Un Paese in guerra non è un bello spot agli occhi del mondo per uno stato come quello della Thailandia che mira ad ospitare un Gran Premio di F1 nella sua capitale, a Bangkok.
Il conflitto tra Thailandia e Cambogia, riacceso nel corso di quest’anno, è radicato in una disputa territoriale di lunga data, in particolare intorno a zone contese al confine come l’area del tempio di Prasat Ta Moan Thom, tra la provincia thailandese di Surin e quella cambogiana di Oddar Meanchey.
Le tensioni sono esplose nello scorso mese di maggio, dopo la morte di un soldato cambogiano in uno scontro armato, portando a un’escalation militare tra le più gravi mai registrate.
Solo in questo mese di luglio, scontri a fuoco hanno causato almeno 12 morti, tra cui civili, e 17 feriti, con entrambe le nazioni che si accusano a vicenda di aver aperto il fuoco per prime. I residenti delle aree di confine sono stati costretti a fuggire, cercando rifugio in bunker, mentre la Thailandia ha chiuso tutti i valichi di frontiera con la Cambogia.
La situazione è stata aggravata da un deterioramento delle relazioni diplomatiche, con la sospensione della prima ministra thailandese Paetongtarn Shinawatra, accusata di toni troppo concilianti verso l’ex leader cambogiano.
La Cambogia, sotto la guida del primo ministro Hun Manet, ha denunciato attacchi thailandesi su posizioni militari, mentre Bangkok ha accusato Phnom Penh di aver lanciato razzi in territorio thailandese. La crisi ha spinto appelli per una mediazione ONU, ma al momento non ci sono segnali di de-escalation.
Gran Premio di F1 in Thailandia: la situazione
La Thailandia sta lavorando per ospitare un Gran Premio di Formula 1 a Bangkok a partire dal 2028, con un progetto ambizioso che prevede un circuito cittadino nella capitale, probabilmente nella zona di Chatuchak.
Il governo thailandese ha stanziato circa 1,2 miliardi di dollari per un contratto quinquennale che va dal 2028 al 2032, con l’obiettivo di promuovere il turismo, un pilastro dell’economia nazionale. Il progetto ha ricevuto il supporto del Presidente e CEO della F1, l’imolese Stefano Domenicali, che ha incontrato la prima ministra Shinawatra più volte nel 2025, incluso durante il GP di Monaco e a Bangkok.
Il pilota thailandese della Williams Alexander Albon ha espresso entusiasmo per la possibilità di una gara in patria, sottolineando il potenziale per promuovere la cultura thailandese. Tuttavia, il calendario della competizione, già al completo con 24 gare, potrebbe richiedere un’alternanza con altre sedi per accogliere Bangkok.

Impatto del conflitto sul Gran Premio
Il conflitto con la Cambogia potrebbe influenzare il progetto del GP di Thailandia di Formula 1 in diversi modi:
- L’escalation militare e la chiusura dei confini potrebbero scoraggiare gli investimenti e la fiducia internazionale, fondamentali per un evento globale come un Gran Premio. La percezione di instabilità potrebbe ridurre l’interesse di sponsor e spettatori.
- Le risorse stanziate per il GP potrebbero essere ridirezionate per affrontare la crisi militare o le sue conseguenze, come la gestione dei rifugiati o la ricostruzione delle aree colpite.
- La sospensione della prima ministra Shinawatra, figura chiave nel negoziato con la Formula Uno, potrebbe rallentare o complicare i colloqui con Domenicali e Liberty Media. Una leadership instabile potrebbe mettere in pausa il progetto.
- La Thailandia punta sul GP per rafforzare il turismo, ma gli scontri armati e le immagini di civili in fuga potrebbero danneggiare la sua reputazione come destinazione sicura e accogliente.
- Sebbene il Gran Premio sia previsto a Bangkok, area lontana dal confine conteso, eventuali problemi di sicurezza nazionale potrebbero influire sulla capacità di sviluppare il circuito cittadino e le infrastrutture necessarie entro il 2028.
Al momento, non ci sono indicazioni ufficiali di un impatto diretto sul progetto dell’evento, ma la situazione di tensione regionale rimane un fattore di rischio. Se il conflitto si risolvesse rapidamente attraverso una mediazione ad esempio dell’ONU, l’impatto potrebbe essere minimo, consentendo alla Thailandia di concentrarsi sul progetto Formula 1. Tuttavia, un’escalation prolungata potrebbe ritardare o compromettere la candidatura, soprattutto se il governo dovesse dare priorità alla sicurezza e alla stabilità interna.
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Crediti foto: Sunny Chittawil, Royal Thai Army