Nonostante un contratto che lo lega alla Red Bull Racing fino al 2028, il futuro di Max Verstappen potrebbe non essere così blindato come sembra. Secondo quanto riportato da AMuS, una delle testate tedesche più autorevoli del mondo dei motori, esisterebbe una clausola di uscita attivabile in condizioni molto specifiche: se l’olandese dovesse trovarsi fuori dalla top 3 della classifica piloti entro la pausa estiva, avrebbe la possibilità di riconsiderare la propria permanenza nel team austriaco. Quest’opzione è stata confermata più volte da Helmut Marko.
La voce torna a circolare con insistenza proprio mentre la stagione si infiamma e le distanze tra i principali contendenti al titolo si accorciano. Il ritiro di Verstappen nel Gran Premio d’Austria ha rimesso in gioco George Russell – ora distante solo nove punti – e anche Charles Leclerc, che potrebbe inserirsi nella lotta. Tre gare separano il Circus dalla pausa di luglio, e la possibilità che Verstappen scivoli al quarto posto non appare più remota.

Questa finestra tecnica nel contratto rappresenterebbe l’unico spiraglio per una separazione anticipata tra il tre volte campione del mondo e la scuderia che lo ha reso un’icona. Sullo sfondo, resta viva la possibilità – mai ufficialmente confermata ma neppure smentita – di un avvicinamento con la Mercedes. Dopo l’annuncio della partenza di Lewis Hamilton verso Maranello, il team di Brackley è ancora alla ricerca del pilota giusto per completare la line-up 2026. Toto Wolff non ha ancora sciolto le riserve e, benché il rinnovo di George Russell sia ormai dato per scontato, il secondo sedile resta aperto poiché sorgono dei dubbi sulla tenuta di Andrea Kimi Antonelli.
La corte nei confronti di Verstappen non è mai terminata, e Wolff ha sempre mantenuto il dialogo aperto con il suo entourage. Difficile, tuttavia, che la trattativa possa concretizzarsi senza l’attivazione della clausola rescissoria. Clausola che, è bene ricordarlo, rimane inaccessibile ai media e riservata esclusivamente al team e al pilota.
Red Bull – Max Verstappen: il ruolo di Horner
A complicare ulteriormente lo scenario c’è un altro elemento che rischia di minare l’armonia interna alla Red Bull: il ruolo di Christian Horner. Dopo lo scandalo esploso lo scorso anno, il team principal britannico è tornato pienamente operativo nel suo ruolo, ma le tensioni non si sono mai davvero sopite. Sempre secondo Auto Motor und Sport, Verstappen avrebbe espresso il desiderio di vedere una ristrutturazione strategica della squadra, che includerebbe – o implicherebbe – una revisione delle competenze gestionali di Horner.

Il messaggio, se confermato, sarebbe chiaro: la continuità di Verstappen in Red Bull passerebbe anche da un ridimensionamento del potere dell’attuale team principal, o addirittura da un suo allontanamento. Uno scenario che sembra in contrasto con l’apparente stabilità mostrata pubblicamente dal team, ma che si inserisce in un contesto sempre più fluido e meno prevedibile.
Il mercato piloti, solitamente più silenzioso a metà stagione, è diventato una giungla di trattative sotterranee, spinte da un futuro regolamentare i cui effetti non sono prevedibili. Il 2026 segnerà un profondo cambiamento tecnico, e nessuna squadra può permettersi di arrivarci impreparata né sul fronte ingegneristico, né su quello umano. In questo contesto, le certezze si fanno relative, e anche un contratto blindato può rivelarsi, all’occorrenza, una porta socchiusa.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing
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