La battaglia per la presidenza della FIA si intensifica con un botta e risposta al vetriolo tra l’attuale presidente, Mohammed Ben Sulayem, e il suo sfidante, Tim Mayer. L’americano, ex commissario di gara in Formula 1 per tre lustri, ha lanciato pesanti accuse contro la gestione emiratina della federazione, scatenando una replica altrettanto decisa del presidente in carica.
La candidatura di Mayer e le pesanti accuse
Tim Mayer ha ufficializzato la propria candidatura presidenziale dopo essere stato rimosso dal ruolo di steward nel novembre 2023. La sua decisione di sfidare Ben Sulayem non rappresenta solo un’ambizione personale, ma si configura come una vera e propria requisitoria contro l’attuale amministrazione della Federazione Internazionale dell’Automobile.
L’ex commissario ha dipinto un quadro fosco dell’organizzazione sotto la leadership emiratina, parlando di una gestione caratterizzata da “illusioni” in settori chiave come trasparenza e integrità. Secondo Mayer, si sarebbe instaurata una “concentrazione corrosiva di potere” che avrebbe trasformato l’ambiente lavorativo in un “regno di terrore” per il personale della federazione.

La replica di Ben Sulayem: “Disconnesso dalla realtà”
Il presidente della FIA ha risposto alle provocazioni durante un incontro con un gruppo ristretto di giornalisti, riporta RN365. Ben Sulayem ha ammesso candidamente di non essere venuto a conoscenza delle dichiarazioni di Mayer fino al giorno successivo alla loro diffusione, rivelando un approccio particolare alla gestione delle critiche.
“Qualcuno mi ha detto che ho la pelle di teflon“, ha dichiarato il presidente emiratino. “In realtà non è così. Semplicemente non leggo queste cose. Mi dispiace, ma non credo di averne il tempo, quindi non mi colpiscono perché non ne sono a conoscenza“.
La strategia comunicativa di Ben Sulayem appare orientata alla delegittimazione dell’avversario piuttosto che alla difesa diretta delle proprie posizioni. Il n°1 di Place de la Concorde ha infatti definito Mayer “disconnesso dalla FIA”, sottolineando come l’esperienza di steward non fornisca una visione completa del funzionamento interno della federazione.
Il nuovo corso della FIA secondo Ben Sulayem
Nell’illustrare la propria filosofia di governo, Ben Sulayem ha delineato i contorni di quello che considera un cambio di paradigma nell’operato della FIA. Secondo la sua visione, l’organizzazione ha abbandonato una gestione focalizzata esclusivamente sui promotori per orientarsi verso le esigenze dei membri federati.
“La FIA ha un modo diverso di lavorare ora“, ha spiegato il presidente che vede vicina la fine del mandato. “Lavoriamo per i membri e per promuovere lo sport. Non funzioniamo più come prima, solo per il promotore. Se vogliamo far crescere il motorsport, dobbiamo andare dai membri, ascoltarli e vedere cosa vogliono“.
Questa riorganizzazione strategica rappresenterebbe, secondo Ben Sulayem, la chiave per lo sviluppo futuro del motorsport a livello globale, con un approccio più democratico e inclusivo verso la base associativa della federazione.

Campagna elettorale e strategie comunicative
Il presidente in carica ha chiarito di non voler entrare in una dinamica di botta e risposta continuo con il suo sfidante, preferendo concentrarsi sui propri impegni istituzionali. “Se vado a difendermi? Ho altre cose da fare. Sono davvero impegnato“, ha dichiarato Ben Sulayem.
La sua strategia elettorale sembra basarsi sulla delegittimazione delle critiche attraverso riferimenti culturali, citando un proverbio arabo secondo cui “una lingua non ha ossa” per sottolineare la facilità con cui si possono lanciare accuse in campagna elettorale.
Ben Sulayem ha inoltre rimandato al personale della FIA la responsabilità di confermare o smentire le accuse di Mayer, evitando di fornire smentite dirette e mantenendo un atteggiamento di apparente distacco dalle polemiche.
Crediti foto: FIA
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