Da quando è in Williams, per la prima volta Alexander Albon condivide il box con un pilota degno di essere chiamato tale. Non ce ne voglia Nicholas Latifi oppure Logan Sargeant, ma quest’anno a Grove è arrivato un pilota maturo, solido e soprattutto con un bagaglio di esperienza non indifferente: Carlos Sainz.
Una stagione non iniziata nel migliore dei modi, con un adattamento lento – minore rispetto ad altri – ma che è riuscito a dare i suoi frutti nella seconda parte di campionato. Il #55, grazie agli upgrade e al lavoro con il team, ha saputo imporre il suo stile di guida sulla FW-47, totalizzando una prima fila, due podi, che salirebbero a tre se consideriamo la gara sprint ad Austin.
Con questo non si vuole screditare il lavoro del thailandese, però è evidente che è mancato quando la squadra aveva l’occasione giusta. Ne è un esempio l’incidente nelle qualifiche di Baku, occasione perfetta per il team ma sprecata da parte sua.
L’impatto di Sainz: metodo, mentalità e un nuovo standard di lavoro
Il 2025 si è rivelato un anno di crescita per Alexander Albon, sia dentro che fuori la pista. Il tutto è stato reso possibile dalla condivisione del box con Sainz che, come affermerà il pilota ventinovenne, ha saputo portare una nuova cultura ed una nuova mentalità.
Al termine dell’ultima gara stagionale, Albon ha avuto modo di raccontare l’approccio nell’annata trascorsa, partendo dal trattamento riservato dal team per entrambi: “Come approccio tra le due vetture, il trattamento da parte della squadra è stato molto più equo. Potrei dire con certezza che, per la maggior parte del tempo, negli anni precedenti avevo io il trattamento preferenziale”.
Stagioni non eccellenti per Williams, penalizzata dai danni e dalle mancate prestazioni dei piloti, ma che hanno permesso al thailandese di mettere in luce alle sue abilità, diventare oggetto di osservazione con l’arrivo del driver madrileno.
Continuando, Alex Albon si sofferma sulle modalità di lavoro. Racconta: “In termini di lavoro tra noi due, c’è molto più scambio avanti e indietro nel feedback e abbiamo praticamente le stesse opinioni sulla macchina” E aggiunge: “Parliamo un linguaggio molto simile. Carlos ha più esperienza di me, ma in termini di età e approccio, affrontiamo le cose in modo molto simile”.
Ma c’è un punto che più di tutti mette in risalto la crescita personale di Albon: “Penso che la cosa più grande che ho imparato da Carlos non sia legata alla guida. Il modo in cui gestiamo le riunioni, come sviluppiamo la vettura al simulatore, come affrontiamo i programmi delle prove libere… cose del genere. Si vede l’esperienza di Carlos in questo senso”.

Crescita reciproca: il confronto diretto che ha cambiato Albon
Dopodiché, Alex Albon si sposta in pista, raccontando un aspetto meno noto di Carlos Sainz. Nell’affermare “ha saputo darmi una bella spinta ed è fantastico avere qualcuno così”, non fa che confermare quella qualità dello spagnolo che si trasforma in un vantaggio per il team: creare un gruppo compatto, coeso e unito verso un’unica direzione.
Qualità che si tramutano in pista e ne è un esempio il podio con McLaren in Brasile nel 2019 oppure le vittorie con Ferrari, dove ha dato dimostrato che una gara non si vince solo spingendo sull’acceleratore, ma anche con lucidità e strategia.
Ma, soprattutto, ne sono una conferma le parole di Albon: “È un set di dati diverso da osservare, uno stile di guida diverso dal mio. Vogliamo le stesse cose dalla macchina, ma di solito arriviamo alle qualifiche con un setup molto simile”. E poi, fa riferimento ad un aspetto non di poco conto:
“Credo che ogni pilota lo direbbe: quando hai un compagno che rappresenta un passo avanti, impari di più. C’è più da apprendere in termini di stile di guida. Ci sono curve in cui tu eri veloce e ora siete allo stesso livello. E ci sono curve in cui devi imparare, adattarti, guidare in modo diverso. E sono sicuro che valga anche al contrario per Carlos. È stato interessante da vedere”.
Williams verso il 2026: ambizioni, incognite e potenziale rinascita
La prossima stagione resta un’incognita, ma iniziano a circolare alcune indiscrezioni sulla power unit Mercedes, che dovrebbe essere a buon punto in termini di sviluppo. Naturalmente, si tratta soltanto di voci e nulla è ancora certo. Se però queste anticipazioni dovessero rivelarsi fondate, Williams potrebbe beneficiare di un motore altamente competitivo.
È ovvio che una power unit performante non basta: serve anche una monoposto ben progettata. Ma, se queste saranno davvero le fondamenta, allora passo dopo passo potremo assistere a una Williams in grado di tornare al livello che merita. E con due piloti solidi, le possibilità ci sono tutte.
Carlos Sainz è approdato a Grove dopo essere stato sostanzialmente lasciato a piedi dalla Ferrari. Un trasferimento accolto da opinioni contrastanti: c’era chi provava compassione per il suo “arretramento” e chi vedeva la scelta come un azzardo. Eppure Sainz, fin da subito, disse chiaramente di credere nel progetto. Forse non erano semplici parole di circostanza. Forse, col tempo, potrebbero rivelarsi una previsione più realistica di quanto in molti avessero immaginato.
Crediti foto: Atlassian Williams Racing
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