Il mondo della Formula 1 è ricco di dettagli tecnici che possono sembrare minuscoli, ma che fanno la differenza tra vincere e restare indietro. Uno di questi componenti è il t-tray, un elemento chiave del fondo delle vetture. Vediamo di cosa si tratta, come funziona e come può fornire un vantaggio aerodinamico cruciale (a patto di rispettare il regolamento – o almeno di non farsi scoprire!).
Cos’è il T-Tray?
Il t-tray (conosciuto anche come tea tray) è una parte del fondo piatto della vettura, posizionato davanti alle ruote anteriori. La sua funzione primaria è di stabilizzare l’auto e di migliorare la qualità del flusso d’aria sotto il veicolo. Con una forma spesso piatta e sottile, il t-tray è collocato in un’area delicata e sottoposta a severi vincoli tecnici per evitare l’uso di trucchi aerodinamici, come recentemente sospettato da alcuni team.
Nato negli anni ’90 per rispondere a regole che vietavano l’uso di ali mobili, il t-tray è stato implementato per far rispettare una distanza minima da terra alla parte anteriore del veicolo. Questa sezione, infatti, non può piegarsi oltre un certo limite, fissato dal regolamento per mantenere l’integrità aerodinamica della vettura. Qualsiasi tentativo di flessione oltre il limite consentito comporta sanzioni da parte dei commissari, poiché potrebbe ridurre artificialmente l’altezza da terra, aumentando l’aderenza.
Come funziona il t-tray e quali vantaggi offrirebbe se manipolato

Il funzionamento del t-tray è cruciale per l’efficienza aerodinamica della vettura. Una flessione ottimale permette al fondo piatto di avvicinarsi di più al suolo, creando un effetto suolo più marcato e aumentando la downforce. Questo si traduce in maggiore stabilità e velocità in curva, vantaggi di non poco conto per i piloti e i team.
- effetto suolo migliorato: quando il fondo della vettura si avvicina di più alla pista, il flusso d’aria che passa sotto l’auto aumenta di velocità, creando una sorta di “ventosa” che tiene l’auto incollata al suolo. Il t-tray, in questo caso, contribuisce a mantenere il fondo più stabile;
- migliore efficienza in curva: nelle curve ad alta velocità, l’aumento della downforce garantito da un t-tray più flessibile può consentire di tenere una traiettoria più precisa e di avere una maggiore velocità di percorrenza, riducendo il rischio di sottosterzo e migliorando la risposta dell’auto.
- vantaggio nella stabilità del veicolo: grazie al t-tray, le monoposto riescono a mantenere più costante l’altezza da terra, il che contribuisce a evitare perdite di downforce improvvise, soprattutto sui rettilinei e nelle curve veloci.
Come si imbroglia: l’elusione dei test di flessibilità
Manipolare il t-tray significa lavorare al limite del regolamento e richiede soluzioni ingegneristiche sofisticate. Ecco alcune delle strategie utilizzate in passato (anche se non sempre legali):
- materiali Innovativi: L’uso di materiali compositi con proprietà di flessione controllata permette di rispettare i test di rigidità, ma di ottenere una flessione extra ad alte velocità.
- elementi elastici: alcuni team hanno sperimentato con punti di aggancio elastici per consentire al t-tray di piegarsi a velocità elevate, ritornando poi alla posizione iniziale quando l’auto rallenta o si ferma per un controllo;
- distribuzione del peso: alterando leggermente la distribuzione dei pesi, si può indurre una flessione naturale del t-tray durante la corsa, ma mantenendolo rigido nelle condizioni dei test statici.
Le implicazioni: tra innovazione e imbroglio
In Formula 1, la linea tra innovazione e imbroglio è sottilissima. La manipolazione del t-tray non è nuova e molti team hanno trovato modi di spingere al limite questa componente. Tuttavia, i commissari tecnici e la FIA sono sempre più vigili e, grazie ai miglioramenti tecnologici nei test di flessibilità e alle telemetrie avanzate, rilevare questi trucchi diventa sempre più semplice.
Il t-tray è solo uno dei tanti esempi di come, in Formula 1, anche un dettaglio apparentemente trascurabile possa fare una grande differenza. In una competizione dove le distanze tra le vetture sono misurate in millesimi di secondo, ogni millimetro conta. Anche se i team hanno sempre tentato di sfruttare ogni minimo vantaggio per ottenere maggiori prestazioni, la vera sfida sta nel rispettare le regole (e i controlli della FIA) senza oltrepassare i confini del regolamento.