6 Ore di San Paolo, analisi FP – Prime libere senza intoppi a Interlagos. Nella giornata di ieri si sono svolti i primi due turni di prove libere sul circuito paulista che traghetteranno le squadre verso le qualifiche di oggi e la gara di domenica alle 16:30, orario gara di domenica alle 16:30 italiano.
Entrambe le sessioni si sono svolte senza particolari problemi o interruzioni. L’unica particolarità è che sia le FP1 che le FP2 hanno subito un leggero slittamento del semaforo verde rispetto agli orari programmati.
Anche le condizioni meteo hanno garantito stabilità, con temperature piuttosto costanti tra i due turni e cielo prevalentemente soleggiato. Le temperature fresche, su un tracciato impegnativo per gli pneumatici Michelin, potranno aiutare a contenere il degrado.
6 Ore di San Paolo, analisi FP: Porsche domina. Toyota e Ferrari in crisi di passo
Il quadro delineatosi nella giornata di ieri, soprattutto dopo le Free Practice 2, appare piuttosto netto. In testa, in posizione di dominio assoluto, troviamo le due Porsche ufficiali.
Le 963 LMDh hanno chiuso al comando entrambe le sessioni. Tuttavia, al di là del cronometrico puro, dove i distacchi con gli inseguitori sono sembrati contenuti, il vero solco il Team Penske lo ha scavato nelle simulazioni con carico di carburante.

In entrambi i turni, osservando i tempi progressivi, è stato evidente quanto fosse efficace la vettura di Stoccarda. La facilità con cui le due 963 hanno trovato il ritmo è apparsa disarmante per il resto del gruppo. In particolare in FP2, il passo mostrato è sembrato inarrivabile.
Dove gli altri con fatica giravano sull’1:26 basso, le due 963 scendevano comodamente sotto l’1:26, con punte fino all’1:25.500. Una situazione che ricorda quanto visto con le Ferrari in Qatar.
Ferrari e Toyota in difficoltà sia sul giro secco che nel passo gara
Per una Porsche che sorride, ci sono Ferrari e Toyota che non possono certo dirsi soddisfatte. Al netto di un lampo della Ferrari #50 in FP1, la Scuderia italiana ha mostrato nella FP2 tutti i limiti di un BoP estremamente penalizzante.
Destino analogo per la squadra giapponese, alle prese fin dall’inizio della stagione con valori di Balance of Performance costantemente restrittivi rispetto alla concorrenza. Anche le GR010 nel secondo turno sono sembrate spente, ben lontane dai cronometraggi delle Porsche, e sostanzialmente in linea con quelli delle 499P.

Ferrari era già consapevole di affrontare un weekend in salita da impostare in difesa. Per Toyota, invece, ci si attendeva tutt’altro atteggiamento, viste le prestazioni monstre del 2024 su questo tracciato.
Per entrambe, le prospettive in vista delle qualifiche sono complesse, con la concreta possibilità di non accedere all’Hyperpole. Un handicap significativo su un circuito dove sorpassare è difficile, e chi riesce a imporre il ritmo in aria pulita sarà fortemente avvantaggiato.
BMW e Cadillac convincono. Aston Martin la sorpresa
Alle spalle delle imprendibili Porsche 963 LMDh troviamo le BMW del Team WRT e le Cadillac del Team Hertz Jota. Almeno sul giro secco, entrambe sembrano in grado di impensierire il Team Penske.
Le due squadre sono riuscite a contenere il distacco entro i due decimi e si candidano come avversari credibili di Estre e compagni in vista delle qualifiche di questa sera.

Qualche incertezza in più emerge nei long run, dove il ritmo delle BMW e delle Cadillac non è parso in linea con quello Porsche, risultando invece più vicino a quello di Ferrari e Toyota. Anche loro faticano a scendere sotto l’1:26.
A sorprendere davvero ieri sono state però le due Aston Martin Valkyrie. Unica squadra capace, in alcune fasi centrali delle FP2, di registrare tempi sotto l’1:26.00. A differenza di Cadillac, che ci è riuscita solo in giri isolati, Aston Martin ha ripetuto l’1:25 alto per più tornate.
6 Ore di San Paolo, analisi FP: BoP e caratteristiche del tracciato premiano Aston. FIA ancora in affanno
Resta da capire quanta consistenza potranno mantenere negli stint di gara, ma le Valkyrie sembrano poter lottare per le posizioni di centro gruppo. A premiare è chiaramente il miglior rapporto peso/potenza assoluto, sia sotto che sopra i 250 km/h. Un vantaggio forse anomalo rispetto ad altri circuiti, dove, pur disponendo di un buon rapporto kW/kg, erano rimaste lontane dalla vetta.

Questo conferma come su piste particolarmente esigenti in termini di degrado e caratteristiche specifiche, come Qatar e Interlagos, la FIA non abbia ancora calibrato correttamente il BoP.
Incognite: consumo gomme e asfalto nuovo
Nel 2024, ciò che rese la Toyota imbattibile fu la capacità di completare l’intera 6 ore con le gomme medie Michelin, mentre gli avversari furono costretti a ricorrere al compound più duro. Quest’anno, la riasfaltatura e le temperature più basse stanno permettendo a tutti di tentare quella stessa strategia.
Tuttavia, in assenza di riferimenti chiari sull’utilizzo delle gomme nelle prove libere, è difficile valutare l’evoluzione del degrado pneumatici e capire se Porsche potrà mantenere un ritmo costante per tutta la gara, o se Ferrari e Toyota possano avere qualche arma nascosta sul piano della gestione.
Un altro fattore che potrebbe influire sensibilmente da oggi a domenica è la gommatura del nuovo asfalto. Come dichiarato anche da Estre, l’evoluzione della pista sarà ancora significativa e potrà determinare scenari molto diversi nel corso del weekend. Il pilota Porsche ha inoltre sottolineato come il nuovo asfalto abbia corretto bene i bump e mantenuto un livello di grip molto simile a quello del 2024.
Vedremo oggi nel terzo turno di libere se queste sensazioni rilevate durante i primi due turni di libere saranno confermate, o se il lavoro di set up di qualche squadra riuscirà a ribaltare i valori espressi.