Wec 2025 – Da alcune settimane circolano voci preoccupanti su un possibile ridimensionamento dell’impegno di Porsche nel mondo dell’endurance con le sue Hypercar 963 LMDh. L’ipotesi più discussa è quella di un abbandono del FIA WEC a partire dal 2026, con il mantenimento del solo programma IMSA negli Stati Uniti.
Nessuna decisione definitiva è stata ancora presa, come ribadito dal responsabile Porsche Motorsport Thomas Laudebach. Tuttavia, le speculazioni restano numerose e le motivazioni di un passo così drastico sembrano intrecciare dinamiche sportive e difficoltà di mercato.
Crisi Porsche: vendite in calo ed elettrico in affanno
Nell’anno 2024, rispetto al precedente, Porsche ha registrato un calo significativo delle vendite globali, con una contrazione particolarmente evidente nei modelli elettrici. La gamma Taycan, pensata come simbolo della transizione verso l’elettrificazione, non ha rispettato le attese, fermandosi su volumi ben al di sotto delle previsioni.

Una scelta commerciale forse troppo azzardata per un marchio con un’identità sportiva che mal si sposa con il concetto di elettrico. Un cliente medio di Porsche, ma anche di Ferrari, non compra un bene utile, bensì un simbolo, che nel caso specifico è rappresentato dal rombo dei loro motori.
Andando a vedere più nello specifico qualche numero, il calo registrato dal 2023 al 2024 sulla gamma EV è stato vicino al 49%. Questa oscillazione negativa ha evidenziato una domanda molto più bassa rispetto al prodotto offerto. Nonostante la controtendenza della gamma Cayenne, che ha segnato un incremento del 18%, la produzione totale è diminuita di quasi il 10% e le consegne del 3%.
Questa frenata ha esercitato forte pressione sui conti del marchio, costringendo a una revisione dei piani industriali con una stima sulla produzione al ribasso, margini minori, e la necessità di un ridimensionamento delle spese.
I dazi americani e il peso sul motorsport
Ad aggravare la situazione è il nuovo regime di dazi statunitensi sulle auto europee. Gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati più prolifici per Porsche, soprattutto per modelli ad alto margine come Cayenne e 911. L’aumento dei costi di accesso rischia di ridurre ulteriormente i profitti. Porsche stima una perdita di circa 400 milioni di Euro con l’applicazione dei dazi, con un calcolo approssimativo sulla produzione di un ulteriore 1% in negativo.
Di fronte a queste pressioni, la partecipazione al Mondiale Endurance appare meno solida. I costi di sviluppo e gestione della 963 LMDh restano elevati nel Wec, mentre l’IMSA garantisce una piattaforma più accessibile e logisticamente favorevole. Oltre al fatto di gareggiare in un campionato fatto sostanzialmente di altre LMDh, senza doversi confrontare con i progetti più evoluti delle LMH.

Il campionato a stelle e strisce, essendo continentale, ridurrebbe in maniera significativa le spese per le trasferte di personale e materiali, consentendo una gestione più snella. Al contrario, il FIA WEC è un campionato mondiale che si disputa in diversi continenti: è facile intuire la differenza di costi. Se Porsche sarà costretta a fare delle scelte, non potrà che essere il mondiale FIA ad essere tagliato.
Alcuni utenti sui social hanno ipotizzato che limitarsi a correre nell’IMSA non sarebbe un problema, poiché garantirebbe comunque l’accesso alla 24 Ore di Le Mans. In realtà non è così: gli inviti in classe Hypercar sono legati alla partecipazione diretta dei costruttori al campionato WEC. Le squadre possono iscrivere vetture aggiuntive provenienti da altre serie, ma ciò non assicura un posto come costruttore ufficiale. Anche questo aspetto costituirebbe una perdita significativa, sia per il campionato sia per il marchio Porsche.
Porsche crisi o leva politica sulla FIA?
In questo quadro, il tema economico si lega inevitabilmente a quello regolamentare. Porsche, pur protagonista nel WEC, ha più volte criticato un Balance of Performance ritenuto penalizzante rispetto ai concorrenti LMH. L’ipotesi di ridimensionare la propria presenza potrebbe quindi essere interpretata anche come una manovra politica: utilizzare le difficoltà industriali per ottenere condizioni più favorevoli dalla FIA.

Come già scritto in un approfondimento di alcuni mesi fa sulla possibile convergenza regolamentare tra LMH e LMDh (link), il rischio è che si apra ora un fronte politico tra chi spinge per un cambiamento e chi invece vuole mantenere lo status quo. Le squadre LMH non avrebbero alcun vantaggio da una convergenza, mentre i progetti LMDh potrebbero beneficiarne in modo evidente: da qui l’enorme posta in gioco.
Nel motorsport non sarebbe una novità che la minaccia di un ritiro venga impiegata come strumento di pressione. In Formula 1, durante la presidenza di Montezemolo in Ferrari, la FOTA (Formula One Teams Association) arrivò più volte a prospettare la creazione di un campionato alternativo, sfruttando questa possibilità come leva politica nei confronti della FIA.
Resta quindi da capire se la situazione attuale rifletta una crisi concreta o piuttosto una mossa studiata per accrescere il peso di Porsche nelle trattative. Al momento, infatti, dinamiche economiche e aspetti regolamentari si sovrappongono, lasciando incerto il futuro del marchio nel Mondiale Endurance. Le prossime settimane potrebbero essere decisive: da un lato per definire l’evoluzione del discusso BoP, oggetto anche di confronti ad Austin tra costruttori e Federazione; dall’altro per stabilire se Porsche ridimensionerà o meno il proprio impegno nel WEC.