Il rookie Isack Hadjar non avrebbe potuto sognare un inizio migliore della sua carriera in F1. Escludendo l’ingenuità commessa nella gara d’apertura a Melbourne – quando è andato contro le barriere durante il giro di formazione – il pilota francese si è ritrovato con costanza in zona punti, battendo il proprio compagno di squadra Liam Lawson. Particolarmente brillanti sono stati gli ultimi due appuntamenti, nei quali ha conquistato ben 14 punti per la Scuderia di Faenza: un bottino decisamente sopra la media, che non può passare inosservato nemmeno ai vertici Red Bull.
In effetti, alla luce delle recenti prestazioni di Yuki Tsunoda, Helmut Marko potrebbe promuovere il pilota francese in prima squadra, anche se il rischio di bruciarlo è molto alto. È però probabile che chi si occupa della gestione dei piloti di Milton Keynes, voglia evitare questo scenario visto che, al momento, Hadjar si sta rivelando contro ogni pronostico il miglior rookie della stagione.
In una recente intervista a Mundo Deportivo, il parigino ha parlato del suo periodo di adattamento al nuovo mondo della F1, mostrando nel frattempo una personalità solida per un ventenne alle prime armi, ma che lascia intravedere le stigmate di un potenziale campione del futuro.
Il segreto di Isack Hadjar: “Non ascolto nessun commento”
Il classe 2004 ha approcciato la categoria con una grande voglia di dimostrare il proprio talento. Il suo segreto sta nel non lasciarsi trasportare troppo dai giudizi, andando avanti per la propria strada. Probabilmente, dell’errore commesso in Australia che lo aveva messo sotto i riflettori, ne ha fatto tesoro imparando a gestire i momenti no.
“Cerco di non ascoltare niente. Se vado bene o meno poco importa. Potete dirmi che faccio un buon lavoro, vi direi solamente grazie. Nessun vostro commento mi renderà più veloce. Si può essere eccellenti a Monaco e la settimana successiva fare un weekend orribile“, ammette senza troppi fronzoli il pilota VCARB. Un approccio lucido che mette in evidenza come la sua solidità mentale sia il vero motore della costanza mostrata finora.

Hadjar ha anche raccontato come sia riuscito a rialzarsi dopo il suo debutto da incubo, quando ha perso il controllo della propria monoposto sotto la pioggia battente australiana “Fino in Cina mi sono sentito poco bene. Quando sono risalito sulla vettura mi domandavo solamente come potessi fare il miglior weekend possibile. La mia voglia di riscattarmi era talmente forte che alla fine tutto quello che era successo era ormai solo un lontano ricordo“.
È proprio questa la mentalità che ci si aspetta da un pilota di F1 e che, Red Bull specialmente, ricerca con attenzione. I weekend difficili possono arrivare all’improvviso e colpire duro, ma ciò che fa davvero la differenza è la reazione. Con un lungo calendario da 24 gare, c’è sempre l’occasione per riscattarsi subito: l’importante è non perdere mai la bussola.
Crediti foto: Visa Cash App RB
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