La 6 Ore del COTA è stata segnata da un meteo inclemente: una perturbazione ha colpito il tracciato texano per quasi cinque ore di gara, lasciando spazio ad un asfalto parzialmente asciutto solo nel finale. Una prova di resistenza non solo meccanica, ma soprattutto mentale, in cui ogni decisione strategica ha fatto la differenza.
In questo scenario, le tre vetture del Cavallino hanno gestito con lucidità le insidie di una corsa bagnata e imprevedibile, portando a casa un bottino di punti prezioso.
Per la Scuderia, l’appuntamento di Austin rappresentava un crocevia fondamentale della stagione: uscire indenni da una gara ad alto rischio significava mantenere il margine costruito nella prima metà del campionato nelle due classifiche mondiali.
Il weekend texano si è quindi trasformato in una conferma della solidità Ferrari. La squadra ha consolidato il vantaggio in classifica generale e, parallelamente, ha festeggiato la conquista matematica del titolo mondiale riservato ai team privati grazie alla 499P #83 di AF Corse, ulteriore testimonianza della forza del progetto.
Ferrari al COTA risponde dopo Interlagos
Questo era un week essenziale per la squadra. Oltre che per i punti e la gestione del campionato, era doveroso capire se il brutto week end di Interlagos era stato solo un passo falso causato da un BoP evidentemente sbilanciato, unito a delle caratteristiche particolari del tracciato.
Servivano dunque conferme, nonostante la permanenza dello stesso BoP visto nella tappa brasiliana. E bisogna dire che le tre 499p hanno fatto vedere già dalle prime prove libere un buon livello di competitività.

Programmi diversificati tra le 499p ufficiali e la privata
Come spesso accade nelle prove libere, le tre Ferrari hanno corso con assetti e obiettivi molto diversi tra loro, e anche in questo caso è stato così. Analizzando le tre sessioni di libere, è emersa chiaramente la diversità dei programmi.
Nelle prime due sessioni la Ferrari #83 è apparsa nettamente migliore rispetto alle due ufficiali, soprattutto nel primo e nel secondo settore del tracciato. In questa parte, che comprende il lungo rettilineo dopo la sequenza di curve veloci, la #83 faceva segnare intertempi sotto i 44”, mentre le ufficiali giravano mediamente oltre mezzo secondo più alte.
La differenza è risultata evidente anche nei tempi complessivi delle simulazioni: le due 499p ufficiali raramente scendevano sotto l’1:54, mantenendo un passo medio sull’1:55. La Ferrari #83 di AF Corse ha invece mostrato run consistenti sull’1:54 basso, con diversi passaggi anche in 1:53. Probabilmente si sono esplorate configurazioni diverse per poi convergere su un assetto comune, come dimostrato nella terza sessione, quando anche le ufficiali hanno replicato gli intertempi della #83.
Ferrari COTA: Saper gestire le condizioni difficili ha premiato
Le giornate di sabato e domenica sono state complesse da affrontare. La qualifica si è svolta in condizioni meteo particolarmente insidiose: una pioggerellina leggera non riusciva a bagnare completamente l’asfalto, costringendo i piloti a spingere al massimo su un tracciato difficile da interpretare.
Anche in questo scenario le tre Ferrari hanno ottenuto il massimo, centrando l’Hyperpole e conquistando la prima fila, con la terza 499p in quarta posizione. Un risultato non scontato, considerati gli errori di Cadillac che hanno relegato le V-Series.R in fondo allo schieramento.

Se la qualifica è stata complicata, la gara lo è stata ancora di più. Le condizioni viste da tutti sono state a tratti proibitive e in altri campionati probabilmente non si sarebbe nemmeno corso. Dopo una bandiera rossa di circa cinquanta minuti, la direzione gara ha dato il via libera sfruttando un leggero calo della pioggia.
Gestione di gara pressoché perfetta
Nella prima parte di gara le tre Ferrari hanno mostrato un passo notevole, paragonabile se non superiore a quello di Porsche. Con meno acqua in pista, le 499p hanno evidenziato la capacità di entrare gradualmente nella giusta finestra di utilizzo delle gomme, a differenza delle 963 LMDh che riuscivano a portare subito in temperatura gli pneumatici.
La differenza si è vista nella seconda parte degli stint, quando la miglior gestione Ferrari ha permesso di allargare il gap sulle Porsche. Le difficoltà sono arrivate dopo la seconda safety car, quando la pioggia si è intensificata. In quel frangente Porsche si è trovata più a suo agio, scaldando rapidamente le gomme dopo ogni ripartenza e mantenendo costante la temperatura.
È stato il momento più difficile per la squadra di Maranello, aggravato dall’incidente causato da Estre su Pier Guidi all’ultima ripartenza. La 499p ha sofferto in tutti i settori, anche se di poco, prima che le condizioni tornassero favorevoli. Nell’ultima fase, con la pista quasi asciutta e tutti ancora su gomme rain, Molina è riuscito a ridurre sensibilmente il distacco dal leader. Hasfruttato la capacità della Ferrari 499p di preservare le Michelin senza surriscaldarle, cosa che Porsche ancora fatica a fare.
I piani della vigilia sono stati rispettati

Nonostante le difficoltà, il bilancio per Ferrari resta positivo. La #83 ha pagato caro un problema al pit stop, per un errore di Phil Hanson nel posizionarsi in piazzola. Il risultato complessivo è stato comunque importante. Sono arrivati punti pesantissimi, che hanno permesso di allungare su Porsche e di conquistare il mondiale riservato ai privati proprio con la #83.
Alla vigilia l’obiettivo era chiaro: massimizzare i punti in vista della prossima tappa in Giappone, tradizionalmente difficile per la 499p. Il target è stato centrato. Ora l’attenzione è sul Fuji: resta da capire se sarà un nuovo “Interlagos” per Ferrari o se la squadra riuscirà a difendersi per poi giocarsi tutto in Bahrain.