La preparazione di Sergio Perez al rientro in Formula 1 entra nella sua fase operativa. Il pilota messicano tornerà ufficialmente al volante il prossimo novembre, per una sessione privata a Imola con la Ferrari SF-23, la monoposto che Cadillac utilizza come vettura di riferimento per lo sviluppo del proprio progetto F1. Il test, confermato dallo stesso ex Red Bull, rappresenterà il primo contatto reale con una vettura di Formula 1 dopo il Gran Premio di Abu Dhabi 2024, ultimo capitolo della sua avventura nella categoria.
Sarà un ritorno anche simbolico. Il Gran Premio del Messico di quest’anno (qui il programma), infatti, avrà un’assenza pesante: nessun pilota locale sulla griglia di partenza. Negli ultimi anni la presenza di Checo aveva contribuito in modo decisivo al boom della Formula 1 in territorio messicano, alimentando una passione popolare che andava ben oltre i risultati in pista. Stavolta, il calore del pubblico dovrà bastare da solo.

Il progetto Cadillac e l’eredità tecnica Ferrari
Il test di novembre segna un passaggio fondamentale nel percorso che condurrà Cadillac al debutto ufficiale in Formula 1 nel 2026. Perez, già pienamente integrato nel nuovo team, ha iniziato un lavoro metodico al simulatore e sul piano fisico, ma è consapevole che nulla può sostituire la guida reale. Imola, circuito che conosce bene, offrirà il terreno ideale per misurarsi con una monoposto vera, anche se non di ultima generazione.
La SF-23 sarà lo strumento tecnico per questa fase di transizione. Lo shakedown fornirà a Cadillac dati sul comportamento dinamico di una vettura moderna, specie nelle fasi di gestione del carico e nella correlazione tra simulatore e pista. Ma sarà soprattutto l’occasione per affinare le procedure di pista e per permettere a Checo di togliere un po’ di ruggine accumulata in questo anno di inattività.
Non è un caso che alcuni ingegneri Cadillac siano stati avvistati a Fiorano, durante un recente test di Antonio Fuoco, pilota di sviluppo Ferrari. Una presenza non casuale, ma parte di una più ampia strategia di osservazione tecnica utile a comprendere le caratteristiche della vettura che sarà poi adattata alle esigenze del progetto americano.

Due giorni decisivi a Imola
Il programma prevede due giornate complete di test sul circuito del Santerno, durante le quali il driver di Guadalajara potrà ritrovare ritmo, sensibilità e preparazione specifica alla guida di una monoposto di Formula 1. Per il messicano sarà il primo vero banco di prova dopo undici mesi di lontananza dal volante, una pausa lunga che lo stesso pilota ha definito “più impegnativa di quanto sembri”.
“Per quanto mi alleno, ho bisogno di tempo e chilometri in macchina, perché alla fine sono esercizi molto specifici che puoi affinare solo guidando davvero”, ha spiegato Pérez in occasione di un evento pre-GP del Messico. “Avrò due giorni a Imola, che mi aiuteranno molto, ma la preparazione sta procedendo nella direzione giusta”.
Quando gli è stato chiesto quale vettura avrebbe utilizzato, ha risposto con un sorriso: “Penso al 2023”. Una conferma implicita che si tratterà proprio della SF-23, auto che ottenne una sola vittoria (con Sainz a Singapore, ndr) ma che risulta perfetta per familiarizzare con il nuovo corso tecnico-sportivo.
Cadillac e Perez vivranno quindi una tappa di avvicinamento molto importante al 2026, l’anno che segna la più grande rivoluzione regolamentare della storia recente della Formula 1. Una transizione alimentata anche dalla presenza dell’undicesimo soggetto che, come dimostra il test novembrino, non intende lasciare nulla al caso.
Crediti foto: Chiara Avanzo, Cadillac, F1
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