Durante il weekend del Gran Premio di Silverstone abbiamo avuta la dimostrazione che forse Max Verstappen non è esattamente quel fenomeno stratosferico che viene narrato: ha scelto un assetto molto scarico, presuntuosamente convinto di essere il migliore, sperando di ottenere ottime prestazioni nonostante evidenti limiti in buona parte del circuito. E non è andata meglio dal punto di vista della strategia. A differenza di Imola 2024, questa volta la stratega “migliore del mondo”, Hannah Schmitz, ha sbagliato.
La gara ha visto il pilota olandese in difficoltà fin dalle prime curve: superato in pochi giri dalle due McLaren , poi protagonista di uno svarione che nessuno dei suoi tifosi avrebbe mai immaginato e faticando, perfino, a superare la cenerentola Alpine.
Il futuro di Max Verstappen
Passando all’argomento che tiene banco da settimane – il mercato piloti 2026, strettamente legato alle scelte di Verstappen – viene da pensare che Max non abbia una visione chiara del futuro in Formula 1.

Finora gli è andata bene, quasi sempre baciato dalla fortuna: non ha scelto Red Bull, né Honda, né Adrian Newey. È stato semplicemente nel posto giusto al momento giusto, senza togliere il merito di essersi fatto trovare pronto al banchetto apparecchiato per lui, che gli ha permesso di conquistare quattro titoli mondiali.
Ora però è il momento di scegliere, di disegnare il proprio futuro. Viene da pensare che, finora, Verstappen non abbia dimostrato una visione a lungo termine. A metà 2024, quando Mercedes lo ha cercato, ha detto no, così la scuderia della Stella a tre Punte ha scelto Andrea Kimi Antonelli. Ora le voci sul 2026 si rincorrono, ma la domanda è: perché Mercedes dovrebbe scartare il giovane italiano, su cui ha investito milioni, o magari George Russell – anch’egli prodotto dell’Academy Mercedes – che ogni gara tira fuori il massimo dalla vettura? George ha dimostrato abilità e velocità almeno pari a quelle di Verstappen, con la determinazione e la forza mentale per sfidarlo a viso aperto – cosa in cui, per ora, i due piloti Papaya non hanno brillato.
Detto questo, perché Mercedes dovrebbe scegliere un pilota che gli costerebbe forse dieci volte di più rispetto agli attuali? C’è la probabilità che Toto Wolff abbia già deciso, ma voglia testare la tenuta mentale di Russell per essere certo della sua scelta.
E che dire di Aston Martin? L’estate scorsa Max non poteva cedere alle lusinghe (e ai soldi) di Lawrence Stroll perché non si sapeva cosa avrebbero fatto Newey e Honda. Ma avrebbe dovuto immaginare che Red Bull avrebbe potuto non essere vincente senza il mago dell’aerodinamica (basta guardare i risultati del 2025).
E le power unit “fatte in casa”? Va bene la disponibilità finanziaria, ma manca storia ed esperienza: colossi come Mercedes e Honda ci hanno messo 3-4 anni prima di arrivare al top (ricordate Fernando Alonso e i suoi “GP2 engine”?). Inoltre, lo spagnolo ha firmato fino a fine 2026, e il figlio del proprietario, salvo ritiro, è intoccabile. Quindi quale futuro si prospetta per il “mitico” Max Verstappen?
La passione che manca
Tornando indietro di un decennio troviamo Sebastian Vettel, che ha vinto quattro mondiali di fila con Red Bull grazie al genio di Newey e agli scarichi soffiati. Capito che il vento stava per girare, Vettel sposò la causa Ferrari, proclamando che il suo mito era Schumacher in rosso e che avrebbe fatto l’impossibile per emularlo. Vettel non era Schumacher, e sappiamo come è andata, ma Sebastian ci mise tutta la sua passione per le corse, per la F1 e per la storia.

Un altro esempio di passione indomita è Lewis Hamilton. Il britannico, dopo aver vinto nelle formule minori, arrivò in McLaren e divenne il più giovane campione del mondo della storia della F1. Con il mito di Senna sempre nel cuore (e sul casco), su consiglio di Niki Lauda, andò in Mercedes vincendo sei titoli mondiali. All’inizio del 2024 Hamilton scelse Ferrari per una sfida nuova e per dimostrare a sé stesso e al mondo di poter vincere anche fuori da Mercedes. Difficile pensare l’abbia fatto per soldi (oggettivamente non ne ha bisogno), ma per il sogno di vestire e vincere in rosso.
Verstappen, invece, non ha mai dichiarato idoli o passioni. È uno dei migliori piloti del Circus che non ha riferimenti. Dice che non guarda gli altri, non guarda i numeri, guarda solo sé stesso. Tutto questo può essere letto dagli altri come sinonimo di presunzione ed arroganza.
