Oggi siamo abituati a vedere personaggi dello spettacolo o della musica che si cimentano alla guida di una monoposto di Formula 1. Basti pensare ai casi degli attori americani come Tom Cruise che guidò la Red Bull RB5 del 2009 e per ultimo il premio Oscar Brad Pitt, dopo il successo di “F1 – Il film”, che ha provato la McLaren MCL60 del 2023 sul tracciato texano di Austin. Ma alla lista delle “celebrità” possiamo aggiungere un particolare leader politico, il Presidente della Federazione russa, Vladimir Putin.
Vladimir Putin e la F1
Nel 2010, Vladimir Putin era il Primo Ministro della Federazione russa, noto per la sua immagine di politico dinamico e sportivo, guidò una monoposto Renault R26, con cui la scuderia francese vinse sia il titolo piloti con il bicampione del mondo, lo spagnolo Fernando Alonso e sia il titolo costruttori del 2006, su una pista nei pressi di San Pietroburgo. Durante il test, raggiunse una velocità massima di 240 km/h, dimostrando una certa abilità al volante nonostante non fosse un pilota professionista. Vladimir Putin rimase alla guida per diverse ore, mostrando passione per la velocità e una certa curiosità nell’apprendere i segreti della guida.
La presenza di numerosi giornalisti aveva l’obiettivo di promuovere l’interesse per la categoria in Russia, in vista di una possibile candidatura di Mosca come sede di un Gran Premio. Questo poi si concretizzò con l’introduzione del Gran Premio di Russia nel 2014, a Sochi.
L’evento rappresentò un’importante opportunità di visibilità per Renault, che all’epoca aveva una forte presenza in Russia attraverso una partecipazione nella casa automobilistica AvtoVAZ, produttrice delle auto Lada. Inoltre, il team Renault contava su Vitalij Petrov, il primo russo a competere nella massima serie, il che rafforzava il legame tra il marchio e il mercato russo.
Durante il test, dimostrò discrete capacità di guida, riuscendo a gestire la monoposto in modo efficace e persino eseguendo un drift. Dopo la prova, Vladimir Putin commentò secondo la CNN, che l’esperienza fu “bella” per essere la sua prima volta al volante di un’auto di F1.

La politica e lo sport: sempre più un rapporto malsano
L’evento non fu solo una dimostrazione personale di Vladimir Putin, ma aveva anche un intento promozionale. La Russia cercava di affermarsi nel panorama internazionale del motorsport, e il test di Putin fu visto come un’operazione di marketing per attirare l’attenzione sulla Formula 1 nel paese.
Renault, con Nissan, era coinvolta in AvtoVAZ, principale case automobilistiche russe. La presenza di Petrov nella Renault rafforzava il legame tra il marchio francese e la Russia, con benefici sia d’immagine che di mercato.
La Russia iniziava a investire nel motorsport per accrescere il suo profilo internazionale. Il test di Putin fu un passo simbolico verso l’organizzazione del Gran Premio, che sarebbe diventato realtà nel 2014. Nel 2022, a seguito del conflitto in Ucraina, Renault ha ceduto le attività, inclusa la partecipazione in AvtoVAZ, a Mosca, segnando un cambiamento significativo nelle relazioni commerciali.

Non fu solo un’esibizione sportiva, ma anche un’operazione di propaganda interna e internazionale, per promuovere la Russia come una nazione moderna, capace di ospitare eventi come un Gran Premio di F1.
Non fu la prima e non sarà l’ultima volta che un politico come Vladimir Putin, utilizzi lo sport come propaganda, basti pensare alle dittature che nel corso della storia, e ancora oggi, si fanno belli agli occhi del mondo, tramite un evento sportivo.
La scelta della FIFA di donare il trofeo della Coppa del Mondo per Club al Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, che ha ospitato il grande evento sportivo, e dare una replica alla squadra inglese del Chelsea vincitrice, ha fatto parecchio discutere. Si dice che lo sport non si debba mischiare con la politica, ma la politica, si mischia con molto piacere con lo sport.
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