Frédéric Vasseur, il grande artefice del passaggio di Hamilton in Ferrari dopo aver avuto l’avallo ad agire da parte di John Elkann, n°1 di Exor e presidente della scuderia italiana, ha spiegato che quello di Lewis a Maranello è un approdo naturale: “Ha fatto parte della famiglia McLaren e poi di quella Mercedes. Penso che abbia sempre avuto in mente l’idea che, per chiudere il cerchio, sarebbe dovuto venire in Ferrari“.
“Da parte nostra – ha spiegato il manager di Draveil a Sky – è stato sensato prendere un pilota della sua esperienza e dal palmares così prestigioso. Credo sia logico che un campione come lui possa essere un punto di riferimento per lo sviluppo del team in futuro“. Parole che confermano che la scelta ha accontentato tutte le parti, come normale che fosse.
Di certo è andata in direzione di Lewis che voleva provare un’esperienza del genere con un contratto più lungo di quello che offriva la Mercedes (biennale secco trasformatosi nella scappatoia dell’1+1). La Ferrari, dal canto suo, necessitava di accrescere la cifra tecnica puntando su un pilota veloce ma che ha mostrato anche spiccate capacità nell’indirizzare lo sviluppo della vettura. Virtù che una scuderia che punta in alto non può non ritenere preziose.