Monza, con la sua storia intrecciata alla velocità, rappresenta un crocevia emozionale e tecnico per chiunque lavori in Formula 1. Per Simone Resta, oggi vicedirettore tecnico della Mercedes, l’edizione 2025 del Gran Premio d’Italia segna un passaggio simbolico: il primo appuntamento brianzolo da quando è nella squadra di Brackley.
Resta descrive il circuito come un luogo che va oltre la pista. Non solo lunghi rettilinei e ali ridotte al minimo, ma un ambiente che conserva l’aura unica del parco e degli elementi storici come la Parabolica, ancora oggi capace di trasmettere l’eco di un’epoca in cui i piloti affrontavano rischi estremi e pionieristici.
La sua passione per il motorsport, però, non è nata a Monza. È stata Imola a imprimere per prima un segno indelebile: da bambino, Resta sentiva il rombo dei motori direttamente da casa, abbastanza vicino per recarsi con il padre alle curve della Rivazza nei primi anni Ottanta. Quelle esperienze hanno alimentato un percorso che lo avrebbe condotto fino al cuore della Formula 1, intrecciando il fascino dei due autodromi simbolo dell’Italia.
Il legame con Monza, col tempo, è diventato anche personale. Nei primi anni nel paddock, Resta associava il weekend del Gran Premio a momenti vissuti insieme alla sua compagna – oggi sua moglie – tra lunghe camminate nel parco e l’atmosfera festosa che circondava l’evento. Più tardi, tornò con i figli piccoli, sperimentando da genitore la potenza assordante delle monoposto lanciate sul rettifilo principale, tanto da dover proteggere i bambini con i tappi per le orecchie senza riuscire del tutto a mitigarne l’impatto.
Il tema del rumore si intreccia inevitabilmente con quello della passione. Monza è un luogo in cui il suono dei motori spesso si confonde con quello del pubblico, un’onda che esplode soprattutto quando in pista c’è la Ferrari. Resta lo ha vissuto in prima persona a partire dal 2001, anno del suo debutto a Maranello, condividendo vittorie memorabili con Michael Schumacher e Rubens Barrichello. Scene di trionfo che rimangono scolpite soprattutto nell’immagine del podio, sovrastato da una marea di bandiere rosse e dall’energia incontenibile dei tifosi.
Oggi il contesto è cambiato. Dopo anni trascorsi in rosso, il tecnico italiano affronterà il Gran Premio d’Italia con addosso i colori Mercedes. Un passaggio non soltanto professionale, ma anche emotivo, che segna la continuità di un percorso in un ambiente nuovo, nel quale Resta si è ambientato rapidamente. Il 2025 rappresenta infatti il suo primo anno a Brackley, un’esperienza all’estero che lui stesso definisce stimolante, arricchita da un clima di lavoro sereno e da una passione condivisa. Il successo in Canada ha cementato questa sensazione di appartenenza, diventando uno dei momenti simbolo della stagione.
Accanto a Resta, Monza offrirà quest’anno un altro debutto speciale: quello di Kimi Antonelli, unico pilota italiano in griglia, che disputerà il suo primo Gran Premio casalingo da titolare. L’ingegnere bolognese sottolinea quanto l’attesa e l’entusiasmo del pubblico possano trasformarsi in una sfida psicologica per un ragazzo di 19 anni, reduce dalle emozioni già vissute a Imola. La pressione sarà enorme, ma anche l’occasione per mostrare maturità e capacità di gestione in un contesto unico.

Guardando avanti, Resta riconosce che il 2025 è anche un anno di transizione verso il futuro della Formula 1. Il lavoro svolto sulla W16 ha già dato indicazioni preziose e, pur mantenendo l’attenzione sugli obiettivi immediati, il focus resta proiettato alle sfide regolamentari del 2026. Continuare a lavorare alla monoposto attuale, sottolinea, non è soltanto un esercizio di competitività, ma anche un investimento sul domani.
Monza, quindi, non rappresenta soltanto un ritorno alle radici per Simone Resta. È un punto d’incontro tra la memoria dei primi passi, i ricordi in Ferrari, la nuova sfida con Mercedes e il futuro che attende la Formula 1.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team
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