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Home Editoriali

Vasseur e la rivoluzione del 2026: la F1 davanti al bivio più radicale della sua storia

Predica calma il n°1 della Ferrari che si veste da diplomatico nel tentativo di sedare le tensioni che stanno sorgendo intorno alle propulsioni del futuro. Una sintesi è necessaria per la credibilità della F1

Diego Catalano by Diego Catalano
22 Aprile 2025
in Editoriali, News
Tempo di lettura: 3 minuti
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Fred Vasseur

Fred Vasseur, team principal Scuderia Ferrari

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Il cambiamento in arrivo per la Formula 1 nel 2026 non è una semplice evoluzione normativa. È una rivoluzione a tutto campo, forse la più imponente degli ultimi trent’anni. Motore, aerodinamica, meccanica, regolamento sportivo: tutto sarà ripensato, riscritto, ricostruito. E Frédéric Vasseur, team principal della Ferrari, non nasconde la portata epocale della sfida che il legislatore impone.

La nuova bozza del regolamento è arrivata sul tavolo dei team non troppi giorni fa, ma Vasseur non si nasconde dietro la diplomazia. Ammette di non aver ancora avuto il tempo di discuterne a fondo con i suoi tecnici motoristi, ma l’approccio è chiaro: apertura mentale e senso di responsabilità collettiva. “È la prima volta che un cambio regolamentare impatta contemporaneamente su power unit, aerodinamica e sport”, avverte il manager di Draveil. E l’invito alla cautela è diretto: “Non possiamo permetterci di pensare a chi avrà un piccolo vantaggio in termini di potenza. Dobbiamo concentrarci su cosa è meglio per il futuro della Formula 1”.

Parole che suonano come un richiamo, quasi un monito. Perché la posta in gioco è molto più alta di qualche chilowatt di differenza tra un costruttore e l’altro. Negli ultimi anni, la categoria regina del motorsport ha aumentato esponenzialmente il “peso” della componente elettrica delle power unit. Una trasformazione radicale, accolta con entusiasmo sul piano tecnologico, ma sottovalutata nei suoi effetti pratici, come ha dimostrato la pista.

Il peso delle vetture è cresciuto, le prestazioni hanno subito contraccolpi, l’aerodinamica ha dovuto adattarsi, e oggi si parla di modalità a maggior efficienza come necessità strutturale. Nel 2026 la quota elettrica crescerà ancora di più e il dibattito su una rivisitazione delle percentuale elettrico – endotermico è ancora in corso, nonostante le norme siano state definite.

In questo scenario la Ferrari non sarebbe del tutto restia a rivedere i parametri. Vasseur va oltre la tecnica e guarda anche al rischio di frammentazione politica che incombe sul paddock dopo che Red Bull ha spinto per rivedere le quote e Mercedes e Audi si sono opposte con fermezza, rivendicando il diritto di essere coerenti con decisioni prese mesi fa e che hanno condizionato lo sviluppo di propulsori che ormai girano ai banchi prova nelle loro versione i quasi definitive. “Abbiamo bisogno di dialogo, non di scontri. Le divisioni sarebbero lo scenario peggiore”, ha detto con lucidità a margine del Gp dell’Arabia Saudita.

E ha ragione: il rischio che i team finiscano impantanati in schermaglie su vantaggi marginali è concreto. Ma sarebbe un errore imperdonabile non unirsi, soprattutto in un momento in cui la F1 ha la possibilità – e la responsabilità – di reinventarsi davvero.

Del resto, una trasformazione di queste dimensioni non si era mai vista. Non negli ultimi venticinque, forse trent’anni. Mai era accaduto che motore, telaio e regolamento sportivo venissero ripensati simultaneamente. È una sfida senza precedenti non solo per le scuderie, ma anche per la FIA, che si ritrova a dover normare un futuro ancora incerto: nessuno, oggi, può prevedere con precisione quali saranno i livelli di carico aerodinamico o le prestazioni reali delle nuove vetture.

Power Unit Ferrari
Power Unit Ferrari

In questo quadro di incertezza, la riunione tecnica avuta in Bahrain – secondo Vasseur – ha rappresentato un momento incoraggiante, fatto di confronto aperto. Ma resta la consapevolezza che, finché si sarà immersi in una competizione serrata, il sospetto e la protezione degli interessi particolari rimarranno difficili da sradicare.

Un incontro che non ha generato una sintesi definitiva. Trovare un compromesso sarà difficile. Ma necessario. Perché la posta in gioco non è solo il regolamento del 2026. È la credibilità stessa della Formula 1 come sport, come laboratorio tecnologico e come spettacolo globale.


Crediti foto: Scuderia Ferrari HP

Tags: EditorialeF1Fred VasseurNews
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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