Dopo i dissidi mai sanati del 2021 e l’indagine aperta durante l’inverno scorso sul presunto passaggio di informazioni riservate tra Susie Stoddart e suo marito Toto Wolff, quest’ultimo prova a riavvicinarsi alla FIA e al suo presidente, Mohammed Ben Sulayem. L’occasione è data dal giro di vite imposto da Place de la Concorde sul comportamento verbale dei piloti.
Il n°1 della Mercedes ritiene che gli sforzi per ripulire l’immagine dei piloti siano qualcosa su cui vale la pena insistere. I piloti fungono da modelli, e Wolff afferma che il linguaggio che utilizzano può avere un’influenza significativa sui giovani che seguono le gare.
“Ho un bambino di sette anni che va in kart e guarda tutto. Per la prima volta, qualche mese fa, che mi ha detto una parolaccia. Io gli ho chiesto dove l’avesse sentita e lui ha risposto: ‘dai piloti’. Ho i miei conflitti con Mohammed, ma in questo caso i piloti, tutti, sono modelli. Sono in onda e ne hanno il diritto, e hanno potere”.
“Non sono d’accordo con molte delle altre cose che lui [Ben Sulayem] ha inventato, ma su questo penso che se traduci ‘f**k’ nella tua lingua o nella mia lingua, è piuttosto scortese. Non lo direi mai alla radio. Con George e Lewis abbiamo avuto questa conversazione e sanno che non mi piace. Quindi sono perfettamente d’accordo che possiamo davvero limitarlo”.
Wolff ha affermato che sarebbe aperto anche a sanzioni ancora più severe, sottolineando che questa è solo la sua opinione. Fatto sta che su questa materia si verifica un’inattesa consonanza d’intenti tra Wolff e Ben Sulayem, dopo lunghi momenti di tensione che spesso hanno rischiato di generare una frattura insanabile. Chi l’avrebbe mai detto?
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team