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Home Approfondimenti

Sprint Race: un format necessario e accettato per soldi

Helmut Marko, sempre schietto nelle sue affermazioni, ha lasciato intendere che parte della F1 accetta la sprint race per interessi economici

Diego Catalano by Diego Catalano
30 Aprile 2024
in Approfondimenti, F1, News
Tempo di lettura: 2 minuti
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La Sprint Race piace a tutti. La Sprint Race non piace a nessuno. Concetti opposti che non possono convivere? No, se si tratta della Formula Uno. Molti la criticano, troppi (spesso gli stessi) la accettano per ragioni prettamente economiche. 

Il business che genera la Formula 1 è molto florido e le consociate del Patto della Concordia, dunque le scuderie, non si mettono di traverso sulle visioni strategiche di Liberty Media che è grande sponsor dei weekend di gara “tutta azione”. 

Stefano Domenicali, recentemente, ha lasciato intendere che i fine settimana caratterizzati dalla garetta potrebbero aumentare in numero. Nell’affermarlo ha pure ricordato ai piloti che si lamentano di un calendario iper compresso che o si adattano o si mettono in autosospensione. Non proprio il massimo della democrazia, insomma. 

Ma c’è chi proprio non ne vuol sapere di far lodi al meccanismo suddetto. Helmut Marko, uno che non ha peli sulla lingua, ha ammesso di non essere un grande fan delle Sprint nonostante siano ormai un classico del Gran Premio d’Austria che si svolge sulla pista di proprietà della Red Bull.

A Speedweek il fresco ottantunenne ha espresso le sue riserve parlando di sprint race come situazione vantaggiosa per i soli promotori. La critica è sorta sul fatto che le gare brevi tolgono un po’ di brillantezza all’evento principale.

Helmut Marko - Oracle Red Bull Racing
Helmut Marko, consulente Oracle Red Bull Racing

Sprint Race: un “male” necessario

“Abbiamo avuto il primo weekend sprint dell’anno, il secondo seguirà presto, a Miami. Ho due opinioni sul formato sprint“, ha detto. “È semplicemente un bonus per gli spettatori e quindi per l’organizzatore che ai tifosi venga offerta una qualifica il venerdì e una gara il sabato”. 

“Questi due giorni sono quindi più facili da commercializzare rispetto al classico formato del fine settimana. Questo è il lato commerciale ma preferisco il formato tradizionale”.

“I concorrenti hanno a disposizione una sola sessione di prove libere e la cosa può produrre weekend sbagliati, come è successo a noi due anni fa in Brasile [il riferimento è a Interlagos 2022]. “Con i regolamenti dell’epoca, in base ai quali non erano consentite quasi modifiche alla vettura, una gara era come persa“. 

Conclusioni? “Per gli organizzatori è un sì, come appassionato di corse è un no”. Parlare onesto che spiega perché, nel lungo periodo, il format con la gara breve rischia di diventare lo standard della categoria.


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing

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Tags: F1Gp Miami 2024Sprint Race
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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