Alla fine il colpevole è stato trovato. Non è a Maranello, non indossa la tuta rossa e nemmeno lavora nella Gestione Sportiva. No, il colpevole dei fallimenti Ferrari 2025 è… la McLaren. A dirlo non sono i soliti malpensanti, ma lo stesso Frédéric Vasseur, che al podcast Beyond The Grid ha spiegato che la più grande frustrazione tecnica della SF-25 è stata proprio la scuderia di Woking, colpevole di essere stata “eccezionale”. Interpretazione forzata? Un pelino, ma non si è distanti dal succo del ragionamento espresso dal dirigente francese.
Insomma, a Maranello non hanno sbagliato niente: nessuna scelta tecnica azzardata, nessun aggiornamento andato storto, nessuna strategia discutibile. Loro sono perfetti, quasi immacolati. È che gli altri sono stati troppo bravi. Un po’ come quando a scuola si prendeva quattro al compito di matematica e si giurava a mamma che il problema era il professore, mica la nostra preparazione.

Eppure, fino a febbraio, dalle parti della Ferrari si raccontava una fiaba meravigliosa: “Quest’anno si lotta per il titolo”. Trombe squillanti, dichiarazioni solenni, tifosi in visibilio. Oggi la fiaba ha il suo triste epilogo: niente titolo, niente lotta vera, manco mezza vittoria e un alibi fresco di giornata. Perché se non vinci non è colpa tua, ma del destino crudele che ha reso la McLaren troppo intelligente.
La giustificazione funziona anche bene a livello mediatico: “siamo davanti a Mercedes e Red Bull”, ha aggiunto Vasseur, con la stessa soddisfazione di chi si vanta di essere arrivato terzo a una gara di paese perché almeno si è davanti a chi si è rotto una scarpa durante il percorso.
Peccato che i tifosi della Ferrari non abbiano chiesto di arrivare davanti a Mercedes e Red Bull in un anno storto per loro. Avevano chiesto – e la Ferrari aveva praticamente promesso – di vincere. Una parola semplice, di sole sette lettere, che a Maranello ormai sembra tabù.
Il problema è che questa retorica del “abbiamo fatto tutto giusto ma gli altri hanno esagerato” rischia di trasformare la Ferrari in una squadra da alibi permanente. Un team che si consola con i “se”, con i “ma”, con i “potevamo”, con i “abbiamo il passo”. Una squadra che ha ormai trasformato l’autocritica in un esercizio di rimozione.

Ma c’è una verità che nessuna scusa potrà mascherare: la Ferrari non ha perso il Mondiale perché la McLaren è stata “troppo brava”. La Ferrari ha perso perché, nonostante proclami e promesse, non è mai stata all’altezza del compito che si era autoassegnata.
A Monza, davanti al popolo rosso, questa verità rischia di esplodere con la forza assordante di un boato. E lì, davanti alla realtà, non basterà più nemmeno lasciar intendere, più o meno velatamente, che “è colpa della McLaren”. Perché il Cavallino Rampante, oggi, sembra più che altro un asino che si racconta di essere un purosangue, ma che si consola dicendo: “Non corro lento io, sono gli altri che vanno troppo forte”. E nessuno me ne voglia per questa associazione. Ferrari ha il dovere di tornare a essere un team vincente. Le chiacchiere, ahinoi, stanno a zero.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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