Il Gran Premio di Spagna, per Max Verstappen, è tutt’altro che da ricordare. La TD18, entrata in vigore proprio nell’evento di Barcellona e considerata da molti penalizzante per la scuderia dominatrice del mondiale, non ha regalato sorprese: la McLaren ha confezionato un 1-2 senza appello, mettendo le mani sul titolo costruttori.
Dopo aver provato una strategia aggressiva con tre soste, tutto è andato in malora con l’ingresso della Safety Car nell’ultima parte di gara, con il campione olandese costretto a montare le gomme hard, mentre tutti gli altri avevano le soft. Alla ripartenza è stato prima bruciato dalla Ferrari di Leclerc e successivamente, in modo intenzionale, ha speronato la Mercedes di George Russell: leggi qui.
Questa manovra scorretta gli è costata 10 secondi di penalità e 3 punti sulla Superlicenza, arrivando così a quota 11, a un solo punto dalla squalifica per un Gran Premio. Il giorno dopo si è scusato tramite un post pubblicato sul suo profilo Instagram: leggi qui.
Nei prossimi due Gran Premi – quello del Canada e quello di casa della Red Bull, in Austria – l’asso olandese dovrà prestare la massima attenzione a qualsiasi comportamento che possa costargli un punto di penalità. Basta davvero poco: un impeding in qualifica, andare troppo piano in un cool-down lap, non rispettare il delta time sotto Safety Car o Virtual Safety Car, oppure un contatto in gara. Dovrà guidare con gli occhi ben aperti e non cadere nelle provocazioni degli avversari.

Ma in caso di squalifica, chi prenderebbe il suo sedile alla Red Bull?
Sono tre i piloti che potrebbero sostituirlo, nel caso in cui il campione olandese fosse costretto, forzatamente, a restare a casa. Vediamo chi sono.
Il primo candidato a guidare la RB21 di Verstappen è il francese del team satellite della Red Bull, la VCARB, Isack Hadjar. Dopo un inizio shock in Australia, si è ben ripreso, dimostrando di essere il miglior pilota esordiente di questa stagione. Il francese è veloce e costante, e ha preso per mano il team di Faenza dopo la promozione in Red Bull di Yuki Tsunoda.
Il secondo candidato – e sarebbe un ritorno – è il neozelandese Liam Lawson, anche lui come Hadjar in Racing Bulls. Lawson ha iniziato la stagione corrente proprio in Red Bull, dopo una lunga e travagliata carriera in giro per il mondo, ma appena dopo due Gran Premi è stato retrocesso nel secondo team di proprietà della Red Bull. Un punto a suo favore è che ha già avuto un’esperienza, seppur breve, con la scuderia di Milton Keynes. Un suo eventuale ritorno non è da escludere.
Il terzo candidato è il pilota anglo-svedese Arvid Lindblad, 17 anni, fresco campione della Formula Regional Oceania, titolo che gli ha permesso di ottenere i punti necessari per la Superlicenza per gareggiare in F1. Attualmente compete in F2 con il team Campos Racing, ottenendo già 2 vittorie e una pole. A febbraio ha guidato una monoposto di F1 – l’AlphaTauri AT04 del 2023 – in un test privato all’autodromo di Imola. Pupillo di Helmut Marko, è da molti considerato l’erede naturale di Max Verstappen.

Guidare una Red Bull: un’opportunità o un rischio?
Per un pilota che non sia Max Verstappen, guidare una Red Bull, nell’ultimo anno e mezzo, è piuttosto problematico. Basta chiedere all’ex pilota della Red Bull Sergio Pérez, a Lawson o all’attuale secondo pilota Tsunoda, che è costantemente fuori dalla zona punti.
Se dovesse presentarsi l’occasione di dover sostituire Verstappen, avremmo o la prova provata che solo il talento di Hasselt sa domare la RB21, oppure che – incredibilmente – la monoposto possa mostrarsi maneggevole anche nelle mani di altri piloti.
Queste, ad oggi, rimangono supposizioni. Nel frattempo, sta a Verstappen non cadere in fallo, per evitare una squalifica. Ma la curiosità permane… e poi, chissà.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing
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