Verstappen: vincere non conta, stravincere è l’obiettivo

Max Verstappen è descritto come un leone tanto che del feroce felino ne ha fatto il suo logo. Ma, dopo tre mondiali, l'olandese ammette di preferire una vita più comoda

La Formula Uno si può osservare con gli occhi del tifoso romantico e con quelli dell’analista pragmatico. Il primo sogna duelli rusticani ed epiche battaglie tra vetture divise da pochi centimetri. Il secondo, forse l’evoluzione disillusa del primo, sa che la stragrande maggioranza dei gran premi si chiude con distacchi ampi e lotte annacquate dal DRS, dalla  necessità di gestire le gomme, dalle strategie di gara e dall’amministrazioni di motori che devono durare sei gare. 

Questo contrasto vive anche in chi la Formula 1 la anima: i piloti. Chi arranca nelle retrovie o sgomita a centro gruppo probabilmente sarà più affine, concettualmente, alla prima categoria. Chi invece vince e stravince non è così fesso da sognare la vicinanza prestazionale che mette in discussione trionfi e imperio.

Max Verstappen il realista

Ho corso molte volte in battaglie ravvicinate, ma mi diverto molto di più se riusciamo davvero a inchiodare la macchina e vincere con un ampio margine. Non è quello che i fan vogliono sentire, ma sono onesto”.

Parole attribuite a chi non t’aspetti. Sì, questo è il pensiero di Max Verstappen che, in uno slancio onestissimo, getta la maschera e ammette che a vincere in solitaria c’è gran gusto. 

Adrian Newey
Il gotha della F1 in una foto: Fernando Alonso, Adrian Newey, Max Verstappen e Lewis Hamilton

Il tifoso della prima categoria, quello che vive nella speranza spesso disattesa di confronti incandescenti, rimarrà profondamente deluso. L’appartenente alla seconda fazione sorriderà sornione trovando conferma della sua lucidità. 

La Formula Uno, per come è configurata, non alimenta fantasie. Max è il perfetto rappresentante dei tempi che corrono e non va biasimato per essere così tanto onesto da sembrare addirittura spoetizzante.

È semplice utilitarismo quello dell’olandese che forse inizia seriamente a guardarsi intorno avendo capito che la Red Bull potrebbe non garantirgli più quei comodi margini siderali riscontrati negli ultimi due anni.

Il driver di Hasselt ha sgomitato a lungo, sa cosa significa lottare con i denti per un podio. Quando ha assaporato il dolce nettare delle vittorie comode, quasi facili, ha ammesso che non ne vorrebbe fare più a meno. Vincere è bello, stravincere senza avversari lo è forse ancor di più. Vale per tutti. 


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing

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