina Franca in una fase di doppiaggio va a toccare con la posteriore sinistra una LMGT3, ricevendo una penalità di 5 secondi da scontare ai box.

Poco male nell’economia di una gara di 6 ore, se non fosse che il contatto è andato a causare un danno al cerchio che ha poi innescato un danno alla trasmissione della Ferrari 51 mandandola in testacoda in una fase di doppiaggio e poi costringendola al ritiro. Un piccolo errore che è costato carissimo.

Da questo momento in poi la gara per la Ferrari è girata in negativo. L’evoluzione della pista di Austin riasfaltata dopo i test di fine Luglio è andata verso la Toyota mettendole letteralmente le ali, costringendo la squadra di Maranello ad una lunga gara in difesa. Alla fine la penalità inflitta alla Toyota, in maniera tardiva dalla direzione gara, ha permesso di cogliere un successo che fino a pochi minuti prima sembrava inesorabilmente sfumato.

Bilancio dolce e amaro per una Ferrari che sperava di portare a casa molto di più da questa tappa, soprattutto con l’auto numero 50 che invece, tra le tre, è quella che non ha mai avuto il passo per fare la differenza. La vittoria della 83, infatti, non conterà ai fini del campionato costruttori, essendo una squadra privata che concorre in un campionato a sè, ed il risultato della 50 che guadagna punti sulla Porsche ma ne perde dalla Toyota è una magra consolazione. Mantengono vive le possibilità di conquista del Costruttori ed accorciano nella classifica piloti, ma con la prospettiva di due gare che nel 2023 sono state tremendamente complicate, il bilancio è meno positivo del previsto.

6 Ore Lone Star Le Mans
La Ferrari 499p in passerella dopo la vittoria della 6 Ore Lone Star Le Mans

6 Ore Lone Star Le Mans – Toyota conquista il comando della classifica costruttori e riduce le distanze in quella piloti

Passiamo ora ad analizzare la gara della Toyota. Alla vigilia, da quanto appreso dalle dichiarazioni di piloti e team principal, la squadra giapponese non nutriva grandissime aspettative in questa sesta tappa del mondiale Endurance. Da quando dichiarato, dopo i test di fine Luglio, prima della riasfaltatura completa della pista, la Toyota era convinta di non avere le carte in tavola per poter competere per la vittoria, ed onestamente le prove libere ed ancora di più le qualifiche sembravano andare a confermare le impressioni di piloti e team principal.

Se nelle libere, qualche sprazzo di competitività si era visto, soprattutto in alcuni stint di Kobayashi nelle seconde libere del Venerdì, in qualifica la squadra giapponese è stata autrice di una prestazione incolore, mancando il taglio con la numero 8 e chiudendo l’hyperpole in nona posizione per l’auto numero 7. Non proprio le migliori premesse.

La gara invece ha mostrato qualcosa di completamente diverso. Durante le prime fasi, la Toyota numero 7 riesce a partire subito bene, approfittando anche del pasticcio dell’Alpine si piazza subito alle spalle delle Ferrari e delle due Bmw e cerca di tenere botta sul ritmo. Questo è stato l’andamento delle prime due ore di gara per la Toyota. Erano in corsa, perchè sono sempre rimasti attaccati prima al treno Bmw e poi a quello della Cadillac, mantenendo contenuto il distacco nei confronti dei leader.

Poi come ammesso nell’intervista da de Vries, la pista e la nuova asfaltatura ha iniziato a girare a favore della casa nipponica. L’olandese infatti durante il suo stint ha lentamente ma inesorabilmente recuperato terreno nei confronti della Ferrari di AF Corse consentendo al proprio TP-pilota Kamui Kobayashi di issarsi al comando durante l’inizio del proprio stint.

Guardando i tempi dal live timing, è stato un crescendo. Da un ritmo che faticava a scendere sotto il 1:54 sono passati ad un ritmo di un secondo più veloce, a tratti anche molto di più, infatti in alcuni momenti erano gli unici a poter girare sul passo del 1:53 basso 1:52. Purtroppo per la Toyota la splendida rimonta è stata vanificata, da un banale errore in fase di bandiera gialla per averla ignorata che è costata una penalità pesantissima a meno di un’ora dal termine.

Gara rovinata da un errore del pilota anche per la numero 8. Ad essere onesti più che di un errore, possiamo tranquillamente parlare di una manovra ai limiti della follia per Sébastien Buemi, che all’inizio del proprio stint di gara a gomme fredde, nel tentativo di difendere la posizione su Kevin Estre, esagera stringendolo a muro a 300 km/h con una manovra pericolosissima che gli vale poi uno stop and go di 30 secondi e due punti di penalità sulla sua licenza.

Bilancio comunque più che positivo per la casa nipponica, che va ad issarsi al comando della classifica costruttori, staccando Porsche e Ferrari, ed agguantando la Ferrari numero 50 in classifica piloti. Se si guarda in prospettiva è un risultato ancora più importante in vista della tappa di casa tra meno di due settimane. Sul circuito del Fuji la Toyota lo scorso anno è andata fortissima e ci si aspetta di vederli come riferimento per tutti i competitor.

6 Ore Lone Star Le Mans – Gara in difesa per Porsche. Poche prestazioni e tanti problemi per i team clienti

Autrice di una gara completamente incolore e piena di problemi, è stata invece tutta la compagine dello squadrone Porsche. Loro a differenza di Toyota pensavano di poter avere un’auto che potesse adattarsi bene a questo tipo di circuito, viste le buone prestazioni su pista con curve e caratteristiche simili a quella texana. Purtroppo per loro le cose sono andate decisamente in maniera diversa.

