Senna Day – 18:40. Esattamente 30 anni fa arrivava la notizia che tutti, in quel drammatico Primo Maggio, non volevano ricevere: Ayrton Senna, a 34 anni, veniva dichiarato clinicamente morto.
L’annuncio della dipartita venne dato in diretta tv mondiale dalla Dottoressa Maria Teresa Fiandri, Primario del reparto di Rianimazione e del 118 dell’Ospedale Maggiore di Bologna, alle telecamere di Rai Due che stavano trasmettendo una diretta fiume sulle vicende di Imola con la presenza di Ezio Zermiani.
“Confermiamo la diagnosi clinica di morte cerebrale”, le parole della Fiandri che poco prima, all’inviato della RAI Luca Gianferrari, aveva confermato che il quadro clinico era totalmente compromesso.
Qualche anno dopo, la dottoressa spiegò che all’inizio non era chiaro se la causa del decesso fosse da ricercarsi nel colpo diretto dell’uniball della sospensione che si era comportato come una lama di coltello o nel contraccolpo della decelerazione repentina.
“Il braccetto aveva causato un taglio profondo, era la cosa che si notava subito; poi abbiamo visto le fratture craniche e da lì abbiamo deciso di fare l’elettroencefalogramma per capire se ci fosse o meno attività cerebrale”, spiegò.
“Provo una sensazione strana, d’affetto, come se ci fosse un legame con Senna. Però non vado mai a riguardare le sue foto, perché il ricordo di quel giorno mi crea ancora molta emozione”.
Sensazioni vive e condivise a distanza di trent’anni. Perché, non è retorica, ancora non siamo pienamente abituati alla sua scomparsa.
#Sennaday
Crediti foto: F1, Williams,
Seguici su Google News per restare sempre aggiornato: clicca qui