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Home F1

Se vi sentite inutili, sappiate che esistono le gomme full wet in F1

Parliamo degli pneumatici full wet che non vengono mai utilizzati in gara in caso di pioggia. Vi spiegheremo i motivi per cui team e piloti li snobbano e se le nuove monoposto del 2026 avranno gli stessi problemi o riusciranno, almeno in parte, a risolverli

Giovanni Tito by Giovanni Tito
8 Luglio 2025
in F1, News
Tempo di lettura: 3 minuti
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George Russell con le gomme full wet

George Russell con la sua Mercedes che monta le gomme full wet

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Un’argomento che ha tenuto banco durante l’ultimo Gran Premio di Gran Bretagna, è stato il mancato utilizzo delle gomme full wet, durante l’intensificarsi della pioggia caduta sul circuito di Silverstone. Ma prima di approfondirne i motivi, vi spieghiamo le principali caratteristiche dei pneumatici da bagnato utilizzati in F1.

Le caratteristiche delle gomme da bagnato in F1

Le gomme da bagnato sono progettate per garantire aderenza in condizioni difficili, quando l’acqua riduce il grip e aumenta il rischio di slittamenti. Il battistrada delle full wet presenta scanalature profonde e un disegno asimmetrico che incanala l’acqua verso l’esterno, mantenendo il contatto con l’asfalto. Le intermedie, invece, hanno un battistrada meno profondo, adatto a superfici umide ma non allagate. Entrambe le mescole sono formulate per funzionare a temperature più basse rispetto alle gomme slick, poiché la pioggia riduce la temperatura dell’asfalto.

  • Full wet: progettate per pioggia intensa, queste gomme hanno un battistrada con scanalature profonde che possono espellere fino a 85 litri d’acqua al secondo a 300 km/h per ogni pneumatico (340 litri totali per la monoposto). Sono ideali per piste con molta acqua, dove il rischio di aquaplaning è elevato.
  • Intermedie: adatte a condizioni di pioggia leggera o piste che si stanno asciugando, espellono circa 25 litri d’acqua al secondo per pneumatico (100 litri totali). Offrono un compromesso tra aderenza su bagnato e velocità, grazie a un battistrada meno scolpito rispetto alle Pirelli a banda blu.

La scelta delle gomme da bagnato dipende dalle condizioni della pista:

  • Full wet: utilizzate in caso di pioggia intensa o piste con acqua stagnante, dove la visibilità è ridotta e l’aquaplaning è un rischio concreto. Sono obbligatorie in situazioni estreme, come deciso dalla direzione gara.
  • Intermedie: impiegate quando la pioggia è moderata o la pista inizia ad asciugarsi. I team le scelgono per guadagnare velocità rispetto a quelle da bagnato estremo, ma richiedono una gestione attenta per evitare surriscaldamento se la pista si asciuga completamente.

La decisione di montare queste gomme è strategica e coinvolge sia i piloti che gli ingegneri, che monitorano le condizioni meteo e l’evoluzione della pista in tempo reale.

Gomme full wet nei box
Gomme full wet che rimangono all’interno dei box

Cos’è successo a Silverstone e perché le gomme full wet sono rimaste nei box?

Durante il giro 14, il direttore di gara, il portoghese Rui Marques, notando che la pioggia su Silverstone si era intensificata e i piloti faticavano a rimanere in pista, ha autorizzato l’ingresso della Safety Car, in attesa che la pioggia perdesse d’intensità. Cosa che in effetti è avvenuta tre giri dopo. Ma perché far entrare la vettura di sicurezza quando si potevano montare le full wet?

Partiamo dal dire che Marques, rispetto ai suoi predecessori, come Michael Masi, Eduardo Freitas e Niels Wittich, non ha preso in considerazione la bandiera rossa e, come è possibile constatare dai vari team radio, nemmeno i piloti l’hanno richiesta.

I team e i piloti odiano montare le full wet, tanto che queste vengono utilizzate, esclusivamente, negli shakedown delle nuove monoposte, a febbraio, quando le condizioni meteorologiche sono particolarmente fredde, la pista è bagnata e soprattutto si gira in solitaria.

Le gomme da bagnato estremo riescono ad espellere fino a 340 litri d’acqua al secondo a 300 km/h, sollevando un muro d’acqua che riduce allo 0 la visibilità dei piloti. Proprio la scarsa visibilità è stata la causa principale del contatto fra il pilota francese della Racing Bulls, Isack Hadjar ed il pilota bolognese della Mercedes, Andrea Kimi Antonelli, costretti entrambi al ritiro. L’incidente, da parte del pilota francese, si sarebbe potuto evitare con un minimo di prudenza in più.

Un altro fattore del fenomeno del muro d’acqua che limita la visibilità è l’aerodinamica della monoposto ad effetto suolo, con i canali Venturi, a cui viene aggiunto le grandi misure del diffusore accentuano il fenomeno.

Oscar Piastri dietro alla Safety Car mandata in pista da Rui Marques

Con le monoposto del 2026, le full wet torneranno in pista?

Nel 2026 le monoposto ad effetto suolo verranno mandate in pensione, segnando un ritorno al passato. Le vetture del prossimo anno saranno più leggere, più corte e più strette. Per quanto riguarda gli pneumatici, rimarranno della misura attuale, ovvero 18 pollici, ma saranno anch’essi più stretti, così come sarà la spalla.

Con queste nuove caratteristiche, le gomme full wet potrebbero tornare ad essere utilizzate in caso di pioggia intensa. Le nuove monoposto non avranno i canali Venturi, il diffusore sarà più piccolo e gli pneumatici più stretti: tutto ciò non risolverà pienamente il problema della visibilità, ma dovrebbe almeno attenuarlo. Scuderie e piloti, dal canto loro, dovranno fare la propria parte, accettando qualche rischio in più e evitando di lamentarsi via team radio con  assurde richieste alla direzione gara, come l’ingresso della Safety Car o dello sventolio della bandiera rossa.


Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Pirelli Motorsport, F1

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Tags: F1NewsPirelli
Giovanni Tito

Giovanni Tito

Non sono asociale. Amo le persone nei film e le serie TV... Anche negli anime 🎥🎬📽️📺

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