F1 2025 – L’errore più grande che si potrebbe fare in questo momento è quello di tirare le somme dopo appena un Gran Premio, soprattutto a seguito di una gara pazza condizionata dagli agenti atmosferici. Tuttavia, ciò che si è visto tra Bahrain e Australia ci dice che la McLaren è attualmente la vettura più solida e che probabilmente ha un margine sulla concorrenza, non pienamente apprezzato proprio a causa delle condizioni caotiche verificatesi all’Albert Park.
C’è stato un momento del Gran Premio in cui il duo di Woking comandava le operazioni con quasi venti secondi di distacco su Max Verstappen, che a fatica teneva in pista la RB21. Nella stessa fase, dopo 32 giri, Ferrari e Mercedes erano attardate di ben 35 secondi: un abisso, una distanza siderale, roba che andrebbe misurata in anni luce.
La MCL39 ha la virtù delle grandi monoposto: si adatta a ogni situazione. Asciutto, bagnato, caldo, freddo, vento… sembra che nulla possa mettere in discussione il suo dominio. Ribadisco: si tratta della fotografia del momento, che potrebbe mutare su altre piste o se qualcuno riuscisse a recuperare terreno.
I prossimi due appuntamenti in calendario sono Cina e Giappone. Shanghai e Suzuka, piste vere, verissime, rappresentano banchi di prova cruciali per valutare il reale valore di ogni monoposto. Diciamolo fuori dai denti: Melbourne è un tracciato relativamente semplice, non è un giudice severo e quindi potrebbe non aver detto tutto, soprattutto per quanto riguarda le scuderie che sembrano ancora alle prese con problemi di comprensione del mezzo che esse stesse hanno generato.

F1 2025: il rischio di un futuro distopico
Facciamo un esercizio di fantasia. Ammettiamo che la McLaren abbia davvero il vantaggio intravisto in questo Gran Premio e che non riesca a capitalizzarlo nel momento in cui le condizioni ambientali tornano alla normalità: quanto tempo ci vorrebbe per colmare un simile divario? Questa è la domanda delle domande e si incastra con una situazione particolare: il Campionato del Mondo di Formula 1 2025 è anomalo, poiché rappresenta l’ultimo anno di un contesto regolamentare destinato a morire.
Se in passato questo non era un problema, oggi lo è. E anche piuttosto serio. Infatti, tra vincoli fiscali e limitazioni allo sviluppo imposte dal meccanismo dell’Aerodynamic Testing Restriction non è da escludere che un team in forte ritardo possa decidere di mollare per concentrarsi sull’anno prossimo, quando si partirà letteralmente da un foglio bianco. Un’occasione ghiotta per chi vede i suoi sogni crollare, riponendo quindi speranze nel futuro.
Proprio le norme tecniche e fiscali volute dai vertici della Formula 1 rischiano di rendere questo campionato un’ode alla noia. Dopo le qualifiche, George Russell ha rilasciato un commento che ha preoccupato i più attenti: il pilota Mercedes ha detto che questa McLaren potrebbe già concentrarsi sul 2026, tanto è grande il vantaggio che ha rispetto alla concorrenza. Un’affermazione che rischia di aprire a uno scenario distopico, che non si sperava di rivedere dopo il soporifero 2023, quando la Red Bull di Max Verstappen annichilì la concorrenza.
È necessario ribadire ancora una volta il concetto: non si può trarre una legge generale da un caso particolare. Serviranno ancora diverse gare per valutare attentamente i valori in campo, ma il rischio che a un certo punto qualcuno possa chiamarsi fuori dalla lotta è reale.
Proprio per questo motivo, il legislatore della massima serie aveva decretato che non si potesse lavorare alle vetture 2026 prima del 1° gennaio di quest’anno, per scongiurare che i team si concentrassero sul futuro trascurando l’annata in corso. Ma ora non c’è nessun vincolo che possa impedire alle squadre di fare o non fare all-in sul prossimo mondiale. Quindi, statene certi, se a un certo punto della stagione ci sarà una lepre con inseguitori troppo staccati, questi decideranno di riporre i fucili per caricarli in vista del prossimo campionato.
Per questo motivo dobbiamo augurarci che ci sia qualcuno – si chiami Max Verstappen, Mercedes o Ferrari – in grado di essere una spina nel fianco di una squadra che oggi sembra dominante e che avrebbe potuto chiudere con una comoda doppietta se Oscar Piastri non avesse commesso un errore piuttosto banale. Non è il caso di intonare la marcia funebre, ma qualche preoccupazione, se permettete, lasciatecela esprimere.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari HP