24 Ore di Le Mans, analisi hyperpole – Cadillac conquista tutta la prima fila della 24 Ore di Le Mans. Con una qualifica al cardiopalma, le due V-Series.R del team Hertz Jota, condotte nelle fasi conclusive da Alex Lynn ed Earl Bamber, hanno preceduto tutti gli avversari in un finale mozzafiato.
Alle spalle del costruttore americano si sono piazzate altre LMDh: le due Porsche ufficiali del Team Penske e le due BMW M Hybrid V8 del Team WRT. La prima delle LMH è la Ferrari #50, che non è riuscita ad andare oltre il settimo posto finale. Peggio ancora ha fatto la Toyota #8: Buemi ha commesso un grave errore in frenata che ha compromesso definitivamente il giro buono.
24 ore di Le Mans, analisi hyperpole: Cadillac domina e cancella il Qatar
La Cadillac V-Series.R ha portato a casa il bottino pieno con il team Hertz Jota. Alex Lynn ed Earl Bamber sono stati protagonisti di una seconda sessione di Hyperpole eccezionale.
La vettura americana ha mostrato un ottimo bilanciamento, risultando particolarmente efficace nel terzo settore e nelle celebri curve Porsche, dove per due volte è arrivato il miglior riferimento assoluto. È proprio in quel tratto veloce che la Cadillac ha evidenziato una stabilità e una precisione superiori rispetto alla concorrenza.
Una prestazione che premia il lavoro svolto dal team Hertz Jota, subentrato quest’anno a Chip Ganassi, e che riscatta la delusione patita in Qatar, quando le due vetture si erano eliminate a vicenda durante una fase di Safety Car a causa di un errore evitabile.
Le LMDh dominano la Hyperpole
Analizzando i risultati, è evidente ancora una volta il peso del Balance of Performance, croce e delizia di questa categoria. Confrontando la tabella BoP con la classifica finale dell’Hyperpole, si nota come le prime sei auto in griglia siano anche quelle con la maggiore potenza disponibile oltre i 250 km/h, eccezion fatta per la Toyota #8, esclusa per l’errore commesso da Buemi.
Come sottolineato da Robert Kubica alla vigilia dei primi turni ufficiali, per costruttori come Ferrari o Alpine, penalizzati da una potenza significativamente inferiore oltre la soglia critica dei 250 km/h, era prevedibile faticare a livello cronometrico. Sempre secondo il pilota polacco, ciò che conta non è la velocità massima pura, ma il modo in cui ci si arriva.
Su un tracciato come Le Mans, con lunghissimi rettilinei come l’Hunadière, disporre di potenza elevata ad alta velocità è fondamentale e può fare la differenza, soprattutto in qualifica.
24 ore di Le Mans, analisi hyperpole: Ferrari sottotono: cosa sta succedendo alla 499P?
La qualifica ha mostrato una Ferrari piuttosto in difficoltà. Due delle tre 499P non sono riuscite ad accedere alla seconda sessione di Hyperpole, non per errori evidenti ma per un’incapacità di mettere insieme una prestazione efficace sui 13,6 km del Circuit de la Sarthe. Anche nel 2024 la Rossa non brillò in qualifica, ma la sensazione è che quest’anno le difficoltà siano state maggiori, complice un BoP penalizzante e la crescita tecnica degli avversari, specialmente tra le LMDh.
È già tempo di abdicare? Assolutamente no. La gara è lunga e la gestione gomme sarà uno dei fattori chiave. Quanto visto in qualifica potrebbe essere ribaltato nel corso delle 24 ore.Tutti i turni di libere hanno confermato un buon passo gara per le tre Ferrari ufficiali, costantemente nelle prime posizioni. È quindi lecito attendersi che saranno protagoniste nella battaglia al vertice.
Una gara lunga 24 ore: velocità, strategia e gestione degli imprevisti
Nonostante quanto visto in qualifica, la 24 Ore di Le Mans resta una gara che si decide su ben altri parametri. La prestazione sul giro secco è solo una parte dell’equazione.
L’affidabilità meccanica, la gestione del traffico, le strategie ai box e la capacità di restare fuori dai guai saranno determinanti. In 24 ore può succedere di tutto, e chi riuscirà a mantenere costanza, lucidità e freddezza nei momenti chiave, avrà le maggiori chance di salire sul gradino più alto del podio.
Crediti foto: 24hlemans, RACER, Ferrari, Toyota
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