Viene da pensare che la mamma kartista e il papà ex pilota di F1 abbiano capito che la genetica aveva fatto un buon lavoro con loro figlio e fin da piccolo lo abbiano “costretto” a guidare. Non è stato lui a scegliere, non gli hanno dato la possibilità di trovare la sua strada.
Sembra un campione senza passione, se non quella di guidare – che non è poco, è vero, e lo dimostra gareggiando nelle gare virtuali e guidando delle GT – ma se lo confrontiamo con Charles Leclerc, con cui si diede battaglia sui kart, notiamo che il ferrarista è cresciuto vedendo le monoposto di Formula 1 girare sotto casa, ha vissuto da vicino l’epopea della Ferrari vincente e se ne è innamorato tanto da dichiarare amore eterno alla Rossa di Maranello. Dopo sette anni, anche se ha raccolto poche vittorie, è ancora lì, forte di una passione e di una fede incrollabile.
E adesso?
Ora che il castello dorato sta crollando, Verstappen si trova davanti al bivio che definisce i grandi: scegliere, rischiare, sbagliare, imparare. Ma per farlo servono cuore, visione e passione. Doti che non si leggono nei suoi occhi quando parla di questo sport. Nessun idolo, nessuna squadra del cuore, nessuna missione oltre sé stesso. Solo un talento mostruoso al servizio di un ego coltivato in laboratorio.
Hamilton ha scelto la sfida. Leclerc ha scelto la fedeltà. Vettel aveva scelto un sogno. Verstappen finora non ha scelto. È sempre stato scelto da altri. E se il destino non gli apparecchierà più la tavola, vedremo davvero per ciò che è: un pilota fenomenale, sì, ma forse senza anima.
Alla fine, qualsiasi cosa se ne dica, le corse automobilistiche sono uno sport effimero, reso grande da visionari come Tazio Nuvolari, Enzo Ferrari, Niki Lauda, Gilles Villeneuve, Ayrton Senna. Persone che con le loro gesta e soprattutto le loro parole hanno fatto appassionare generazioni di tifosi. Persone che avevano una passione smisurata per la Formula 1 e la velocità, che si sono fatti amare per la loro genuinità e il loro coraggio.
Max Verstappen, invece, per cosa si farà ricordare?
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, F1
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È uno scherzo questo articolo? Imbarazzante…..
Questo “scrittore” fa parte di quella fazione che dicevano “Verstappen il campione inutile ” insieme a quel commentatore che si è dovuto ricredere?…… Ma quanta frustrazione c’è in un solo articolo….. anche meno
Va bene essere critici, ma solo un coglione stratosferico può scrivere un “articolo” così di merda.
Rivedi le tue idee mister nessuno, forse è meglio che torni a fare alpinismo.
terminologia qualificante…
Addirittura eliminate i commenti. Coraggiosi…………..
I commenti erano stati congelati perché è arrivata roba di tale risma: “Va bene essere critici, ma solo un coglione stratosferico può scrivere un “articolo” così di merda. Rivedi le tue idee mister nessuno, forse è meglio che torni a fare alpinismo”.
Un articolo di opinione è tale, non dà conto di un fatto oggettivo. Oggettivo, invece, è il disgusto nel leggere temini come quelli sopra riportati che fanno il pari con chi ritiene “imbarazzante” il punto di vista di un redattore
Non mi sembra di aver scritto una roba del genere……. c’erano solo due commenti ma privi di offese….
Rimane comunque imbarazzante un articolo del genere….. Difficile da capire se non per una persona che non sopporta l’olandese….. Sennò non si spiega…. Il rispetto prima di pretenderlo va dato. Soprattutto a chi ci mette passione determinazione e rischio ogni domenica in pista in F1…. Non si può leggere una cosa del genere a un campione come Verstappen…. Brutto esempio..
Il giornalismo è anche opinione. Non si è sminuito il lavoro di Max, n° la sua portata tecnica e storica. Si è semplicemente espresso un punto di vista che può essere criticato. Ma sempre con rispetto e con buon senso.
Mi sembra di essermi espresso con rispetto….. D’altronde è solamente un’opinione la mia…. La mia opinione rimane tale…. imbarazzante…
A me risulta sgradevole ritenere imbarazzante un pezzo che postula scenari. Ma ogniuno ha le sue idee e come vedi da queste parti non esistono censure.
Anche a me risulta sgradevole un articolo del genere (non solo a me a quanto pare…….) ma sempre con rispetto e senza offese mi sono espresso nella mia opinione…. Senza censura? Non so……..
E Dove sarebbe la censura? Tutti i tuoi commenti sono stati pubblicati. Forse sarebbe il caso di rivedere certi concetti prima di accusare velatamente di censurare il prossimo. In ogni caso, grazie per lo scambio di vedute. Credo che ci siamo detti tutti. Formulacritica è una realtà aperta, che dà voce a tutti. Se vorrai scrivere un contenuto di risposta in forma di articolo sono a disposizione per pubblicarlo sul sito.