Il valzer è una danza basata su un ritmo ternario, molto diffusa in Germania e soprattutto in Austria, dove, in effetti, è nata. Il termine che la indentifica deriva dal tedesco Walzer e significa girare, ruotare. Ecco perché, spesso, questo tipo di ballo è usato come sinonimo per indicare chi, nella propria condotta, cambia con nonchalance direzione, quasi dimenticandosi ciò che faceva in precedenza.
Uno dei personaggi più illustri della Formula 1 è nato proprio in quella Vienna patria del valzer. Parliamo di Toto Wolff, team principal e comproprietario della Mercedes, che, memore di un ballo che probabilmente avrà più volte testato nella sua vita, ha deciso di essere coerente con la sua storia, mostrando incoerenza con quanto diceva diversi mesi fa. Sembra un ossimoro ma così non è.
La vicenda è quella relativa all’undicesimo soggetto in Formula 1. Si ricordi che Wolff è stato uno dei più accesi nemici della candidatura di Michael Andretti avendo parlato più volte di un gruppo che non accresceva il brand e che avrebbe messo in difficoltà il modello a 10 squadre che così bene ha funzionato in questi anni.
Ovviamente, Wolff non era solo in questa valutazione: un altro fiero oppositore della candidatura americana era Fred Vasseur, il team principal di quella squadra che oggi è diventata partner del gruppo entrante, visto che gli fornisce i motori. Anche in Francia, evidentemente, si conosce bene il movimento danzante.

I due suddetti manager avevano il supporto di un soggetto ancora più grande, quella Liberty Media che, fino a pochi mesi fa, ha fatto carte false pur di bocciare una candidatura che invece era stata promossa dalla Federazione Internazionale dell’Automobile. Poi lo scenario è cambiato, poiché Renault ha deciso di chiamarsi fuori dalla Formula 1 e improvvisamente il Circus si è trovato con un motorista-costruttore in meno. Buco preoccupante.
Da qui la necessità di trovare un rimpiazzo, che si è materializzato nel gruppo General Motors che, col marchio Cadillac, ha di fatto assorbito la candidatura Andretti, vincendo la battaglia ed entrando in griglia come undicesimo team dal 2026.
Toto Wolff e il nuovo registro mediatico sul caso Cadillac
“Ho sempre detto che se una squadra è accrescitiva – come valore aggiunto – sono d’accordo all’allargamento. Siamo Mercedes. Siamo uno stakeholder e ci piace che le entrate crescano, ci piace che il pubblico cresca. Se qualcuno entra e accresce il valore, lo accogliamo a braccia aperte“, ha spiegato Wolff.
“Con Andretti non ci siamo espressi perché le squadre non hanno nulla da dire in quel processo; sono la FIA e il detentore dei diritti commerciali [FOM] che devono decidere. Ma se vuoi andare a una festa e non sei invitato, almeno spiega perché dovresti sederti al tavolo. Niente di tutto ciò è successo. Probabilmente è iniziata male fin dal principio“.
Le parole di Wolff risultano quanto meno singolari se confrontate con quelle che proferiva qualche mese fa sulla stessa materia. Evidentemente anch’egli ha capito che un nuovo costruttore rappresenta un’opportunità per far crescere ancora il valore del marchio Formula 1, con relativo incremento dei dividendi per uno stakeholder.
Il giro di valzer è compiuto, ma resta l’incongruenza con le valutazioni del passato, che evidentemente sono state superate, perché proprio quel modello a 10 squadre, così strenuamente difeso, rischiava di essere un limite incatenante per lo sviluppo ulteriore di tutta la categoria. Davanti agli interessi economici la coerenza può allegramente andare a farsi benedire.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, F1