Max Verstappen, consapevole della forza della propria Red Bull, ha lanciato il guanto di sfida alla McLaren e alla Mercedes. L’obiettivo prefissato dalla squadra è vincere. Dopotutto, alla luce degli ultimi appuntamenti che hanno visto una RB21 performare sia in piste dal basso carico aerodinamico che in tracciati ad alto carico, le sensazioni non possono che essere positive.
Certo, ad Austin la McLaren, almeno sulla carta, non dovrebbe avere rivali. Con le curve che contraddistinguono il circuito texano, la MCL39 è chiamata a dare una risposta dopo tre gare a digiuno di vittorie. Anche a Singapore si diceva che le monoposto papaya avrebbero dovuto dominare la gara, ma sappiamo bene le difficoltà che Lando Norris e Oscar Piastri hanno incontrato durante il weekend.

Max Verstappen pensa alla vittoria
Il pilota della Red Bull ripensa ancora alla vittoria sfumata a Singapore. A detta sua, non sono riusciti a estrarre il massimo potenziale dalla monoposto. Il primo posto ad Austin è l’obiettivo a cui la compagine di Milton Keynes ambisce, ma ci sarà da lavorare in vista di un weekend sprint che è solito regalare insidie ai partecipanti.
“Proveremo a vincere. Gli ultimi tre weekend sono stati buoni. Penso ancora che a Singapore non siamo riusciti a trarre il massimo dalla vettura. Questa è una pista splendida sulla quale guidare e sono curioso di vedere cosa potremo fare in questo weekend sprint”, ha esordito Verstappen davanti ai microfoni di F1TV.

Chiaramente, l’attenzione si è poi spostata sulle sue chance di vittoria del Mondiale. Per ironizzare, l’olandese ha risposto semplicemente con un “È un 50/50, o vinci o perdi, semplice“. Ha poi aggiunto che bisognerà vedere il comportamento della vettura nei prossimi appuntamenti del calendario.
“Non sono sicuro che la macchina sarà veloce ovunque da qui fino alla fine della stagione. Non abbiamo la garanzia che funzioni dappertutto. Preferisco guardare gara per volta“, conclude il quattro volte campione del mondo.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing
Guarda qui la nostra intervista a Matteo Orsi: clicca qui