Nei mesi scorsi era filtrata la volontà della Nissan di creare un super gruppo nipponico con Honda. Le ultime voci riportano che l’intesa è prossima al fallimento: le trattative con la casa di Sakura per un possibile accordo di fusione dal valore stimato fino a 60 miliardi di dollari si sono arenate.
I due colossi asiatici stavano valutando una partnership che li avrebbe resi il terzo produttore mondiale per dimensioni. Tuttavia, secondo quanto riportato da Reuters, Nissan avrebbe deciso di ritirarsi a causa di perplessità sulla struttura dell’accordo.
Honda aveva ipotizzato una fusione in cui sarebbe diventata un soggetto più pesante di Nissan, ma quest’ultima preferiva puntare su un’intesa paritaria. Un ostacolo rilevante è rappresentato dalla differenza di valore di mercato: Honda è valutata circa 51,9 miliardi di dollari, mentre Nissan si ferma a 9,4 miliardi.

Honda – Nissan: entro metà febbraio lo stop definitivo
Nel frattempo, Renault, che detiene circa il 36% di Nissan, si è mostrata favorevole alla fusione, soprattutto considerando le difficoltà economiche dell’alleato, che potrebbero portare al taglio di circa 9.000 posti di lavoro.
Un ulteriore fattore di incertezza è rappresentato dai dazi imposti dagli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump, con tariffe del 25% su Canada e Messico. Anche se l’applicazione di tali misure è stata sospesa, Reuters evidenzia che Nissan potrebbe subire un impatto maggiore rispetto a Honda e Toyota.
Questo accordo, indirettamente, avrebbe portato il gruppo Renault a non calare nella produzione di veicoli. Essere inglobati in una macro-azienda avrebbe dato la possibilità a Honda di poter contare su parte del personale che lavorava a Viry-Châtillon e sulla stessa sede francese, che non è stata dismessa poiché continua il programma WEC.

Rottura intesa Honda – Nissan: quali effetti sulla F1
Chiaramente, questa situazione non sposta di un millimetro i piani del motorista giapponese, che già sta lavorando a stretto contatto con Aston Martin e con gli ingegneri di un’équipe ambiziosa che ha puntato su un accordo di fornitura in esclusiva proprio per avere una sinergia totale. Un motorista che è riuscito a spezzare l’impero della Mercedes, che dal 2014 aveva definito il punto di riferimento nella propulsione turbo-ibrida.
Ovviamente, il mancato accordo potrebbe generare delle problematiche di lungo periodo, dato che Honda era persuasa di non restare in Formula 1 finché la categoria non ha deciso una semplificazione degli schemi motoristici, aumentando la quota elettrica ma con un solo motogeneratore (MGU-K). Un tipo di architettura più confacente a quelle che sono le necessità commerciali della casa di Sakura.
Ma il tentennamento c’è stato, e i giapponesi hanno spesso dimostrato di avere un approccio molto pragmatico allo sport e di saper dire addio in maniera clamorosa, anche quando si è sulla cresta dell’onda. Questo non significa che il comparto diretto da Koji Watanabe stia pensando a inattese dismissioni: la presenza fino al 2030 è totalmente garantita.
Potrebbe invece essere diversa la situazione a inizio del nuovo decennio, quando dovrebbero cambiare ancora le regole della Formula 1. Se le nuove norme dovessero deviare dalla visione strategica della Honda, allora non sarebbe da escludere un nuovo passo indietro, che con Nissan sarebbe stato meno probabile, data la vocazione sportiva di quel marchio che avrebbe potuto rappresentare anche una possibilità commerciale, fornendo i propulsori a un altro soggetto proprio con il nome Nissan.
Siamo ovviamente alle congetture, alle ipotesi, ai ragionamenti fatti ad alta voce. Honda – Aston Martin è un gruppo che si propone di essere una solida realtà della Formula 1. Un eventuale accordo con Nissan non avrebbe fatto altro che cementare ulteriormente ciò che dall’esterno sembra già molto forte.
Crediti foto: Honda, Alpine