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Home Editoriali

Si scrive FIA, si legge caos

Il passaggio di consegne tra Wittich e Marques ha creato confusione nella FIA, con decisioni incoerenti che aumentano tensioni e insoddisfazione.

Diego Catalano by Diego Catalano
13 Novembre 2024
in Editoriali, F1, News
Tempo di lettura: 3 minuti
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FIA F1

Il bilico della Federazione Internazionale dell'Automobile

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Il 2024 non sarà ricordato come il miglior anno per la Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA). Certo, gli indicatori finanziari sono tutti positivi. E ciò non è un male poiché Mohammed Ben Sulayem e i suoi uomini hanno ereditato la gestione non perfetta dalla precedente amministrazione di Jean Todt. Ma le cose positive si fermano qui.

Concentrando l’attenzione sulla Formula 1 – ricordando che l’ente parigino gestisce diversi campionati del mondo, incluso quello Endurance – ci sono stati numerosi motivi di frizione con Liberty Media. Brevemente, possiamo citare la querelle con Andretti, con Place de la Concorde che ha accettato la pratica di iscrizione, poi bocciata dalla FOM; alcune ingerenze sulla presunta vendita del pacchetto di maggioranza della Formula 1 da parte degli americani; il codice di condotta dei piloti, con i recenti sviluppi sul giro di vite circa le modalità espressive in conferenza stampa e durante i team radio; e una serie di tensioni striscianti che non si sono mai del tutto sopite.

Il 2024 è stato caratterizzato da un’emorragia di figure apicali della FIA. L’ultima in ordine cronologico è stata quella di Natalie Robyn, che a inizio maggio ha lasciato la posizione di CEO che occupava dal novembre 2022. Prima di questo commiato, ci sono state le dimissioni di Steve Nielsen (sostituito da Tim Malyon, ndr) e del direttore tecnico delle monoposto Tim Goss (al suo posto l’ex Sauber Jan Monchaux, ndr). Rimozioni che hanno preceduto quelle di Deborah Mayer, capo della FIA Women in Motorsport Commission. Prima ancora, c’era stata la rottura con Peter Bayer, poi passato in Visa Cash App Racing Bulls.

Ben Sulayem F1
Il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem

Insomma, la gestione Ben Sulayem è stata piuttosto travagliata, con un rapporto con Liberty Media Corporation mai decollato e che, nel corso dei mesi, è andato addirittura peggiorando. Ieri, l’ennesimo colpo di scena: con una nota di circostanza sono state annunciate le dimissioni di Niels Wittich, direttore di gara della Formula 1, che era stato promosso qualche anno fa insieme a Eduardo Freitas, il cui mandato non era stato poi rinnovato dopo un solo anno di attività.

FIA: il passaggio di consegne tra Niels Wittich e Rui Marques non è stato trasparente

Quelle che sembravano dimissioni spontanee sarebbero state invece un vero e proprio licenziamento, o almeno un’uscita forzata da parte del numero uno della Federazione Internazionale dell’Automobile, che ha nominato al posto del dirigente tedesco Rui Marques, proveniente dalla federazione lusitana e già direttore di gara di F2 e F3 (leggi qui il suo profilo).

Se la versione di Wittich fosse confermata – e non abbiamo ragioni di pensare che le sue dichiarazioni riportate da Total-Motorsport siano false – questo rappresenterebbe l’ennesimo momento di difficoltà per un ente di vitale importanza per la Formula 1, che stabilisce le regole del gioco, le mette in esecuzione e funge da giudice in caso di infrazioni.

La mossa di Ben Sulayem appare troppo repentina per non essere legata a quanto accaduto nelle ultime gare, con le controverse decisioni in alcuni duelli che hanno visto coinvolti Lando Norris e Max Verstappen. Probabilmente il numero uno della FIA imputava alla direzione gara un’applicazione della giurisprudenza poco coerente, da cui quella che sembra essere una vera e propria epurazione. Un modus operandi non nuovo per il manager emiratino, che si era comportato praticamente allo stesso modo quando aveva allontanato Michael Masi dopo i fatti di Abu Dhabi 2021.

Quello che si riscontra anche in questa circostanza è la mancata coralità nel prendere una decisione, che è vero spetta alla Federazione, ma che probabilmente, per questioni di trasparenza, sarebbe dovuta essere condivisa anche con gli altri soggetti partecipanti alla Formula 1, ossia le scuderie e la FOM, che d’altro canto è la proprietaria del “giocattolo”.

Una storia che potrebbe avere degli strascichi, considerando le parole di Wittich, e che di sicuro manifesta come a Place de la Concorde alberghi un po’ di confusione in una fase in cui servirebbe invece un pizzico di coerenza in più per evitare il sorgere di nuove polemiche che purtroppo non mancano mai in una Formula 1 troppo spesso al centro di questioni extra-pista e che non riesce a mettere sotto la lente d’ingrandimento quello che accade nei recinti dei gran premi.


Crediti foto: F1, FIA

Tags: EditorialeF1FIANewsNiels WittichRui Marques
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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