Già dalle prove, qualche dubbio sulla loro reale competitività era emerso, soprattutto dopo le Fp2, sessione in cui hanno faticato più degli altri a trovare dei riscontri cronometrici di rilievo. Infatti anche loro come Toyota sono andati in netta difficoltà durante le qualifiche, perdendo il taglio per l’hyperpole con l’auto più importante, la numero 6 in testa al campionato piloti, e riuscendo soltanto a difendersi ottenendo un sesto posto con la Porsche numero 5. Stessa sorte anche per il team cliente Hertz Jota e Proton Competition

La gara di Porsche è stata complicatissima, non avendo le prestazioni delle auto di testa hanno impostato la loro gara strategicamente, per poter far risalire la Porsche numero 6 e per cercare di massimizzare il risultato con la 5. A differenza delle altre cinque gare fin qui disputate dove ha dimostrato di riuscire ad essere la migliore o comunque nel gruppo di testa, in questa occasione è stata completamente fuori dai radar, non avendo nessuna arma per battagliare con Ferrari e Toyota.

Alla fine con una buona gestione della strategia ed approfittando dei guai delle altre squadre riescono a portare a casa un sesto ed un settimo posto con le due auto ufficiali. Risultato che gli fa perdere la testa del campionato costruttori, ma che gli consente di mantenere il comando in quello piloti. 

Gara complicata anche per il team cliente Hertz Jota che è riuscito a stento a finire la 6 Ore con la numero 12 rientrata più volte ai box dopo essersi fermata diverse volte lungo la pista. Meglio non è andata alla numero 38 che chiude soltanto al decimo posto. Risultato molto negativo che gli fa perdere molto del vantaggio accumulato sulla Ferrari numero 83 nella classifica riservata ai team clienti. 

6 Ore Lone Star Le Mans – Cadillac l’outsider che scompare, Bmw quella che non ti aspetti. Lamborghini bisogna partire meglio. 

Passiamo ora a dare uno sguardo agli outsider di questa bellissima 6 Ore. La Cadillac, come spesso è successo quest’anno, parte molto bene impressionando durante prove libere e qualifiche per poi spegnersi come un fuoco di paglia in gara. Anche questa volta è andata più o meno così.

Ad essere onesti, una grossissima parte di responsabilità di una prestazione un po’ a metà della squadra di casa, va data alla folle manovra della Alpine ad inizio gara che la va a tamponare in staccata, rovinando dapprima la propria gara e poi facendo scalare di posizione la Cadillac. Costringendola ad una gara di recupero e vanificando quella che poteva essere una buona strategia che gli avrebbe potuto regalare una lotta per il podio con la Ferrari numero 50.

In questa gara, al netto dell’incidente, la Cadillac è stata una delle poche squadre insieme a Toyota ed Alpine, che nel momento in cui la pista ha fatto uno step importante in termini di gommatura, è riuscita ad abbassare notevolmente il ritmo girando su ottimi tempi e facendo vedere quel ritmo su 1:53 che avevamo potuto apprezzare durante le Fp2. 

L’altra squadra che ha ben impressionato in terra americana, è stata la Bmw, con entrambe le auto, almeno durante la prima metà di gara. Li avevamo lodati ed apprezzati per l’ottimo lavoro svolto tra fp3 e qualifiche ponendo alcuni dubbi sul loro potenziale sul ritmo gara. Almeno in parte siamo stati piacevolmente smentiti.

Nelle prime due ore di gara hanno pressato da vicino la terza Ferrari alitandogli pesantemente sul collo, prima con l’auto numero 15, per poi lasciare il compito ad un arrembante René Rast nel momento in cui la 15 perdeva prestazione a causa di un consumo eccessivo degli pneumatici posteriori. La loro gara è stata per larghi tratti molto positiva mettendo in mostra delle prestazioni di livello. Ci sono da mettere a posto i particolari che nelle gare di durata fanno tutta la differenza del mondo, ma la strada per la squadra tedesca è quella giusta. 

Buone prestazioni per Lamborghini, che dopo una qualifica disastrosa, in gara hanno saputo imprimere un buon ritmo risalendo fino alla dodicesima posizione, prima di ricevere una penalizzazione. Solito disastro invece per Peugeot: gara nuovamente avvolta dall’anonimato assoluto, con prestazioni ancora lontanissime dai primi e mai nella lotta per le posizioni a punti.

Discorso leggermente diverso invece per la cugina Alpine autrice di una prestazione impressionante in qualifica, piazzando la macchina numero 35 in quarta posizione a meno di quattro decimi dal poleman ed autrice di una gara dalle ottime performance, condita purtroppo da qualche sbavatura di troppo. Il bilancio per loro è assolutamente positivo. Nonostante l’errore ad inizio gara con il tamponamento alla Cadillac, l’auto numero 35 è riuscita, grazie anche ad una seconda parte di gara assolutamente di rilievo, a portarsi a casa la quinta posizione.

Il prossimo appuntamento sarà nel week end dal 13 al 15 settembre sul circuito di casa della Toyota, al Fuji. Sarà una tappa cruciale per i mondiali marche e piloti. Vedremo chi avrà la capacità di andare a competere con la squadra giapponese che dopo la 24 Ore di Le Mans ha cambiato decisamente marcia e punta alla conquista di entrambi i mondiali.


Crediti foto: FIA WEC, Ferrari Hypercar

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