Shanghai: la novantunesima meraviglia di Schumacher

Il Gran Premio di Cina 2006 è il palcoscenico per l'ultimo, straordinario, assolo di Michael Schumacher

Michael se ne stava un po’ discosto dagli altri, il suo profilo spigoloso assorto, lo sguardo indirizzato verso un punto lontano, che andava ben oltre la pista. A Shanghai lo avevano accolto i fantasmi dei due anni precedenti, i timori di un fallimento, ma soprattutto l’eco di quelle parole taglienti pronunciate dal suo sfidante. La fine come l’inizio: una carriera in cui le macchie risaltano sul tessuto prezioso dei successi sino a metterne in discussione il pregio.

Aveva da poco annunciato il ritiro, nella sua Monza, cullato dall’abbraccio della sua gente, in una domenica di festa dopo una vittoria indelebile. Sarebbe stato tutto perfetto senza lo strascico delle polemiche per la penalità inflitta ad Alonso, per quelle accuse di scorrettezza, per il marciume che trovava sempre il modo di venire a galla. “Il pilota più antisportivo della storia“: davvero ancora, dopo tanti anni, la musica non era cambiata?

Ci si metteva anche il circuito, particolarmente ostico per lui nelle precedenti edizioni. Shanghai aveva mischiato le carte a tal punto che neppure la sensazionale F2004 aveva potuto compere il miracolo. Un errore in qualifica, una gara colma di affanni, conclusa nell’anonimato, a un giro dalla Ferrari gemella di Rubens, poleman e mattatore.

Shanghai era stato irriverente anche nell’edizione 2005, giungendo a coprirlo di ridicolo, attraverso errori marchiani che hanno portato all’onta di un ritiro colpevole. Di certo non si trattava del palcoscenico ideale per affrontare un atto cruciale della sfida.

Shanghai 2006: la magia di Michael Schumacher

Eppure lui voleva crederci ancora, a dispetto delle diaboliche macchinazioni che avrebbe potuto mettere in atto il subdolo circuito asiatico. Lo doveva ai suoi tifosi, ai suoi uomini, ma soprattutto lo doveva a se stesso.

Per ricordare che Schumacher poteva ancora essere grande, ribaltando i pronostici, annientando il prorompente assalto di Fernando, respingendo quelle ombre cupe che s’insinuavano toppo spesso sotto al suo casco.

Cina 2026 Schumacher
Michael Schumacher incalza Fernando Alonso durante il Gp di Cina del 2006

Invece Alonso si prende tutto: la pole, l’ipoteca sulla vittoria, il distacco brutale nei suoi confronti. Michael viene scaraventato in terza fila, nell’ingombrante eternità di un secondo e mezzo, di un vuoto immenso nel quale sarebbe stato facile sprofondare.

L’uomo dal profilo volitivo potrebbe arrendersi, accontentarsi di quelle infinite pagine di storia già stampate, indelebili e intramontabili come la sua parabola. Ma la sua tuta rossa gli ricorda che non è ancora finito il tempo di osare e che qualsiasi copione può essere riscritto. Così accade che la pioggia aiuti a cancellare le trame sbagliate offrendo la possibilità di ritoccare ad arte il finale.

Una questione di gomme e di asfalto, per chi ama le spiegazioni logiche e prosaiche. In realtà un’altalena di emozioni, sorprese, attese ripagate, nel nome di un uomo che riesce ancora una volta a risorgere. Le nuvole fitte hanno smesso di catapultare gocce sulla pista, ma al momento della partenza il tracciato è ancora decisamente bagnato.

Poi inizia piano piano ad asciugare: è in questa terra di mezzo che il ferrarista compie la sua magia. Michael fiuta l’aria umida, legge il terreno come un segugio, adatta perfettamente il suo passo alle volubili condizioni di aderenza. Nessuno come lui sa comprendere le minime evoluzioni di quel manto scuro sotto alle ruote: è come un moderno rabdomante, uno sciamano della velocità.

La Ferrari calzata Bridgestone vola, La Renault numero uno incespica. Schumacher inanella giri veloci, Alonso è inviluppato in una sosta troppo lenta. Michael continua la sua rimonta, a separarlo dalla vetta solo la Renault di Fisichella.

Ma il pilota romano si rende autore di un lungo per via delle coperture fredde, appena montate. Il Kaiser non si fa sfuggire l’occasione e si butta verso l’interno, ruote sull’erba e sorpasso al limite. Va a prendersi la prima posizione e la mantiene nonostante il capriccioso riproporsi della pioggia e il minaccioso ritorno di Alonso.

Il podio del Gp di GP di Cina 2006 che segna l’ultima vittoria in Ferrari e in F1 di Michael Schumacher

L’uomo in rosso è sul gradino più alto del podio. Dopo l’euforia, espressa con il proverbiale salto, è il tempo della gioia sottile, disegnata dal sorriso degli occhi. Le braccia alzate al cielo sembrano ali, custodi di una promessa in cui tutti noi abbiamo voluto e potuto credere. Fino al fumo bianco di Suzuka.

Shangai resta così l’ultima vittoria, l’ultima di un lungo filo composto da 91 perle. 91 come l’anno del suo esordio. Ancora una volta l’inizio e la fine tornano a intrecciarsi in un dialogo mai sopito, quello che ha dato origine a una  leggenda.


Crediti foto: Scuderia Ferrari

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