Ci siamo, è il giorno della verità. Da oggi inizieremo a capire quali saranno gli effetti concreti dell’entrata in vigore della direttiva tecnica TD018 che introduce nuove e più severe modalità di verifica delle flessioni alari. Ieri al Circuit de Barcelona-Catalunya è stato un fiorire di verifiche delle nuove ali. Per l’occasione la FIA ha portato un’attrezzatura dedicata che ha lavorato alacremente sotto lo sguardo attento dei delegati federali.
A margine si è fatto un gran parlare di quali saranno gli effetti. L’idea imperante è che non si vedranno differenze enormi. Anche perché qualcuno l’ala irrigidita l’ha già testata in precedenza. Vedasi McLaren che a Imola, con Lando Norris, ha girato con la specifica adattata ottenendo ottimi riscontri. E non è un caso che l’abbia fatto il team che attualmente è il punto di riferimento della Formula 1. Se lo si è un motivo ci sarà.

TD018: impatto contenuto
Il tema dominante nel media day di ieri è stato quindi l’applicazione della direttiva tecnica volta a limitare la flessibilità delle ali. Il sentire comune, però, non è quello di una rivoluzione annunciata. I protagonisti del campionato sembrano piuttosto concordi su un punto: l’impatto sarà contenuto.
“Avrà delle conseguenze, ma credo saranno molto più limitate rispetto a quanto si è ipotizzato finora. Le modifiche interesseranno più il bilanciamento in curva che l’effettivo carico aerodinamico. Certamente alcuni team lo sentiranno più di altri, ma mi aspetto differenze nell’ordine dei centesimi, non dei decimi”, ha detto Pierre Gasly interpellato a riguardo.
Sulla stessa linea di pensiero Carlos Sainz che non prevede scostamenti superiori al decimo di secondo per squadra. Lo spagnolo ha precisato che è qualcosa che hanno già simulato, anche se bisogna prendere quei dati con cautela.
L’attenzione si concentra inevitabilmente anche sulla Red Bull, considerata tra le squadre potenzialmente più esposte per via del comportamento della RB21 in inserimento curva. Ma Max Verstappen minimizza ogni possibile effetto negativo: “Per quanto ci riguarda, posso dire abbastanza chiaramente che non ci toccherà. Quelle ali non hanno mai rappresentato un vantaggio per noi. Forse non le abbiamo sviluppate al meglio o non si adattavano al nostro pacchetto. In ogni caso, credo sia un cambiamento gestibile per tutti”.
Il team che indubbiamente è oggetto delle attenzioni è la McLaren battistrada. Come sottolineato in precedenza, Norris ha testato l’elemento modificato e a Woking sono convinti che non sia nella flessione alare il vantaggio che hanno mostrato nelle prime otto gare del mondiale 2025.

Anche in Ferrari l’approccio è cauto ma sereno, in linea con il sentiment generale. Lewis Hamilton ha fornito un interessante retroscena relativo all’anno scorso, quando era alle prese con la Mercedes W15: “Quando arrivarono [le ali flessibili], furono molto utili. Alcune squadre riuscirono a sfruttarle subito, altre no. L’anno scorso, in questa fase del campionato, ci diedero una mano”. Per riferimento si guardi l’illustrazione in alto.
Mano che oggi non può più esserci. Un comune denominatore che le squadre pensano di gestire in scioltezza. Solo il cronometro fornirà il verdetto definitivo. Nel frattempo, il paddock si muove tra cautela e realismo. Nessuna rivoluzione si prospetta però all’orizzonte. Saranno piuttosto i dettagli a fare la differenza.
Illustrazioni: Chiara Avanzo per Formulacritica
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